Dead Rising 2: Recensione

Recensione di Fabiano “Deimos” Zaino

Zombie è un termine di origine Haitiana legato ai riti del Vudù che è entrata di prepotenza nell’immaginario collettivo mondiale anche grazie al grande regista Gorge Romero con il suo mai dimenticato L’alba dei Morti Viventi, girato nel lontano 1968.

Da allora, di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia e anche di film e libri o videogames legati in qualche maniera alla figura del morto ambulante.

Fra i videogames, oltre alla famosissima saga di Resident Evil, dobbiamo ricordarci dello splendido Dead Rising che si rifà principalmente alle atmosfere girate dal regista Romero: un gruppo di persone (oltre all’eroe principale) confinate in un luogo barricato dall’interno per sfuggire ad un orda di non morti famelici – poi entrano e addio al riposino serale.

VIVERE ALLA CHUCK GREEN
Fin da quando ho preso in mano il prequel di Dead Rising 2 chiamato Case 0, ho subito capito che il nuovo personaggio creato per sostituire quel Frank West del primo capitolo è uno sfigato: intendiamoci, gli muore la moglie e la figlia viene contagiata dal virus degli zombie (espediente per cercare ovunque la medicina chiamata Zombrex che server per non trasformarsi) – si nasconde in una cittadina abbandonata per poi ritrovarsi pieno di amici non morti e quando finalmente crede di essersi salvato, ripiomba nell’incubo iniziale…

Tagliando corto però, siamo qui a parlare del gioco in se stesso e sarebbe dunque ora che iniziassi a farlo. Purtroppo, la differenza principale fra il primo capitolo e questo seguito (togliendo anche il prequel dalla lista) sta nel fatto che qui non avremo più la sorpresa o la suspance di un primo episodio…ormai sappiamo già come sono andate le cose quindi dobbiamo metterci il cuore in pace e assecondare la storia. In secondo luogo, altra cosa che non mi è andata a genio è l’ambientazione generale che si respira giocando a questo seguito – non angoscia per qualcosa che ci può far male ma una sorta di divertimento nell’uccidere centinaia di migliaia di zombie. Intendiamoci, questo è un elemento che si poteva seguire anche nel primo eppure qui sembra che abbiamo per le mani più una sorta di picchiaduro in terza persona che non un vero e proprio “survival”.

Terza e ultima critica riguarda anche la parte grafica che se su console si salva (nel senso che è buona), in versione pc è fatta davvero con i piedi e non parlo del lato puramente visivo ma proprio dell’ottimizzazione generale del gioco: possibile che su un 4GB di ram con quadruplo processore e scheda video Radeon da 512MB il gioco debba scattare anche con dettaglio in medio? Assolutamente no anche perché sulla stessa macchina ho fatto girare giochi che richiedevano un hardware più esoso e andavano tranquilli.

Ok, qui abbiamo qualcosa come un migliaio di zombie a schermo ma non è che sono super dettagliati a livello poligonale e di texture quindi non vedo proprio, oltre alla programmazione fatta da cani, come si possano verificare certi problemi.

FORTUNE CITY
Dead Rising 2 è un sandbox a tutti gli effetti, simile al primo ma leggermente più complesso e ovviamente aperto. Non avremo più l’ambiente chiuso del grande centro commerciale ma una intera città chiamata Fortune City da esplorare.

Tagliando la testa al toro, le novità di questo secondo capitolo sono praticamente due: la possibilità di unire più oggetti per creare armi più pericolose (purtroppo solo gli oggetti recanti l’icona di fusione, quindi non per nostra scelta) e fare più punti e la fortuna che hai programmatori è balenata l’idea di rendere i salvataggi liberi e non su un unico slot come visto in Dead Rising.

Anche qui però, piccola nota stonata; capisco che un solo slot salvataggio potrebbe non essere il massimo ma con tre a nostra disposizione purtroppo si perde totalmente la pressione che contraddistingueva il primo capitolo ma vabbè, alla fine sempre di un gioco si tratta.

Le novità sono queste ne più ne meno, al di la della nuova ambientazione e del nuovo personaggio di gioco, la dinamica del gameplay (pure le 72 ore…certo che potevano variare almeno sulla tempistica) è uguale al primo Dead Rising: si cerca di salvare le persone in giro per la città, si ammazzano una marea di zombie nei modi più strambi e con oggetti impensabili e si cerca di portare a casa la pellaccia.

Occasionalmente, sempre come da titolo precedente, dovremo affrontare qualche Boss fuori di testa che si vuole approfittare troppo della situazione. Per variare leggermente il titolo, avremo la possibilità di giocare in co-op con un amico o di affrontare qualche mini game con altri tre amici per un totale di quattro giocatori. Diciamoci la verità però, il multiplayer per un gioco del genere stona come il Salame con la Nutella.

Ci si diverte per qualche decina di minuti poi ci si rende conto di come sia una modalità totalmente inutile.

ZOMBIE FASTIDIOSO
Dead Rising 2 è un prodotto rivisto e corretto del primo titolo ma che purtroppo non riesce a raggiungere il carisma e ovviamente anche la novità del precursore (però su pc non era arrivato quindi è una mezza novità).

I difetti del gioco sono sostanzialmente due: poca voglia di migliorarsi per davvero sotto il fattore gameplay e la parte grafica che almeno su pc (la nostra versione) è abbastanza oscena, ovviamente si parla di ottimizzazione ma anche sotto il punto di vista delle texture o della modellazione generale, si è visto davvero di meglio sotto il sole – certo, fra primo e secondo capitolo le migliorie sono radicali ma non dobbiamo dimenticarci che la tecnologia sta andando avanti e non basta confrontare un seguito con il precedente per farla franca – ne sa qualcosa Crackdown 2 che è addirittura più brutto del primo gioco.

Per concludere, Dead Rising 2 regala ben poco di nuovo sotto il sole se non per le cose già scritte precedentemente.

Mi sarei aspettato un titolo molto più vario e calibrato e anche leggermente più lungo: se siete bravi lo si porta a termine in sette ore nette, forse un oretta in più ma siamo li.

Certo, si tratta sempre di un gioco sugli zombie quindi gli appassionati (come me) non se lo devono lasciar scappare ma devo dire che i punti dolenti sono più di quelli positivi e questo non va proprio bene, soprattutto sul piano grafico per quanto riguarda la versione pc, troppo esosa e mal ottimizzata per quello che offre davvero (pompare la risoluzione, il filtro dell’antialiasing o quello anisotropico) oltre a migliaia di zombie a schermo.

Votazione finale: 7,5/10