Amazon ha provato a sconfiggere Steam per 15 anni fallendo sempre: l’ex presidente con un tweet ne spiega il motivo

logo prime gaming, scritta VS, logo Steam
Amazon ha provato a sconfiggere Steam per 15 anni fallendo sempre: l'ex presidente con un Tweet spiega il motivo (player.it)

In maniera inaspettata, l’ex-VP di Amazon Gaming ha rivelato di essere stata la più grande avversaria di Steam per gli ultimi 15 anni. Come ha fatto il servizio di Valve ad avere la meglio?

Nell’industria videoludica, è spesso capitato che nascessero delle faide e delle rivalità di ogni tipo. Certo, in tanti avranno sicuramente sentito parlare della console war, il silenzioso botta e risposta tra Sony e Microsoft, tra PlayStation e Xbox. E se è vero che, ovviamente, chi ha sempre giocato da PC non ha mai vissuto in maniera attiva questa faida, è anche vero che su altre piattaforme, sono state altre le forme di conflitto che sono nate.

a sinistra schermata xbox, a destra schermata playstation, al centro persone che camminano
Amazon ha provato a sconfiggere Steam per 15 anni fallendo sempre: l’ex presidente con un Tweet spiega il motivo (player.it)

In questo momento, le aziende combattono sui servizi, dal cloud gaming ai giochi “gratis”. Eppure, forse in tanti non sapranno che un’altra guerra è stata combattuta, in maniera silente, tra due competitor che in tanti non definirebbero nemmeno tali. Una di quelle sfide che riscrive le regole del gioco: in questo caso infatti, è stato il pesce piccolo a mangiare quello grande. E quello grande, si chiama Amazon.

Davide è arrivato dove i soldi di Golia non hanno potuto

Negli ultimi giorni, sta facendo parecchio discutere una dichiarazione rilasciata da Ethan Evans, una personalità di spicco nell’industria videoludica, nonché ex vice presidente della divisione Gaming di Amazon. Adesso che il suo ruolo è giunto al termine e che Amazon pare non star nuotando in acque tranquille, Evans ha deciso di parlare un po’ della sua gestione, con un tono a metà tra un mea culpa e un repulisti.

Evans ha ammesso candidamente il più grande fallimento di Amazon Gaming: la guerra contro Steam. Per capire quanto, sulla carta, la lotta fosse sbilanciata, Evans afferma di come la sezione gaming di Amazon fosse “250 volte più grande” rispetto a Steam. A livello economico e di infrastrutture online, Amazon era (ed è) un vero e proprio colosso, che ha tentato varie strade per riuscire a prendere il posto di Steam sul mercato.

ethan evans con camicia blu che parla
Davide è arrivato dove i soldi di Golia non hanno potuto (player.it)

Come scrive lo stesso Evans in un post su LinkedIn:

“Quando ero VP di Prime Gaming presso Amazon, abbiamo fallito più volte nel tentativo di colpire la piattaforma Steam […] abbiamo provato di tutto, ma alla fine Golia ha perso.

Ma di preciso, come Amazon ha tentato di battere Steam? Beh, le mosse principale sono state tre, che Evans riassume nel post. Per prima cosa, hanno tentato di entrare a gamba tesa nell’ambito “degli store e dei giochi online”, acquisendo Reflexive Entertainment. Quest’ultimo era, al tempo, uno store piuttosto modesto di giochi per PC e l’obiettivo era quello di ampliarlo, rendendolo competitivo. Ma non ha funzionato.

Il secondo modo, ha riguardato l’acquisizione di Twitch. Passare per la più famosa piattaforma di streaming di videogiochi al mondo, pareva il modo giusto per raggiungere in maniera diretta il consumatore finale. Spiega Evans che la loro idea era che i giocatori, utilizzando già Twitch per altre finalità, non avrebbero esitato ad acquistare direttamente da lì. Ancora una volta, avevano torto.

L’ultimo tentativo si ebbe con Amazon LUNA, un servizio di gioco in streaming che puntava tutto sul cloud gaming (un po’ come Stadia per Google). Anche lì però, niente da fare. Secondo Evans dunque, la posizione di Steam sul mercato, non è scalfibile solo e soltanto tramite gli investimenti di Amazon. Il motivo per cui Steam funziona, secondo Evans, è che rappresenta “uno store, un social network, una libreria e una raccolta di trofei tutti in uno, e che funziona bene”. Se i giocatori hanno già tutto su una piattaforma, è difficile che cambino servizio solo perché ne esiste un altro e non importa quanto più grande sia l’azienda che vi sta alle spalle.