Da oggi potrete giocare Gomorra, gioco tratto dal romanzo di Saviano

gomorra videogioco

Il team di sviluppo italiano 34BigThings ha annunciato l’imminente arrivo di Gomorra, videogioco basato sull’omonimo e celebre romanzo di Roberto Saviano.

Il titolo sarà disponibile per i sistemi Android, iOS e PC dal 16 Febbrario: vuol dire che, probabilmente, quando leggerete questo articolo potrete già inserire Gomorra nella vostra libreria.

immagine promozionale del videogioco Gomorra dove vediamo uno dei protagonisti che punta la pistola allo spettatore.

Gomorra diventa un videogioco

Era il 2006 quando viene pubblicato Gomorra, il primo romanzo di Roberto Saviano, scatenando un successo commerciale senza precedenti: parliamo di un libro che ha venduto 10 milioni di copie in tutto il mondo. Sin dalla sua uscita, il successo fu tale da generare inevitabilmente diversi adattamenti: nel 2007 debutta infatti l’omonimo spettacolo teatrale, nel 2008 esce invece il film diretto da Matteo Garrone e nel 2014 arriva anche la celebre serie tv Gomorra – La serie.

A distanza di 2 anni dal finale della serie, che tra i vari adattamenti è stato sicuramente il più amato dal grande pubblico, arriva finalmente anche un videogioco. E sebbene l’intenzione degli sviluppatori sia quella di raccontare una storia coerente con l’immaginario e le atmosfere tipiche di Gomorra, il videogioco non sarà incentrato su nessun personaggio visto nella serie o letto nel romanzo, bensì seguirà la storia di Nina: la figlia del boss mafioso Sergio Miniero. 

Riflessioni e sensibilizzazione al centro di Gomorra

Come spiega ai microfoni di DDAY.it, il game designer Vittorio Mattia Bernatti, hanno “rielaborato un po’ tutto, anche per evitare che un giocatore debba aver letto o visto o aver fatto qualcosa prima […] Abbiamo creato una nuova storia all’interno dello stesso mondo, che non è solo la città di Napoli.”

Nel gestionale narrativo di 34BigThings, il nostro scopo sarà quello di scalare i ranghi della malavita per affermare la superiorità della banda di Nina Miniero. Tutto comincia quando un attentato ai danni del padre costringe Nina a prendere il comando della famiglia mafiosa. Bernatti ci tiene a specificare che il gioco è stato costruito “in un modo che faccia riflettere: senza esaltare la mafia come accade in certe produzioni, che siano videogiochi o libri”.

Schermata di gioco in cui possiamo dare un'occhiata a Nina, la protagonista

Gli sviluppatori hanno quindi posto molta attenzione nell’evitare in tutti i modi di glorificare la criminalità organizzata: “La narrativa, le parole scritte, le immagini, la musica: devono far pensare all’utente che gioca che nessuno possa mai dire che questo gioco è stato usato per uno scopo che non fosse sensibilizzare”.

Cosa aspettarsi dal videogioco di 34BigThings

Secondo le dichiarazioni riportate da Everyeye, il Senior Game Designer Giuseppe Enrico Franchi afferma che “ovviamente l’obiettivo del gioco non è quello di esaltare le azioni della criminalità organizzata o di romanzarle in positivo, ma di comprendere i suoi meccanismi, sia dal punto di vista operativo che da quello sociale, perché ciò che può essere compreso si può anche combattere“.

Lo sviluppo del gioco è durato ben 3 anni, e anche se Roberto Saviano non è stato direttamente coinvolto, il team di sviluppo si è assicurato nel proprio team uno sceneggiatore professionista che ha scritto per Gomorra – La serie, allo scopo di riuscire a imbastire una storia nuova, con personaggi e situazioni inedite:”Ci ha dato modo di riuscire a trasmettere lo stesso mood e la stessa ambientazione di Gomorra al nostro gioco”.

Una delle sezioni narrative del gioco che ci pone davanti a una scelta.

Per quanto riguarda le illustrazioni che impreziosiscono il videogioco di 34BigThings, sono ad opera di Luca Negri: talentuoso illustratore e fumettista, autore dal tratto squisitamente drammatico conosciuto per la raccolta a fumetti “Storie di uomini intraprendenti e di situazioni critiche”, “Controspionaggio. Sull’ascesa e la caduta di Viktor Gaplinsky, broker” e “Naumachia”. Riguardo Negri, Bernatti ha affermato che “è apparso all’improvviso, come un angelo, e ha cominciato a fare dei disegni bellissimi. Inizialmente non lo conoscevo, mi sono interessato al suo lavoro e ne sono rimasto stupito”.

Per evitare di creare un videogioco di nicchia, come accade spesso per i titoli gestionali, il team italiano ha cercato di sintetizzare le meccaniche per renderlo più accessibile possibile al grande pubblico: “La fase gestionale l’abbiamo tenuta davvero, davvero sintetica. Quindi da un lato è molto semplice e dall’altro esistono dei sistemi procedurali che offrono le missioni al giocatore. Perciò, riceverai delle missioni che sono tarate sul tuo status”.