Dopo il remake di Halo 1 abbiamo il governo di Trump che usa Halo nella sua campagna anti-immigrazione: Microsoft è senza parole

donald trump immagine AI con unifore verde futuristica che fa il saluto alla bandiera americana
Dopo il remake di Halo 1 abbiamo il governo di Trump che usa Halo nella sua campagna anti-immigrazione: Microsoft è senza parole (player.it)

Donald Trump, con un’immagine generata con l’IA, ha voluto cogliere la cosiddetta “fine della console war” per autocelebrare la sua stessa campagna anti-immigrazione? Cerchiamo di capirci qualcosa.

Nessuno, nemmeno il più illuminato tra i folli, potrebbe davvero dire di comprendere fino in fondo cosa frulla in testa a Donald Trump. Il Presidente americano, dalla sua poltrona alla Casa Bianca, gioca a fare un po’ il brutto e il cattivo tempo su qualunque tipo di questione politica, sociale, americana o estera. E tra le altre cose, vi sarà sicuramente capitato di sentire di come, a suo dire, da inizio mandato abbia posto fine a ben sette guerre.

donald trump che parla al microfono a braccia aperte
Dopo il remake di Halo 1 abbiamo il governo di Trump che usa Halo nella sua campagna anti-immigrazione: Microsoft è senza parole (player.it)

Tolta l’inesattezza di quest’affermazione, nelle ultime ore “The Donald” ha cercato di inserirsi a capofitto, in una nuova guerra. Che l’intento fosse quello di divenire colui che di conflitti ne ha risolti otto? Ciò che possiamo sapere al momento, è soltanto che sulla pagina ufficiale della Casa Bianca è apparsa un’immagine, generata tramite IA, di… Donald Trump ne panni di Master Chief di Halo. E dietro il semplice meme, si nasconde qualcosa di politicamente più forte e schierato.

Trump come Master Chief: tutte le implicazioni

In tanti hanno riso, tanti altri l’hanno trovata di cattivo gusto. Ciò che è certo, è che l’immagine di Master Chief con la testa di Donald Trump che fa il saluto alla bandiera americana di fronte alla Casa Bianca, apre a una serie di scenari da analizzare. Prima però, diamo un po’ di contesto.

Solo pochi giorni fa infatti, la divisione Xbox di Microsoft ha annunciato l’uscita di Halo: Campaign Evolved, il remake del primo Halo. La cosa che ha davvero mandato in tilt internet, è stato il fatto che questo sarà il primo gioco di Halo in assoluto, ad approdare su una console Sony e per la precisione su PlayStation 5! Alla notizia, la celebre catena di negozi videoludici GameStop America, ha pubblicato un post in cui diceva praticamente conclusa la cosiddetta “console war”.

Ryan Cohen, CEO di GameStop e sostenitore di Trump di lungo corso, ha inoltre pubblicato un’immagine di Trump che stringe la mano a Master Chief, proprio per scherzare sull’ottava guerra risolta dal Presidente. All’immagine, Trump ha risposto, postando sul profilo della Casa Bianca l’immagine tanto discussa, in cui nei panni di Master Chief fa il saluto alla bandiera.

trump strnge la mano a master chief
Trump come Master Chief: tutte le implicazioni (player.it)

Contestualmente, il DHS (Department of Homeland Security) pubblica un’immagine in cui compaiono un personaggio di Halo, il mezzo di trasporto del gioco noto come Warthog e la scritta “DESTROY THE FLOOD”, letteralmente distruggi il flusso. Al posto, il DHS allega il link per arruolarsi presso l’ICE, l’organo di polizia che si sta attualmente occupando di catturare e deportare immigrati, i cui criteri di irregolarità sono spesso stati discussi e su cui si agisce spesso in maniera sommaria.

E Microsoft che fa?

Non si tratta certo della prima volta che Trump o il DHS utilizzano una proprietà intellettuale, modificata tramite IA, per perorare una loro causa: solo poche settimane fa, in ottica di reclutamento presso l’ICE, era stato utilizzato il franchise di Pokémon, giocando sul motto “Gotta Catch ‘Em All”.

Una scelta di cattivo gusto secondo molti, dato che dietro una simpatica immagine si nasconde l’uomo politico più potente al mondo e una delle operazioni di contrasto all’immigrazione, più controverse che il Mondo occidentale abbia conosciuto negli ultimi decenni. Eppure, tra chi ha sollevato una questione etica e morale non vi è una delle dirette interessate dalla situazione: Microsoft.

personaggio di halo sopra veicolo con mitragliatrice, scritta detroy the flood
E Microsoft che fa? (player.it)

Quando il DHS aveva utilizzato impropriamente il franchise di Pokémon come manovra di propaganda e reclutamento per l’ICE, Nintendo si era levata contro tale mossa, precisando come fosse totalmente non autorizzata e non condivisa dall’azienda giapponese. Da parte di Microsoft invece, nemmeno una parola sull’utilizzo di quella che è forse la sua IP più famosa.

Non bisogna certo essere fini analisti per capire le differenze tra le due soluzioni: Microsoft ha infatti interessi legati a doppio filo con enti che sono estensione dell’amministrazione Trump. Un esempio è rappresentato dall’accordo stretto tra agosto e settembre 2025 da Microsoft e la U.S. General Services Administration (GSA): in parole povere, il GSA (ente che si occupa dei rapporti tra pubblica amministrazione e aziende, tra le altre cose) ha affidato a Microsoft il compito di rinnovare l’architettura digitale federale, con un accordo che promette un risparmio di 6 miliardi di dollari in tre anni e che per Microsoft si traduce in un triennio (e oltre) di lavori pubblici direttamente affidati.

lgo microsoft logo gsa
E Microsoft che fa? (player.it)

Il vice amministratore della GSA, Stephen Ehikian, ha commentato la notizia con queste parole, che vi riportiamo direttamente dal sito ufficiale del dipartimento:

“GSA è fiera di essere partner con compagnie tecnologiche, come Microsoft, per migliorare l’utilizzo dell’IA nel governo federale, una priorità assoluta dell’Amministrazione Trump”.

Per tirare le somme dunque: l’agenda Trump è fortemente “istintiva” e controllata spesso dal fluire delle giornate. Una conclusione che si potrebbe trarre, è che il mondo dei videogiochi è diventato talmente tanto influente, da iniziare a diventare persino strumento indiretto di propaganda politica. D’altra parte, bisogna chiedersi quanto di tutto ciò sia strumentale e quanto possa effettivamente influire in un’industria come quella videoludica, che tolti alcuni casi eclatanti, fa della libertà un valore essenziale. Però almeno, abbiamo Halo su PS5, ma non per merito di Trump.