Machinarium: Recensione

Recensione di Fabiano “Deimos” Zaino

Da anni affronto l’argomento legato al mondo dei videogames non più come semplici giochi su PC e Console ma come vero e proprio movimento artistico. Questo perché per alcuni videogiochi non si può usare altro termine che non arte e Machinarium risulta, ancora una volta, un valido elemento per sottolineare quello che da tempo cerco di far capire alle persone che invece vedono questo linguaggio solo come un piccolo “passatempo” per ragazzi.

UN FILM DI ANIMAZIONE
Machinarium sorprende fin dal primo momento in cui gli occhi si poggiano sullo schermo. Principalmente non ci troviamo per le mani un videogioco o una avventura grafica punta e clicca ma un vero e proprio film di animazione con cui potremo entrare in contatto e cercare di risolvere una situazione che non ci viene assolutamente spiegata ne da un filmato introduttivo ne da dei messaggi a schermo.
Il piccolo e goffo Robot che andremo ad impersonare è un personaggio buffo, strano e forse troppo piccolo per affrontare l’avventura che si prepara a vivere, fra le altre cose, non parla mai e se proprio deve dire qualcosa, lui la pensa o la ricorda grazie a dei baloon che compaiono sopra la sua testolina di latta. Altro elemento interessante è la sua storia, sempre raccontata in momenti di calma apparente: veniamo cosi a conoscenza della sua vita passata e di una ragazza che ha avuto in chissà quale vita, anima gemella che gli è stata strappata e che insegue con la forza di un leone nell’anima.

I creatori di Machinarium però non derivano dalla scuola dei videogames ma da quelli dell’animazione vecchio stile. Amanita Design è un team ceco indipendente che qui si trova a proporre il suo primo gioco in assoluto (se togliamo piccole esperienze con il flash) e se questo è il primo mi chiedo che spettacolo saranno i successivi. Loro nascono artisti e questo si può chiaramente vedere da ogni oggetto o sfondo realizzato completamente a mano (carta e matita) per Machinarium. Non c’è 3D, neanche per animare i personaggi, ognuno di essi è stato realizzato a mano e animato tramite i vecchi criteri dell’animazione, cioè con fogli lucidi e disegni in sequenza.
Il design generale è eccellente e riflette in pieno una grande voglia di far vedere davvero un mondo onirico ma anche particolarmente retrò fin dai primi momenti del gioco. Visivamente eccelle in tutto, dagli sfondi all’animazione generale di tutti e sottolineo tutti i personaggi che incontreremo. Il lavoro fatto è davvero pauroso e segna una profonda stroncatura per tutte le avventure punta e clicca che ho giocato nel corso degli anni. Qui siamo davvero su altri pianeti di linguaggio coreografico, scenico e di gameplay. In parole povere, un capolavoro.

PENSA, MANGIA E RISOLVI
Machinarium nasconde al suo interno degli enigmi che spesso e volentieri potranno lasciare perplessi anche i giocatori più azzardati e navigati. Cosa intendo dire con ciò? Semplicemente che il titolo non è semplice, almeno non sempre ma nasconde degli enigmi anche parecchio difficili benché alla loro chiusura risultano comunque sempre di facile soluzione (ma non sulle prime battute).
Il Robot ha poi due capacità ben definite, la prima è la possibilità di mangiare gli oggetti o di unirli fra loro, nulla di estremamente complesso o originale ma la seconda capacità ci permette di allungare o rimpicciolire il nostro corpo meccanico di modo da raggiungere altezze o piccolezze diverse.
Come ben potete immaginare, questa possibilità apre svariate porte ed è bene abbassarsi o alzarsi per capire sempre meglio quello che bisogna fare dato che un elemento o un oggetto utile può trovarsi sia sopra che sotto i nostri piccoli occhi robotici.
Abbiamo anche enigmi legati principalmente al movimento di leve da azionare al momento giusto o da spostare con certosina precisione ma nulla di davvero complicato. Man mano che la storia prende piede noterete che la difficoltà generale degli enigmi cresce di buona sostanza. Ringrazio Amanita Design per questo visto che le ultime avventure punta e clicca a cui ho giocato peccavano di facilità in maniera disarmante.
La verità degli enigmi è sempre sotto i nostri occhi basta saperla vedere ma se proprio ci troviamo in difficoltà, ci penserà l’uomo di latta (che sembra un parente stretto di quello visto ne Il Mago di Oz) a riportarci sulla giusta via con una semplice indicazione scaturita dai suoi pensieri. Ed è ancora una volta che il format artistico, quello dell’illustrazione  o dedl fumetto più in generale, dona un appeal davvero fantastico a tutto il gioco, anche nella soluzione degli enigmi o di tutto il gameplay generale.

CHE MUSICA RAGAZZI
Se già non bastasse grafica e gameplay per fare di Machinarium un vero e proprio capolavoro, si aggiunge sulle corde del pentagramma anche una composizione musicale che ha dell’eccellente. L’impatto scenografico non poteva e non doveva essere assolutamente mischiato con musichette banali ma grazie alle note di Tomas Dvorak, tutti i temi del gioco affascinano e travolgono cosi come ogni suono legato a tutti i robot che andremo ad incontrare. Difficilmente mi è capitato di rimanere fermo in un gioco (ma qui lo si può fare tranquillamente anche per scoprire nuovi indizi sul piccolo Robot) solamente per ascoltare a casse alzate più della norma la colonna sonora o ogni piccola melodia che il compositore è riuscito a creare per Machinarium.
Emozione allo stato puro.



HO VISTO COSE CHE VOI UMANI…
Citazione tratta da Blade Runner e che qui credo calzi a pennello per descrivere la bellezza e la poesia ma anche l’emozione e il romanticismo che Machinarium ha da offrire. Per me questo titolo è un vero capolavoro, potente in tutto, dalla parte grafica alle musiche, al gameplay. Non esistono difetti che potrebbero non spingerci a non comprare questo titolo che fra l’altro è venduto ad un prezzo bassissimo, 14,99 euro sono davvero una fesseria per un gioco che se anche costava 60 euro sarebbe finito comunque nella mia collezione personale e posizionato in bella mostra, come un Titano. L’unico neo è che per ora il gioco non è stato tradotto nella nostra lingua, come invece è successo per la demo uscita di recente.

Votazione finale: 95/100