SBK X : Recensione

Recensione di Alessio Arciola

SBK X è l’ultima fatica dell’italiana Milestone, software house che da undici anni – non continuamente visto che il progetto a volte è andato in mano ad altri sviluppatori – produce il titolo su licenza del mondiale Superbike. Da sempre votata alla simulazione piuttosto che all’arcade, SBK X introduce nel mondo dei videogiochi di corse un concetto totalmente nuovo che scommettiamo sarà copiato in lungo e in largo da tutti i prossimi videogiochi di corse, a due o più ruote: l’Evolving Track.

Grazie alla licenza non più della singola Superbike, ma della Infront Motor Sport, SBK X non offre solo moto e tracciati del mondiale Superbike, ma anche piloti e team dei mondiali Superstock 1000 e Supersport, permettendo così al giocatore di affrontare tre diversi campionati in un singolo gioco – un po’ come MotoGP che offre le classi 125, Moto2 e MotoGP. Ma basta con le chiacchiere introduttive e scopriamo insieme SBK X e tutte le sue interessanti novità.

ARCADE E SIMULAZIONE, UN POTPOURRI CHE SI ADATTA A CHIUNQUE

L’annoso problema della tipologia di sistema di guida è da sempre una questione alla base di tutti i giochi, se l’arcade offre un approccio diretto e nella maggior parte dei casi anche un divertimento più naturale ed immediato, la simulazione presenta invece una sfida molto più interessante per il giocatore in quanto lo porta a dover fare ben più che accelerare – al freno ci pensa il gioco da solo – e girare a destra o sinistra. Milestone, in SBK X ha risolto definitivamente questo problema presentando entrambe le tipologie di guida ben divise tra di loro, come se si trattasse di due giochi differenti.

Cominciamo dalla modalità arcade. Accedendo a questa tipologia di gioco potremo partecipare a sfide al tempo, gare semplici o una modalità Storia (una sorta di modalità carriera) che ci permetterà di cominciare dalla Superstock 1000 per poi passare alle moto Supersport e giungere così infine al mondiale Superbike attraverso l’accumulo di punti che si otterranno gara dopo gara. A rendere particolarissima questa modalità comunque è il sistema di guida, oltre alla tipica striscia sull’asfalto che mostra la traiettoria ideale (con in verde i segmenti da gas aperto ed in rosso quelli in cui bisogna frenare), le moto risulteranno essere decisamente agili e semplici da guidare e l’utilizzo di un power up in uscita curva permette al giocatore di avere anche una botta di velocità aggiuntiva, tipo NOS, che gli permette di superare gli avversari con gli occhi chiusi. Il comparto Arcade è dunque a tutti gli effetti un gioco arcade di guida, dalla semplicità che si prova nel gestire la moto alla forte presenza di aiuti alla guida, tutto sarà semplice ed immediato per una formula votata al divertimento diretto, senza punti o virgole a cui dover badare.

Totalmente differente sarà la modalità simulazione. Seppur offra lo stesso identico ventaglio di modalità – Gara veloce, Sfida a tempo, Campionato e Carriera (qui il nome è proprio Carriera e non Storia) – l’impianto di gioco è assolutamente differente in ogni singolo aspetto della gara. La prima differenza rispetto alla modalità arcade sta nell’ufficio simulato che avremo a disposizione, un ufficio dove avremo la possibilità di controllare le nostre statistiche in prova e in gara e dove poter visionare tutti i trofei vinti, dai singoli circuiti ai campionati. Altra caratteristica unica è la presenza del box durante le prove prima della gara. Raggiungendo difatti i box avremo la possibilità di gestire ogni singolo aspetto della nostra moto modificandolo così da poter migliorare la nostra prestazione sul giro – se non saremo capaci, ci verrà in aiuto un tecnico che attraverso una serie di domande capirà quali sono le sensazioni giuste e sbagliate facendo così modificare alcuni aspetti della moto dai meccanici. Ciò porterà però via del tempo, cosa parecchio interessante e giusta che permette al giocatore di vivere effettivamente la concitazione delle prove dove bisogna gestire al meglio il tempo a disposizione tra giri sulla pista e modifiche dei meccanici. Di tutte le modalità adatte alla simulazione, è la Carriera che offre il meglio in quanto ci trasporta in otto anni di carriera di un pilota che dovremo creare da zero, personalizzando al massimo tuta, colori, casco ed addirittura anche la postura sulla moto. Creato il pilota ci ritroveremo nella serie Superstock 1000, come il novizio di turno e negli otto anni a disposizione dovremo cercare di vincere sufficienti Gran Premi da meritarci prima la promozione nella categoria Supersport e da questa infine nel dorato mondo della Superbike – cosa non semplicissima se si è alle prime armi, ma fattibile comunque nella metà degli anni a disposizione.
Il modello di guida simulativo è stato diviso da Milestone in tre diversi gradi di difficoltà che abilitano e disabilitano specifici aiuti oltre ad altri che potremo gestire personalmente come i danni al mezzo ed al pilota – danni che potrebbero distruggere la moto o portarci al ritiro a causa di un grave infortunio. In gara comunque tutto sembra reale, si riesce quasi a sentire il calore della moto e la concitazione prima della partenza. Il sistema di controlli risponde bene ai comandi impartiti dal giocatore riproducendo con fedeltà il comportamento della moto – alcune sarà possibile strapazzarle senza ritrovarci con il sedere a terra, altre invece richiedono maggiore delicatezza nei comandi con aperture del gas parzializzate, angoli di curva non esagerati ed altro ancora. I nostri avversari poi, anch’essi divisi su tre gradi di difficoltà, rispondono ottimamente portandoci così, in alcuni momenti, a dover quasi sgomitare per riuscire a superarli obbligandoci a staccate al limite o all’uso estremo della scia sul rettilineo – non è sempre così ovviamente, capita anche che i nostri avversari perdano la lucidità e si comportino in modo assurdo fregandosene del concetto di “intelligenza artificiale” per passare alla “deficienza artificiale”.


Ma passiamo dunque alla novità assoluta di questo titolo di Milestone. La Software House ha abbandonato il sistema Rewind che permetteva al giocatore che aveva fatto un errore di portare indietro il tempo evitando così di perdere posizioni o l’intera gara per una caduta – sistema che la Milestone ha introdotto nei giochi di corsa una decina di anni fa. Questa mancanza però è stata sostituita dal sistema Evolving Track, un sistema complesso che modifica visivamente e fisicamente la pista su cui si corre a seconda della gommatura, del clima o della temperatura. Ciò significa ad esempio che le prime prove sul tracciato presentano una pista poco gommata dove non è possibile spingere molto ed ottenere tempi bassi. Diversa sarà invece la gara che presenta una pista già in parte gommata e che giro dopo giro si gommerà sempre di più fornendo un maggior grip che permette al giocatore velocità maggiori sulla percorrenza in curva. Allo stesso modo, in caso di pioggia, la gommatura della pista andrà a farsi benedire e man mano che la scia ideale si asciuga diventa obbligatorio per il giocatore seguire un unico binario pena la perdita assoluta di aderenza dovuta all’acqua che i pneumatici raccoglieranno fuori dalla scia asciutta. Tutto ciò porta ovviamente dei vantaggi e degli svantaggi ai giocatori che comunque, con un po’ di esperienza ed un pizzico di fortuna, non si troveranno mai nell’impasse di non poter superare il proprio avversario perché lui usa la scia gommata e noi no – seppur il mantenere la traiettoria ideale di gara è l’atteggiamento che certamente più premia con una tecnologia di questo tipo.

Tutte le modalità di gioco, la doppia divisione tra modello arcade e simulativo oltre all’immensa modalità carriera che ci permette di vestire per otto anni i panni di un pilota, dalla Superstock 1000 alla Superbike, offrono all’ultima fatica di Milestone una longevità decisamente alta ed un altrettanto alto grado di rigiocabilità. A tutto ciò si unisce poi il comparto Multiplayer che permette a sedici differenti giocatori di scontrarsi in gare veloci, sfide a tempo o un intero campionato online che lascia traccia e statistiche su leaderboard comuni consultabili da tutti i giocatori del mondo.

SOTTO IL VESTITO… BEH QUALCOSA VEDO!

Sia chiaro, non stiamo dicendo che il comparto tecnico di SBK X sia assente, perché ciò che abbiamo di fronte tocca comunque la piena sufficienza. Il problema sta nella vecchiaia del motore grafico e fisico, nella mancanza di dettagli a bordo pista o nei fondali appena abbozzati. Se ci fermassimo esclusivamente ad asfalto, moto e piloti, il lavoro di Milestone sarebbe senza ombra di dubbio da nove, se non più, ma la poca cura data ai dettagli “futili”, quelli che obbligano a ripetere la gara perché per un attimo ti sei dovuto fermare in mezzo alla pista per vedere cosa stava scritto nel cartellone del tizio a destra, questa assenza di interesse in ciò che circonda moto e pilota è senza ombra di dubbio un punto negativo rispetto alla concorrenza.

Tolte però le note negative, passiamo a quelle positive cominciando dall’intelligenza artificiale che si comporta in maniera ottimale non solo nei propri avversari, ma anche nei tecnici del nostro team, se non saremo infatti abbastanza abili a cambiare le cose da noi, attraverso una semplice serie di domande, il tecnico della nostra squadra sarà in grado di comprendere quali sono le migliorie da apportare al nostro mezzo e se non mentiremo, ci ritroveremo sempre con una moto migliore di quella appena guidata. Altrettanto interessante, se non addirittura il diamante di questo titolo, è il sistema Evolving Track che modifica al momento la resa della pista a seconda della gommatura, della temperatura, della presenza di pioggia o meno. A livello grafico poi, se menu e fuoripista lasciano a desiderare, non è così per asfalto, moto e pilota che sono stati riprodotti da Milestone con estrema cura sin nei minimi particolari, dalle particolari curvature delle tute ai colori dei caschi sino ovviamente alle sempre differenti carene delle moto.
Ottimo infine anche il comparto sonoro che da sempre presenta campionamenti dei vari motori originali del campionato Superbike, campionamenti che ci permettono di capire, dopo un po’ di esperienza, su quale moto ci troviamo semplicemente ascoltando l’apertura del motore sul rettilineo. Ad accompagnare questa gamma di suoni ed effetti ci sarà la solita colonna sonora spacca-timpani con brani tutti rockeggianti.

CONCLUSIONE

Se siete degli amanti della Superbike e non avete ancora acquistato il titolo, non perdete altro tempo e correte nel vostro negozio di fiducia a comprare questa simulazione che vi immergerà in tute di pelle ed odori di gomma bruciata e benzina. Se siete invece dei novizi è importante capire che l’ultima fatica di Milestone, seppur si tratti di una profonda simulazione, offre una curva di apprendimento modellabile, che permette dunque a chiunque di cominciare con molti aiuti, da disattivare l’uno dopo l’altro, gara dopo gara così da far crescere la propria abilità in gioco di continuo ritrovandosi ben presto a domare le bestie del mondiale Superbike.

SBK X non è di certo il titolo che fa “saltare tutti sul divano” per la grafica, ma le varie modalità di gioco unite a tutti gli altri punti positivi e sufficienti del titolo gli permettono di meritarsi ben più che la sufficienza e un dovuto consiglio all’acquisto per tutti gli amanti delle gare su due ruote.

Il gioco è disponibile per sistemi PlayStation 3, Xbox 360 e Personal Computer. I requisiti consigliati per la versione PC prevedono:

• Processore Intel Core 2 Duo o AMD Athlon 64 X2 (o superiore);
• 2GB RAM (Windows XP), 3GB (Windows Vista/Seven);
• Scheda video nVidia GeForce 8800 o ATI Radeon HD 4850 (o superiore);
• 3GB di spazio libero su HDD;
• Mouse, Tastiera (e pad se non si vuole usare la tastiera per controllare moto e pilota);
• Connessione a banda larga (solo per il gioco in multiplayer, non necessaria per l’attivazione del gioco).

VOTO: 8 su 10