Deadpool – Recensione

Dopo aver minacciato la Marvel stessa, Deadpool è finalmente diventato un videogioco, ne sarà valsa la pena? Scopritelo nella nostra recensione!


a cura di GUYBRUSH89

CHI E’ DEADPOOL?
Deadpool, il cui vero nome è Wade Winston Wilson, è un personaggio dei fumetti Marvel che nasce come una sorta di parodia di Deathstroke, personaggio molto simile creato però da DC Comics.
Dopo essere stato un villain, è diventato con gli anni un antieroe sempre sull’orlo della pazzia, come dimostra la sua doppia personalità che non perde occasione di farsi notare e di deriderlo continuamente. Grazie alla sua instancabile parlantina ha conquistato il cuore di molti appassionati di fumetti americani e forse è proprio per questo che la Marvel Comics, in collaborazione con gli High Moon Studios, ha deciso di concedergli un videogioco tutto suo.

Noto per il suo humour tagliente, fatto di doppi sensi ( spesso sessualmente espliciti ) e continue citazioni a vecchi film, canzoni, immagini popolari, serie televisive, fumetti e molto altro, Deadpool è un mercenario professionista che grazie ad Arma X ha acquisito il potere di rigenerazione di Wolverine. Si dichiara un teledipendente ai massimi livelli ed è convinto che le gemelle Olsen siano al centro di una cospirazione mondiale.
Deadpool infrange quella barriera invisibile instaurata tra lettore e fumetto nota come quarta parete, ha l’assoluta certezza che tutto il suo mondo è un comic book ( o in questo caso videogioco ), e quindi frutto dell’immaginazione di qualche disegnatore malato di mente. Inizia così dei dialoghi e ragionamenti rivolti verso qualcuno che non si può vedere, come gli sviluppatori, o tamburellando sullo schermo della TV, per dialogare con il giocatore stesso.

LA TELEDIPENDENZA FA MALE

L’avventura inizia quando il suo pomeriggio da teledipendente viene interrotto dalla telefonato dello studios di produzione che accetta di portare a compimento la folle idea di videogioco che Deadpool stesso gli ha proposto. Il copione scritto dagli sviluppatori sembra non andare molto a genio al nostro antieroe che decide di riscriverlo a quattro mani con l’aiuto della sua perversa doppia personalità. Il risultato è una storia densa d’azione e di esplosioni, comica, piena di prosperose donne e di grandi nomi dell’universo marvel che condiranno la trama nonsense del titolo sulla scia delle storie originali di Deadpool.
Al contrario della longeva storia editoriale, la campagna sviluppata dai ragazzi di High Moon Studios si estende per una manciata di capitoli che arriva a stento alle 8 ore di gioco seppur ricche di trovate divertenti e ingegnose gag. A supporto della dello Story Mode troviamo una modalità Sfida che vede il giocatore impegnato in arene, riprese dalla modalità principale, in cui raggiungere determinati obiettivi rappresentati da prove a tempo, di sopravvivenza ecc.
Il titolo scorre fluido, tra una battuta e l’altra del protagonista ci si ritrova però a fare le stesse identiche cose dei primi minuti di gioco ovvero eliminare i numerosi nemici supportati dalla grande quantità di armi che potranno essere sbloccate nel negozio. Quando si tratta di uccidere, sventrare, crivellare, bruciare, tagliare o far saltare in aria qualcuno Deadpool è un artista, il suo arsenale è infatti diviso in armi bianche e armi da fuoco che potranno essere adoperate contemporaneamente concatenando varie tipologie di combo con cui raccogliere i punti DP per potenziare l’equipaggiamento. Più è grande l’arsenale, più sono grandi gli spargimenti di sangue, in Deadpool lo splatter è all’ordine del giorno e ogni colpo portato a segno equivale a litri di sangue che si riversano sull’arena di gioco.

SPARO, TAGLIO, SPACCO E POI?

Il gameplay del titolo vuole essere un ibrido tra uno sparatutto e un action ma risulta da subito chiaro che l’ago della bilancia pende verso il puro gioco d’azione: nonostante si abbia a disposizione una vasta scelta di armi da fuoco come fucili, mitragliatori, pistole e bazooka, il giocatore si troverà ad affettare i nemici con katana, pugnali e altre armi da taglio lasciando la componente sparatutto del titolo alle uniche occasioni in cui il gioco lo “costringe” ad ovviare per questo tipo di gameplay. Il sistema delle coperture, seppur presente, sembra poter essere utilizzato solo dai nemici che possono inginocchiarsi e nascondersi per sparare da dietro ai numerosi ripari offerti dal gioco. Deapool invece non è in grado di sfruttare questi ripari vista la mancata possibilità di chinarsi che spinge il player a preferire ancor più l’azione invece che le tattiche furtive.
La caratterizzazione tecnica del protagonista e dei grandi nomi Marvel come Wolverine, Rogue, Cable ecc è buona, se si passa sopra alle legnose movenze dei personaggi, ma la grafica che concerne il resto del gioco è datata al punto da non sembrare appartenere ad un titolo di questa generazione. L’IA nemica, persino alle difficoltà più elevate, non soddisfa il livello di sfida che un giocatore medio ricerca in questo genere di giochi, più che avversari si ha di fronte vere e proprie mandrie di nemici mandate al macello contro le affilate lame del mercenario mascherato.
Il fattore rigenerativo di Deadpool permette al giocatore di rigenerare la propria barra vitale rimanendo qualche secondo fuori dal combattimento, proprio come accadeva in X-Men Le Origini: Wolverine, uno dei primi titoli di questa generazione di console. Sembra che nella realizzazione del titolo gli sviluppatori abbiano puntato ad una perfetta trasposizione videoludica del protagonista e del suo carattere decisamente fuori dal comune ma abbiano tralasciato altri punti focali del titolo come la grafica e il gameplay. L’intero gioco, proprio come ribadisce spesso anche il protagonista, sembra reggersi sulle gag e sull’ironia piccante di Deadpool che è l’unico elemento che diverte e stupisce dall’inizio alla fine del titolo.

I caratteri del fumetto si rispecchiano perfettamente nel videogioco peccato che in quest’ultimo il giocatore sia costretto a seguire un binario prestabilito privo di varietà e di elementi con cui interagire che sfocia in situazioni monotone e prive di strategia.
L’amatore del fumetto troverà senz’altro divertente cimentarsi in un’avventura con il suo “eroe” preferito ma il giocatore medio rimarrà deluso di fronte ad un titolo che poteva regalare molto e che rimane invece un semplice e corto passatempo in queste lunghe vacanze estive che ci separano dalla next-gen.

UN EROE CHE NON (CON)VINCE

Deadpool su carta “sconfigge” la sua controparte videoludica affetta da gravi mancanze sia nelle meccaniche di gioco che nel comparto tecnico. Il clima che si respira per tutta l’avventura è folle e divertente, specie gli sketch con gli altri eroi Marvel ( chi ha parlato di schiaffeggiare Wolverine? ), le battute di Deadpool sono degne del miglior humor nero e ai limiti della decenza ma la scarsa riuscita del mix sparatutto/action va a peggiorare la già precaria situazione tecnica. Deadpool è un titolo consigliato agli appassionati del folle antieroe in tutina aderente, non adatto a saziare l’appetito del giocatore medio abituato ad aspettarsi molto di più da un titolo action.