Gabe Newell vuole superare Elon Musk sull’utilizzo dei chip cerebrali: con la startup Starfish Neuroscience il CEO di Valve punta a presentare sul mercato un chip cerebrale, già entro la fine del 2025.
Il macrouniverso dello sviluppo videoludico, è fatto di idee, ambizioni e stravaganze. C’è chi ne ha visioni forse più limitate, che comportano muovere piccoli passi verso obiettivi che si ritengono realizzabili, magari sul modello di altri che sono già riusciti a farcela con modelli simili; c’è chi però, travolto dall’ambizione più sfrenata e dalla continua ricerca del progresso scientifico, applicato ai videogiochi, tenta di innovare il medium nei modi più… eccentrici.

E per quanto si possa amare la narrazione della “costruzione dal basso”, del piccolo studio indie che riesce a costruire un successo videoludico con pochi spicci o della software house che, dal nulla, tira fuori un capolavoro di gioco, è innegabile che i grandi salti concettuali nell’industria videoludica, restino in mano a chi, oltre ai sogni e alle ambizioni, ha anche risorse virtualmente illimitate.
Una personalità che è da sempre in grado di unire queste caratteristiche, è il CEO e co-fondatore di Valve, Gabe Newell che parrebbe intenzionato, entro la fine del 2025, a lanciare sul mercato una novità che potrebbe aprire a prospettive impressionanti.
Gabe e il chip neurale che sfida Neuralink
La strada di Gabe Newell, verso un chip neurale che potesse permettere un controllo del proprio PC, solo tramite la stimolazione di determinate aree del proprio cervello, inizia nel 2019 con la fondazione della startup Starfish Neuroscience. Già da prima però, Newell aveva avviato un processo di sviluppo interno a Valve, che comportava lo studio delle risposte biologiche dei giocatori durante le loro sessioni di gaming. Adesso però, un importante passo avanti è stato compiuto.
Anni di sperimentazione nel campo della realtà virtuale, passando anche quel prototipo di monitor da applicare sulle orecchie, nei primi modelli di visori VR. Esperimenti di elettrofisiologia, come sono stati spesso definiti, che potrebbero aver raggiunto un primo punto cruciale, nella realizzazione di un chip che avrebbe sia la funzione di registrare l’attività del cervello che di andare a stimolare determinate aree neurali, così da permettere una risposta diretta.

Quello che dovrebbe arrivare a fine 2025 però, non sarebbe un impianto completo come precisa un osservatore di Valve, Brad Lynch. D’altro canto, le dichiarazioni di Nate Cermak, ingegnere neurale di Starfish, suggeriscono che l’azienda-costola di Valve sarebbe alla ricerca di sostegno e finanziatori, per implementare un impianto wireless completo:
“Prevediamo che il nostro primo chip arriverà sul finire del 2025 e siamo interessati nel trovare collaboratori per le nuove ed eccitanti strade che un tale chip potrebbe aprire”.
Parlando di chip cerebrali, non si può non pensare a N1 di Neuralink, la società di Elon Musk al lavoro su un sistema simile. Le differenze però, come spiegato anche dallo stesso Cermak, sarebbero legate all’efficienza del prodotto e alle sue dimensioni. Il chip di Starfish infatti, sarebbe decisamente più compatto e richiederebbe molta meno energia per essere alimentato, potendo godere tra l’altro di alimentazione anche in wireless.
Un’operazione che, come la stessa Starfish lascia intravedere, vorrebbe andare ben oltre il semplice sfruttamento per l’intrattenimento, videoludico e non: le applicazione infatti, sarebbero sfruttabili anche in campo medico e scientifico, per sviluppare nuovi trattamenti e cure.
