Assassin’s Creed Chronicles: Russia – Recensione

Articolo a cura di Samuele Zaboi

Tra le tante IP in possesso di Ubisoft, Assassin’s Creed è forse quella di maggiore successo, con la maggiore popolarità. In attesa di conoscere quello che sarà il futuro della “linea” principale, lo studio sviluppatore Climax e la software house hanno rilasciato il capitolo conclusivo della trilogia spin-off Chronicles. Dopo le avventure in Cina in compagnia di Shao Jun e quelle in India con Arbaaz Mir è giunto il momento di fare rotta verso la Russia: Anastasia ha bisogno di voi.

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In fuga verso la libertà

Arriva un momento dove anche i più grandi Assassini vogliono prendersi una pausa, per raggiungere lidi più tranquilli dove trascorrere gli ultimi anni della propria vita in tutta tranquillità in compagnia della famiglia e delle persone amate. Questa è in pratica la premessa di Nikolai Orelov che prima di congedarsi definitivamente dalla confraternita dovrà svolgere un’altra, ultima missione. Questa prenderà ben presto una brutta piega e porterà il fido Nikolai a dover fuggire dai Templari cercando di portare in salvo niente di meno che Anastasia, ultima sopravvissuta della dinastia Romanov. La prima novità di Assassin’s Creed Chronicles: Russia risiede proprio in questo elemento; in questo capitolo conclusivo potrete infatti controllare un paio di personaggi: l’Assassino Orelov e la nobildonna. Anastasia sarà inoltre in grado di utilizzare i frammenti Helix dandole la possibilità di spostarsi con grande velocità e fornendo una buona variazione in termini di gameplay e di stile gioco grazie a questa alternanza costante per tutta la storia. Rispetto ai precedenti capitoli le sorprese, per fortuna, non si esauriscono qui. L’arsenale a vostra disposizione si arricchisce di un fucile, arma alquanto insolita per un prode assassino, e di un rampino in grado di mandare in cortocircuito alcuni quadri elettrici situati all’interno degli edifici. Così facendo sarà limitata la visibilità dei nemici e sarà possibile muoversi con un po’ più di libertà anche se non troppa in effetti.

La componente preponderante di Assassin’s Creed Chronicles: Russia, tra quella action e quella stealth, è proprio quest’ultima, dando risvolti sia positivi che negativi. Adottare una tattica più “conservativa”, se così la si vuole definire, è d’altro canto anche una scelta obbligata, data la straordinaria efficacia del soldati templari, spesso in grado di eliminare Nikolai o Anastasia con un solo compito. Per evitare di incappare in situazioni talvolta frustranti o di continui “Try & Dead” sarà estremamente importante ricercare la perfezione e non commettere il minimo errore. L’alta curva di difficoltà, sicuramente maggiore rispetto a quanto visto in China o India, stride però con un’intelligenza artificiale non sempre ottimale con nemici che talvolta andranno a cadere nelle trappole preparate appositamente per Nikolai.

Assassin’s Creed Chronicles: Russia si conferma come il capitolo conclusivo e meglio riuscito di tutta la trilogia. I ragazzi di Climax Studio hanno infatti preso quanto di buono fatto con i primi due titoli e li ha condensati in questo gioco, caratterizzato da uno stile grafico che ben si adatta alle ambientazione della Russia di inizio XX secolo. Anche in questo caso la longevità non supera le dieci ore ma il livello di soddisfazione, grazie anche a un trama più coinvolgente, che si ottiene una volta concluso il gioco è sicuramente maggiore rispetto al passato, grazie anche alla curva di difficoltà già nominata in precedenza. Acquistare e giocare questo titolo e, perché no, l’intera trilogia è sicuramente un gradevole stacco dalla versione principale, in attesa di conoscere quelli che sono i piani di Ubisoft a tal proposito.

Commenti finali

Assassin’s Creed Chronicles: Russia conclude positivamente e in crescendo questa trilogia spin-off realizzata da Climax Studios. Con un costo contenuto e un gameplay che si discosta dalla serie principale, Chronicles è un prodotto consigliato anche se la longevità non è tra le qualità migliori di questa triade. Russia resta però indubbiamente il capitolo meglio riuscito tra quelli offerti in questi mesi.