Microsoft ha licenziato circa 200 dipendenti della software house King, da cui è nato il gioco Candy Crush. Il motivo sarebbe legato all’IA. Non mancano le proteste.
Nuovo giorno, nuova polemica legata all’IA. L’indiscutibile argomento degl ultimi anni, l’intelligenza artificiale continua a viaggiare su un sottilissimo filo: da una parte vi sono le grandi possibilità che potrebbe offrire in tantissimi campi, dall’informazione al tech; dall’altra parte, vi è la quasi totale mancanza di normative adatte a contenere l’incedere irrefrenabile dei software di IA.

Molto interessante il fatto che, questa nuova polemica, si inserisca nel più ampio quadro delle proteste nei confronti di Microsoft che, negli ultimi mesi, ha intrapreso una campagna di forte riorganizzazione interna, che si è tradotta in circa 15 mila licenziamenti negli ultimi 6-8 mesi. E adesso, la scure di Microsoft è calata su un’altra software house, che esce da questa situazione decisamente beffata.
E vennero i dev che addestrarono l’IA che cacciò i dev
Una situazione a dir poco surreale, ha colpito l’industria del gaming nelle ultime ore. È stata infatti diffusa la notizia del licenziamento di 200 persone dalle fila di King, la software house che ha sviluppato (e ch gestisce tutt’ora) l’acclamato videogioco per mobile, Candy Crush. A regalare un amaro sorriso, sono le motivazioni dietro al licenziamento, che non possono non aprire a interrogativi più perniciosi.
Secondo quanto riferito da alcune delle personalità licenziate infatti, seppur in forma anonima, la ragione sarebbe legata al fatto che l’IA andrà a rimpiazzare il lavoro di quelle 200 persone. E come se non bastasse, la maggior parte dei licenziati, hanno contribuito per anni in prima persona, allo sviluppo di suddetta IA. Uno “stai sereno” digitale, da mettere i brividi.

I lavoratori considerati “superflui”, provenivano soprattutto da tre settori dell’azienda: level design, user experience e copywriting. Non sono mancate le proteste dagli ex membri del team di King, che hanno definito tale mossa da parte di Microsoft “assurda” e “disgustosa”, non lasciando passare sottotraccia il fatto che tale mossa, sia stata intrapresa per pure logiche di profitto: nonostante l’azienda stia vivendo un periodo più che positivo a livello economico, parrebbe esserci il semplice desiderio di diminuire le spese e il taglio servirebbe proprio a questo.
Ancora una volta, e forse con più forza che mai, si torna dunque a parlare di quanto l’IA stia cambiando velocemente il mondo che viviamo ogni giorno e di come, oltre a non esserci normative che riescono a stare al passo coi tempi, non vi sia nemmeno un’etica da parte di alcune big del tech, che in nome di un profitto maggiore, arrivano anche a un taglio così tanto corposo di personale che era all’interno dell’azienda ormai da anni.
