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La difficile estate di Twitch

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La vita quotidiana ci ha insegnato che le cose spesso e volentieri possono andare bene e poi male nel giro di qualche ora; per Twitch possiamo fare un discorso simile visto che al momento sta passando uno dei suoi periodi più burrascosi tra problemi d’immagine e problemi con alcuni dei suoi creators più importanti. Twitch sta affrontando quella che possiamo definire, quasi con assoluta certezza, l’estate più difficile della sua vita.

Perchè diciamo ciò?
Perché basta cercare la parola Twitch su di un motore di ricerca per vedere il brand venire associato ad una lunghissima serie di problemi riguardanti le più disparate categorie d’interesse: la piattaforma ha perso il suo creator più importante a livello storico ed è stata criticata dallo stesso per una gestione dubbia delle funzioni legate ai consigliati; come se non bastasse ci sono anche problemi legati alle tipologie di pubblicità che vengono passate sulla piattaforma e problemi legati alle sanzioni inflitte a varie personalità del mondo dello streaming, tutto fuorché coerenti nel lungo periodo.

Vediamo insieme come se la sta passando al momento Twitch, nella sua estate più dura.

Twitch e Ninja: storia di un’ assenza.

Che succede quando il più importante streamer del più importante titolo presente sulla piattaforma prende e se ne va a causa di un contratto multimilionario con uno dei propri rivali?
Si inizia a dover fare i conti con un buco molto grande lasciato all’interno della struttura della piattaforma.

Questo è più o meno quello che è successo da quando Ninja ha preso e se n’è andato in quel di Mixer, piattaforma rivale di Microsoft, in seguito ad un contratto da svariati milioni di dollari. Ninja, che è uno dei maggiori responsabili dell’incredibile successo mediatico di Fortnite, ha lasciato un posto vacante nella piattaforma che Twitch ha utilizzato per sponsorizzare canali di suo gradimento.

Per un qualche problema riguardante gli algoritmi sembra proprio che Twitch abbia utilizzato il nome ed il brand di Ninja per pubblicizzare un suo streaming riguardante Fortnite che ha al suo interno contenuti di natura sessuale/pornografica; come prevedibile Ninja stesso non l’ha presa benissimo ed ha rilasciato su Twitter un video dove spiega la sua posizione al riguardo, chiedendo a Twitch di non essere trasformato in una pagina pubblcitaria per contenuti avulsi dal suo stile.

“Ho fatto streaming per otto anni al fine di creare un brand e costruire un canale di successo. Sul mio canale il contenuto raccomandato era di natura pornografica, qualcosa che non ho mai nemmeno lontanamente trattato all’interno delle mie trasmissioni e qualcosa che in un certo senso mi ferisce”

Ovviamente alterato per la questione, Blevins ha sostanzialmente richiesto la rimozione delle trasmissioni sponsorizzate dal suo canale, desiderio che è stato a suo modo accontentato dalla piattaforma. Il materiale pornografico all’interno della questione, inoltre, è comparso sulla pagina di Ninja per problemi legati all’algoritmo e Twitch si è poi scusato per non essere stato in grado di rimuoverlo velocemente come promesso.

Il CEO della piattaforma, Emmet Shear, si è scusato pubblicato con Blevins su Twitter .

“La nostra community entra su Twitch alla ricerca di streaming da poter guardare.  Per poter assicurare loro di trovare sempre qualcosa di cui poter usufruire, stiamo sperimentando un sistema di raccomandazioni che è capillare verso tutte le pagine di Twitch, comprese le pagine di streamers che al momento risultano offline. Questo permette alla community di creatori di contenuti di essere più connessa.

Purtroppo il contenuto di natura pornografica comparso sulla pagina di Ninja violava apertamente i nostri termini di servizio e ci siamo visti costretti a sospendere permanente l’account dalla nostra piattaforma; è stato un errore grossolano a cui non abbiamo risposto abbastanza velocemente. Da un punto di vista maggiormente personale vorrei scusarmi personalmente con Ninja per quello che è successo. Non era nelle nostre intenzioni e ciò che è successo non sarebbe mai dovuto accadere, non ci sono scuse abbastanza efficaci per questo.”

Punirne uno per educarne cento?

Come se non bastasse ultimamente Twitch se l’è dovuta vedere con una serie di polemiche riguardanti dei creatori di contenuti e le sanzioni ad esse imposte, non sempre coerenti con la gravità dei fatti e alle volte completamente disuguali tra di loro.

Alinity Divine è una streamer dai numeri interessanti che nel corso delle ultime settimane ha vistpo una serie di polemiche cirocndarla: in primis la ragazza è stata accusata di aver utilizzato, durante il corso di una trasmissione, epiteti razzisti vietati dalle condizioni d’uso della piattaforma ed è anche accusata di aver maltrattato il suo gatto durante una trasmissione. L’assenza di sanzioni da parte di Twitch per questa serie di episodi ha fatto arrabbiare qualcuno nella community che è arrivato poi a creare una petizione per implorarne il ban dalla piattaforme, arrivando a raccogliere quasi cinquantamila firme.

La streamer ha tentato di chiarire la sua posizione al riguardo con un tweet in cui spiega il suo punto di vista: non è madrelingua inglese e sbaglia a pronunciare parole; nessun insulto razzista.

https://www.youtube.com/watch?v=0q3-EvTgchs

L’incidente del gatto, invece, è di portata differente: la streamer in due differenti occasioni ha “maltrattato” (almeno secondo gli standard americani) il suo felino domestico: una volta lanciandolo e una volta facendogli bere della vodka. Osservando il video in sovraimpressione è comunque semplice comprendere che il lancio effettuato dalla streamer difficilmente potrà aver avuto conseguenze sul gatto, vista l’assenza di forza nel gesto e la quantità di vodka ingerita dal micio è decisamente sotto le soglie pericolose che si possono trovare sul web.

Quando Twitch punisce i suoi creatori però lo fà in modi che a volte non si possono comprendere con semplicità: durante l’E3 2019 Dr. Disespect ha ricevuto un ban temporaneo di qualche settimana per essersi filmato mentre andava in bagno (illegale nello stato della California) e per aver filmato dei minorenni senza consenso (illegale un po’ in tutta America); il ban temporaneo di Dr. Disrespect è durato due settimane.

Mesi prima del suo abbandono della piattaforma, anche Ninja stesso finì al centro di una polemica riguardante il suo lessico durante le trasmissioni e Twitch invece di punirlo chiese unicamente delle scuse pubbliche. Streamer di minori dimensioni come Pink Ward e TFue, per accuse simili a quelle di Blevins, hanno dovuto subire un ban di trenta giorni dalla piattaforma; due pesi e due misure per qualcosa (un regolamento) che dovrebbe essere per sua natura lineare ed uguale per tutti.

Piccoli passi in avanti

Fortunatamente Twitch in quest’estate è anche riuscito a fare qualcosa di positivo. Il servizio di streaming di Amazon, nella sua continua corsa al miglioramento, ha iniziato a sviluppare la sua applicazione per il controllo dello streaming chiamata Twitch Studio.

Badate bene, non stiamo parlando di qualcosa di profondamente ludico come Twitch Sings, ma di un programma che andrebbe a sostituire il ben più famoso e popolare OBS con un applicativo realizzato appositamente per la piattaforma. L’applicativo è stato annunciato sul blog di Twitch l’8 agosto con un post ufficiale che pa parla di un applicazione di streaming all in one dedicata ai nuovi streamers, per mettere in piedi uno stream di qualità e interagire con la propria community senza problemi di alcun tipo, con zero complicazioni aggiunte.

L’applicativo avrà un setup guidato per permettere ai meno avvezzi di trovare i settaggi ottimale per streammare, includendo istruzioni anche per le task più semplici come il collegamento di microfono e webcam; a questo andranno aggiunti i templates personalizzabili per rendeere il proprio stream visivamente appagante ed una serie di plugin per permettere al creatore di contenuti di interagire comodamente con la community mentre si è in live.

Certo, Twitch se la deve vedere con una grande quantità di concorrenti: Streamlabs OBS, Xsplit, Gamecaster, Broadcaster, Streamelements sono solo alcuni dei nomi famosi con cui l’azienda deve confrontarsi nel mercato dei programmi per lo streaming; per ovviare al problema la compagnia ha ovviamente cercato di puntare a quella fascia di mercato non abbastanza pratica con il mondo dell’informatica per destreggiarsi tra tutte queste moltitudini di opziioni ed informazioni. Twitch è arrivato tardi nel mercato e lo sa benissimo.

Se si è intenzionati a provare Twitch Studio è possibile iscriversi alla beta attraverso una registrazione raggiungibile cliccando qui; ogni settimana nuovi utenti verranno invitati a provare la beta.

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