Vi abbiamo mai detto di quanto sembri interessante Stray, il videogioco con protagonista un gatto?

stray

Annapurna Interactive nella notte ha mostrato un corposo gameplay dedicato a Stray, l’inedita avventura con protagonista un gatto randagio. Sebbene tutti siano già impazziti all’idea di vestire i panni (o la pelliccia?) di un gatto per ore e ore, il titolo nasconde altre qualità: un mix intelligente di arte, esplorazione ed enigmi per un coinvolgimento a 360°.

Essere un gatto a 360°

Come detto, Stray è stato accolto molto bene dai videogiocatori sin dall’annuncio dello scorso 11 giugno 2020, soprattutto per la possibilità di controllare un gatto per tutto il corso dell’avventura. In quel caso si trattava di un breve trailer che faceva intendere poco o nulla del gameplay, ma stanotte abbiamo capito che questo inedito titolo di Annapurna nasconde molto di più, prenotando a gran voce un posto tra i videogiochi più attesi del 2022.

Il trailer gameplay ci mostra chiaramente come la “vita da gatto” sia totalmente fedele alla realtà: il protagonista felino di Stray non è soltanto una skin alternativa di un generico personaggio, ma rispecchia alla perfezione tutti i comportamenti e i movimenti di un gatto vero: le fusa, il modo di interagire con gli umani (che non sono umani, ma robot) e le reazioni di fronte al pericolo. Tutte queste caratteristiche, che potrebbero sembrare una sciocchezza, sono comunque figlie di un’ottima attenzione ai dettagli capace di rendere il gameplay molto più immersivo.

Enigmi in un futuro distopico

Ok, siamo dei gatti, ma in cosa consiste il gioco?
Stray è un’avventura attraverso una città dallo stile cyberpunk, ricca di misteri e popolata da diversi robot umanoidi. Il trailer ci mostra le fasi iniziali del gioco nelle quali possiamo notare i movimenti davvero fluidi del gatto protagonista, non velocissimi, ma che allo stesso tempo non rovinano il ritmo di un gioco che per natura procede con calma, dando la possibilità al giocatore di ammirare gli scenari desolati, dai colori scuri, ma immersivi e ricchi di dettagli.

Sui passi del nostro amico a quattro zampe (anche se inizialmente sono tre) siamo portati a esplorare la città che inizialmente sembra deserta, ma che rivela ben presto una comunità di umani robotici, apparentemente schivi, ma che ben presto si renderanno molto utili per il prosieguo dell’avventura. Armati inizialmente solo delle nostre fauci e delle zampe sempre pronte a spingere oggetti da una sporgenza, ci ritroveremo di fronte a vari enigmi ambientali da risolvere. (Per esempio, nel trailer si vede come il gatto protagonista spinga un secchio attraverso le pale di un’elica per bloccarle e procedere oltre).

Stray gameplay

Oltre all’esplorazione e alla risoluzione degli enigmi, un altro obiettivo importante del gioco è quello della sopravvivenza: le difficoltà non sono solo date dall’ambientazione ostile, ricca di pericoli, ma anche da piccoli esseri robotici pronti ad attaccare chiunque si avvicini. In questo frangente gioca un ruolo fondamentale B-12, un piccolo robot presentato in questo trailer che ci aiuterà a difenderci da ogni pericolo, donandoci nelle fasi avanzate del gioco anche un’arma per combattere i nemici.

Quando il protagonista è un animale

Il videogioco è arte creativa e come tale stimola la fantasia di chi lo crea: Stray di certo non è il primo gioco a utilizzare un animale come protagonista assoluto controllabile dal giocatore, anzi spesso negli anni ’90 c’era una tendenza a utilizzare personaggi principali provenienti dal mondo animale, soprattutto nei titoli d’avventura o platform. Basti pensare alla saga di Crash Bandicoot, Sonic, Banjo e Kazooie, Donkey Kong o anche Yoshi; tutti animali che però hanno la particolarità di essere quasi antropomorfi e cartooneschi, a differenza del gatto di Stray totalmente realistico.

In tempi moderni il ruolo degli animali nei videogiochi è cambiato, divenendo più marginale, facendo più che altro da supporto al protagonista umano: è questo il caso per esempio dei cavalli in Red Dead Redemption, delle volpi in Ghost of Tsushima o dell’infinità di cani presenti in moltissimi videogiochi, nei quali è diventata una prassi accarezzarli. In questi casi gli animali sono realistici, ma sono limitati a ruoli secondari e non sono quasi mai controllabili dal giocatore che può al massimo interagire con essi.

oca scappa dal giardiniere con il cappello

Nel corso della storia, recente e passata, però ci sono stati anche tanti titoli con protagonisti animali realistici, nei quali il giocatore doveva immedesimarsi a 360° nei comportamenti di un altro essere vivente: ricordiamo Ecco the Dolphin, videogioco con protagonista un delfino pubblicato nel 1993 su Sega Mega Drive o il più celebre Dog’s Life, simulatore di “vita canina” arrivato sulle nostre console nei primi anni del 2000. Nel 2012 invece arriva Tokyo Jungle in cui il giocatore ha la possibilità di controllare vari animali in un gameplay stealth; doverose inoltre le menzioni per il celebre Untitled Goose Game, nel quale bisogna portare a termine varie missioni controllando un’oca dispettosa, e per Goat Simulator, che, come da titolo, è un gioco in cui una capra combina enormi casini per le strade di un quartiere.

Buoni propositi per l’anno nuovo

Mancano ancora più di 6 mesi all’uscita di Stray (programmato per i mesi iniziali del 2022), ma queste prime immagini del titolo promettono davvero bene rassicurandoci sul lavoro certosino svolto sia da Bluetwelve che da Annapurna Interactive. C’è chi (scherzosamente) lo premia già come “GOTY 2022” e vedendo l’accoglienza ricevuta dai primi trailer e la qualità del prodotto mostrato probabilmente sarà davvero preso in considerazione ai The Game Awards del prossimo anno.

Sono ancora tante le domande senza risposta, non sappiamo ancora lo scopo finale del gatto protagonista, la sua storia, il destino della civiltà in cui si ritrova a sopravvivere ogni giorno e chi o cosa è l’artefice del degrado che ha colpito la metropoli, nei prossimi 6 mesi magari potremmo saperne di più.