Ubisoft avrebbe cancellato un Assassin’s Creed lo scorso anno per evitare l’ira di Trump e degli americani

assassino con tuta bianca e cappuccio, alle sue spalle donna in abito da soldato americano
Ubisoft avrebbe cancellato un Assassin's Creed lo scorso anno per evitare l'ira di Trump e degli americani (player.it)

Tra Mirage e Shadows, a quanto pare in casa Ubisoft c’era l’idea di sviluppare un nuovo Assassin’s Creed ambientato durante la Guerra Civile americana del 1861. Perché il progetto è stato cancellato?

Ubisoft è attualmente al centro di mille polemiche, per i motivi più disparati: tra chiusure di studi succursali, licenziamenti, progetti interrotti o totalmente dimenticati (vero Beyond Good & Evil 2?), gli accordi non proprio entusiasmanti stretti con il gruppo arabo Savvy Games e la riorganizzazione interna, la software house francese si trova a navigare in acque torbe.

assassino con tuta bianca e cappuccio su tetto di casa innevata
Ubisoft avrebbe cancellato un Assassin’s Creed lo scorso anno per evitare l’ira di Trump e degli americani (player.it)

Per sua fortuna però, alcuni franchise riescono ad avere ancora un fortissimo impatto sul pubblico, al di là dell’effettiva qualità dei prodotti che arrivano sul mercato. L’esempio forse più pertinente con questa ricostruzione, è Assassin’s Creed. Dopo la svolta “RPG”, le strade tentate dalla saga con Mirage e Shadows sono state più improntate a un ritorno alla tradizione, generando un buon apporto di vendite, al netto di svariati difetti. Ciò che emerge solo adesso però, è che in questi anni un altro titolo della saga di AC sarebbe stato cancellato, perché considerato… troppo controverso?

Gli aspetti “controversi” del progetto cancellato: un termometro di permalosità

Secondo indiscrezioni trapelate online nelle ultime ore, da dichiarazioni di diverse fonti tra cui degli ex dipendenti di Ubisoft (che Game File, la testata che ha raccolto la loro testimonianza, ha mantenuto anonimi, non essendo questi autorizzati alla diffusione di tali informazioni), la software house francese avrebbe cancellato un Assassin’s Creed ambientato nel corso della Guerra Civile americana, a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 dell’800.

Secondo quanto emerge, il giocatore avrebbe vestito i panni di un uomo nero, che dopo un periodo di schiavitù nell’America meridionale, si trasferiva nella parte ovest del continente, per iniziare una nuova vita. Avrebbe dunque risposto alla chiamata alle armi della Confraternita, tornando nel profondo sud, per combattere per le ingiustizie del suo tempo. Tra le altre cose, sarebbe dovuto essere presente anche il Ku Klux Klan, come entità antagonista.

samurai nero yasuke di assassin's creed shadows
Gli aspetti “controversi” del progetto cancellato: un termometro di permalosità (player.it)

Si sarebbe trattato dell’Assassin’s Creed dall’ambientazione più moderna, che forse proprio per questo però, è stato cancellato. La cancellazione di un gioco del genere, secondo le fonti, non sarebbe una pratica usuale. I motivi dietro alla cancellazione, sarebbero due: la prima riguarderebbe una valutazione dei feedback negativi, che hanno seguito all’utilizzo di Yasuke come protagonista di Assassin’s Creed Shadows, ritenendo l’operazione molto simile dato che, secondo Ubisoft, si sarebbe trattato in entrambi i casi di personaggi realmente esistiti, documentati e verosimili nei loro contesti.

La seconda, sarebbe un po’ più spinosa, dato che riguarderebbe l’eventuale escalation politica e sociale in America, che già vive un clima estremamente teso. Come ha sintetizzato una delle fonti, il gioco sarebbe stato “troppo politico in un Paese troppo instabile”. Una valutazione che, se fosse vera, rispecchierebbe un quadro particolarmente controverso, in cui il controllo della libertà creativa all’interno dell’azienda, sarebbe minato da forti influenze esterne (cosa non così inverosimile, considerando i rapporti che intercorrono tra Ubisoft e Arabia Saudita).

Certo, parlare di un evento storico, consolidato e appurato oltre che opportunamente documentato, non ci pare nulla di chissà quanto controverso. Che sia da considerare un po’ il termometro della permalosità delle grandi potenze, – di cui Trump per esempio si fa espressione – nel ricordo delle grandi controversie storiche che le hanno trasformate e di cui portano ancora le cicatrici?