Google “rompe” con Huawei: cosa sta succedendo?

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Se avete aperto un qualsiasi social nelle ultime ore, è probabile che siate già incappati in quella che senza dubbio è la più discussa notizia del giorno (dopo l’episodio finale di Game of Thrones, ovviamente): Google ha interrotto la collaborazione con Huawei, bloccando l’accesso alle future versioni di Android ed altri software proprietari di Google con effetto immediato.

Cita una fonte di Google tramite un articolo esclusivo di Reuters:

Huawei potrà usare solamente la versione pubblica di Android e non sarà in grado di accedere ad app e servizi proprietari di Google

Perché?

La decisione unilaterale di Google non è spontanea ed è causata dai piani alti della politica statunitense – più precisamente, dal blocco commerciale firmato dal presidente Trump che impedisce alle aziende tecnologiche americane di vendere beni e servizi ad una lista nera di aziende cinesi, nella quale è ovviamente inclusa anche Huawei.

L'”antipatia” dell’attuale governo USA verso l’azienda cinese è nota da parecchio tempo per via delle numerose accuse lanciate verso Huawei di aver installato sui propri telefoni dei malware finalizzati alla raccolta ed invio di dati senza il consenso degli utenti. Inoltre, l’amministrazione Trump ha spesso sollevato l’interesse a dare priorità alle aziende americane rispetto a quelle cinesi, come nel caso delle soluzioni di rete 5G offerte da Cisco.

Non vogliamo commentare la decisione o prendere parti in merito, per cui ci limiteremo ad informarvi su cosa accadrà se siete proprietari di dispositivi Huawei.

Cosa comporta?

 

Un tweet dell’account ufficiale Android per rassicurare gli utenti

 

Ci stiamo conformato agli ordini e valutando le implicazioni“, dice a Reuters la fonte di Google. Questo significa che tutti i servizi Android e Google (come il fondamentale Play Store, ad esempio) continueranno a funzionare sui dispositivi Huawei già esistenti, tuttavia non è possibile sapere per quanto.

Huawei, tuttavia, non è stata colta impreparata: prevedendo un rischio simile, l’azienda ha rivelato di aver lavorato per ben sette anni ad un sistema operativo proprietario alternativo (denominato Huawei OS), funzionalmente simile ad Android ma totalmente disconnesso dal medesimo.

Non solo Google

Ovviamente il blocco non riguarda solo Google, per cui anche altre aziende come Intel e Qualcomm hanno dovuto adeguarsi alle nuove direttive del governo e mettere fine ai rapporti commerciali con Huawei. Sebbene le aziende nominate siano tra i principali fornitori di chip usati dai telefoni della corporazione cinese, quest’ultima ha rivelato di essere pronta con un piano di riserva anche per questo scenario, e di aver acquistato e accumulato continuamente surplus di componenti dai fornitori americani per almeno tre mesi.

Huawei, in sostanza, non ne esce particolarmente scalfita e, come al solito, a rimetterci sono perlopiù i consumatori. Vedremo come andrà a finire questa storia.