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Genshin Impact addio a questa funzione: la decisione che limita la libertá di alcuni utenti fa discutere

Il team di HoYoverse, publisher di Genshin Impact, ha accettato di pagare una multa di 20 milioni di dollari, dopo l’accusa della Federal Trade Commission degli USA, secondo cui la società di Singapore avrebbe volato le leggi sulla privacy dei minori e di aver ingannato gli utenti, sottraendo loro dati.

Se c’è un gioco che più di altri, negli ultimi anni ha saputo riscuotere un inaspettato successo, riuscendo a costruire solide basi per una software house praticamente sconosciuta in occidente, questo è sicuramente Genshin Impact. Un titolo che, alle meccaniche da classico adventure-RPG in terza persona, integra un sistema cosiddetto “gacha”, basato sulla fortuna nel riuscire a “estrarre” il premio più ambito.

Ha conquistato tutti, ma ora arrivano i problemi

Per via di tale modello di monetizzazione, che a un certo punto tendeva a rendere quasi ingiocabile il titolo a meno di non spendere consistenti cifre di denaro, Genshin Impact è finito più volte al centro di accese discussioni sulla liceità di tali meccaniche, per un titolo che di base, aveva un target d’utenza abbastanza ampio. E proprio per tutelare i giocatori minorenni, è arrivata mesi fa una denuncia da parte del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti per conto della Federal Trade Commission.

Dopo mesi di analisi e dibattimenti, il team di HoYoverse ha preso una decisione.

Addio loot box per i minorenni

Le accuse rivolte al team di Hoyoverse da parte del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti per conto della Federal Trade Commission, sono principalmente due: aver violato le leggi sulla privacy infantile e aver ingannato gli utenti. Per quanto riguarda il primo punto, l’accusa si fonda sul fatto che, secondo quanto affermato dall’FTC, Cognosphere, società con sede a Singapore operante sotto il nome di HoYoverse, sarebbe stata consapevole che anche bambini al di sotto dei 13 anni, giocassero a Genshin Impact.

Nonostante tale consapevolezza, la società di Singapore avrebbe continuato a raccogliere loro informazioni personali, andando di fatto a violare i principi sanciti Children’s Online Privacy Protection Rule (COPPA), che all’articolo 312 primo comma, recita:

Si fa divieto di atti o pratiche ingiuste o ingannevoli, collegate alla raccolta, all’utilizzo e/o alla divulgazione di informazioni personali di o riguardo a bambini su internet”

Quanto fa 20 milioni in primogem?

chiarendo subito dopo che per “raccolta” di informazioni, si intende nel senso più ampio, anche in riferimento quindi alla stipula dei classici termini d’utilizzo, che aprono spesso alla possibilità di diffondere un certo quantitativo di dati sensibili.

Sulla seconda parte dell’accusa, quella dell’inganno, a chiarire i fatti è Samuel Levine, direttore del Bureau of Consumer Protection della Federal Trade Commission, che spiega come Genshin Impact avrebbe:

“ingannato bambini, adolescenti e altri giocatori a spendere centinaia di dollari su premi che avevano basse probabilità di vittoria”.

Nelle scorse ore dunque, la FTC ha ottenuto una vittoria: il publisher dietro Genshin Impact ha accettato di pagare una multa di ben 20 milioni di dollari e di proibire gli acquisti in game, a tutti i minori di 16 anni a meno di non avere l’autorizzazione da parte dei genitori. Una decisione che farà discutere, ma necessaria per tutelare i minori.

HoYoverse inoltre non potrà vendere loot box utilizzando valuta virtuale senza fornire l’opzione di acquistarli con denaro reale, rendendo note le quote delle loot box e i tassi di cambio per la valuta virtuale. Infine, è fatto obbligo alla società di cancellare tutte le informazioni raccolte, relative a bambini sotto i 13 anni, aderendo di lì in avanti, alla regolamentazione del COPPA.

This post was published on 20 Gennaio 2025 21:00

Pietro Falzone

Redattore Appassionato di videogiochi sin dal sempre più lontano 2002, quando per festeggiare i 5 anni ricevette una copia di Crash Bandicoot per la prima PlayStation. Il richiamo dell'avventura digitale lo fece innamorare di un mondo fatto di pixel, più o meno definiti. E l'amore non si è mai fermato. Inizia così a tastare tutti gli aspetti del mondo videoludico. Tra le sue più grandi passioni, si piazzano in ordine gli MMORPG (con sempre meno per giocarli, purtroppo), gli sparatutto in prima persona e, doprattutto, giochi di ruolo single player. Così si spiegano le più di mille ore, spalmate sui vari titoli From Software, da Demon's Souls in poi. Dalla fine delle medie, scopre una nuova passione: la scrittura. E come se non bastasse, scopre che nel mondo c'è chi scrive riguardo ai videogiochi, come se fosse un lavoro vero. Cosa fare di due passioni del genere dunque? Inizia così la ricerca disperata del giusto vascello, che riuscisse a convogliare voglia di fare, idee e tempo. Dopo un periodo passato a peregrinare, tra siti e sitarelli, approda su Player.it dove trova una casa in cui convogliare idee e spunti, al fianco di un team solido e costruttivo.

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