Mario Tennis Ultra Smash – Recensione

Recensione di Gianluca “DottorKillex” Arena

Delle varie declinazioni sportive del brand di Mario, quelle riguardanti il golf ed il tennis si sono dimostrate, negli anni, le più riuscite: vuoi per la semplicità del set base di regole, vuoi per l’ispirata regia dei ragazzi di Camelot, sia su console fissa che su portatile molti dei titoli che replicavano questi sport si sono rivelati una garanzia, con la parziale eccezione dell’ultimo Mario Open Tennis, uscito tre anni fa su 3DS.
Proprio partendo da quella base, arricchita per il salto all’alta definizione e con un nuovo focus sulle modalità multigiocatore, giunge su WiiU Mario Tennis Ultra Smash, prodotto tra i più attesi della stagione natalizia di Nintendo.

Meglio in compagnia

La direzione presa da Nintendo negli ultimi anni appare chiara, soprattutto su WiiU: dopo le critiche storiche alla scarsa attenzione per l’online, la casa di Kyoto ha sfornato una serie di titoli assai più godibili in compagnia che non da soli, di cui Splatoon e Super Mario Maker rappresentano solamente due degli esempi più fulgidi.
Il cambio di direzione appare evidente anche da questa nuova iterazione del brand di Mario Tennis, divertente ma povero di contenuti per il singolo giocatore e decisamente più scoppiettante se in compagnia di amici, parenti o altri videogiocatori in rete.
Ma andiamo con ordine, elencando le modalità disponibili sin dal primo accesso: la Scalata dei Campioni dovrebbe rappresentare il grosso della “ciccia” per i lupi solitari, eppure risulta decisamente limitata se paragonata alla consueta campagna che caratterizza le produzioni Camelot, consentendo solo di affrontare, uno dopo l’altro, una serie di tennisti provenienti dal regno dei Funghi, in match progressivamente più difficili.
Ogni partita vinta frutta un numero sempre crescente di monete incassate, oltre a sbloccare la sfida successiva, così da rimpinguare il portafogli del giocatore, che potrà poi venire svuotato acquistando campi supplementari, avversari sempre più ostici, costumi alternativi e  tanto altro ancora.
Il Tennis Classico prova a ricalcare il regolamento tradizionale dello sport ricreato, consentendo di scegliere tra due set di regole, di cui quello Semplice avvicina il più possibile il gioco ad una simulazione, per quanto possa esserlo un prodotto tanto trasversale e colorato.
Le Megasfide sostituiscono le partite secche viste in passato, gettando il giocatore subito nell’arena, con la possibilità di scegliere tra i dodici tennisti inizialmente sbloccati, tre tipi di campi diversi e svariati livelli di difficoltà: perfette per una sessione di gioco rapida, le Megasfide consentono di trarre soddisfazione dal gioco anche dedicandogli appena quindici minuti, alla faccia dei titoli per smartphone.
Richiedono più tempo, invece, i Megapalleggi, modalità giocata con una pallina enorme che deve essere tenuta in volo il più a lungo possibile, così da raggranellare la quantità massima di monete: quasi una versione tennistica della pallavolo, che viene presto a noia giocando con la CPU e invece regala momenti di pura ilarità in compagnia.
Chiudono il quadro i match online, sufficientemente stabili e divertenti durante le ore di test (svolte, lo ricordiamo, con il titolo non ancora sugli scaffali), ma anche poveri di opzioni per il giocatore, impossibilitato a creare tornei personalizzati o a darsi alla chat online, in pieno stile Nintendo, ahinoi.

Più funghi per tutti

Passando al gameplay vero e proprio, Ultra Smash non si discosta in maniera sensibile dalle dinamiche che la serie ha cavalcato per anni, optando per uno stile di gioco arcade ma, nel contempo, anche per una serie di piccole accortezze che divideranno, comunque, il novellino dall’esperto.
Caricare i colpi, anticipando di una frazione di secondo la traiettoria della pallina, rappresenta ancora la chiave del successo, visto che, così facendo, si riesce ad imprimere al colpo una forza altrimenti impossibile, che, il più delle volte, metterà in seria difficoltà l’avversario.
La feature maggiormente caratterizzante di quest’ultimo capitolo è rappresentata dal Megafungo, che fa capolino di quando in quando sul campo da gioco e consente l’iconica trasformazione del nostro avatar in un gigante dotato di racchetta, con i pro e i contro del caso: se, da un lato, le accresciute dimensioni consentiranno di coprire praticamente l’interezza del campo, dall’altro ostruiranno significativamente la visuale, finendo con il perdere qualche colpo qua e là perché non si è vista partire in tempo la pallina.
Poco importa, però, perché, come i due titoli succitati e molti di quelli che hanno reso grande il marchio Nintendo nel mondo, il focus su cui il team di sviluppo si è concentrato è quello del divertimento per famiglie, rendendo questa uscita di Mario Tennis quasi più un party game che non un titolo sportivo.
Quest’attenzione al multigiocatore, tanto in locale quanto online, non impedisce alla produzione di dire la sua quando si alza il livello di difficoltà e si opta, magari, per il campo in cemento, che consente scambi veloci e assai più tecnici rispetto all’erba e alla terra battuta; nemmeno in queste circostanze Ultra Smash diventa una simulazione pura, è meglio chiarirlo da subito, ma credo che nessuno dei potenziali acquirenti lo acquisterebbe con tali aspettative.
Molto buona l’implementazione degli Amiibo, che possono assurgere al ruolo di coprotagonisti soprattutto durante la Scalata dei Campioni, con la possibilità di insegnare loro uno stile di gioco nel tempo, così da renderli dei partner da doppio ideali: la modalità è quella di scrittura, per cui i toys to life guadagnano punti esperienza ed abilità extra che vengono mantenute in memoria.
Il consiglio è di visitare il sito ufficiale della grande N per scoprire quali statuine sono supportate: personalmente, mi sono divertito a rendere Luigi una sorta di Federer baffuto durante le ore di test.

60 fps

Il versante tecnico della produzione riflette, inevitabilmente, le scelte fatte in sede di game design, puntando sulla strabiliante quantità di colori e sulla fluidità a schermo piuttosto che su una presentazione generosa in termini di poligoni e finiture: Ultra Smash, per un occhio poco attento ai dettagli, risulta spettacolare, perché i sessanta frame per secondo e l’attenzione nella realizzazione dei modelli dei personaggi sono garanzia di partite sempre scorrevoli, veloci e di grande impatto visivo.
Volendo invece fare le pulci all’ultima fatica Camelot, non si può non notare di come sia diverse spanne sotto a mostri sacri quali Mario Kart 8 e Super Mario 3D World, che pure muovevano una quantità di elementi a schermo assai maggiore: l’impressione, nonostante effetti discreti e la simpatia dei personaggi, è che Nintendo abbia trattato questo episodio di Mario Tennis alla stregua di un titolo secondario, che non meritava la consueta cura per i dettagli, accontentandosi di un colpo d’occhio comunque più che soddisfacente.
La conferma di questa politica viene, come anticipato, anche dalla scarsità di contenuti per giocatore singolo, che pone Ultra Smash all’ultimo posto (almeno a memoria…) tra tutti i titoli sportivi realizzati da Camelot e pubblicati dalla casa di Kyoto: se, in compagnia di amici, il titolo offrirà svariati pomeriggi di divertimento chiassoso e spensierato, da soli si giungerà alla fine della modalità Scalata dei Campioni dopo una manciata di ore.

Commento finale

Il voto finale affibbiato a Mario Tennis Ultra Smash è una sorta di media matematica tra l’otto pieno che il titolo merita se fruito in compagnia di altri giocatori, soprattutto sullo stesso divano, e il sette che invece meriterebbe la longevità generale, stanti una giocabilità accessibile e rapida ed un feeling sostanzialmente immutato rispetto al recente passato della serie.
Con una cura maggiore per la cosmesi del titolo, una maggiore scelta di modalità online e, soprattutto, di contenuti per i giocatori più solitari, l’ultima fatica di Camelot avrebbe potuto candidarsi ad essere uno dei migliori titoli sportivi su WiiU, invece che “solo” il divertente party game in salsa tennistica che è allo stato attuale.