Penale di un euro per gli utenti inattivi su G2A Pay

G2A imamgine copertina con logo

Immaginate di star li li per acquistare il gioco dei vostri sogni, visto su uno dei soliti siti con dei prezzi ribassati in grado di offrirvi la key che desiderate per qualche spiccio; immaginate di aver cliccato acquisto e di avere nel vostro gestore di pagamenti collegato al sito unicamente i soldi necessari all’acquisto del conto.

Mettete il gioco nel carrello, proseguite avanti con una certa foga e vi trovate davanti ad una bella scritta: “Transazione rifiutata”

Non capite, è un po’ che non acquistate più nulla e non avete idea del perché la transazione sia stata rifiutata.
Per fugare i  vostri dubbi iniziate ad aprire tutte quante le varie impostazioni dell’account alla ricerca di qualcosa di esplicativo; finite sullo storico transazioni e ricevete li la vostra brutta sorpresa.

I cinque euro mancanti sono frutto di cinque differenti transazioni dall’importo di un singolo euro, presi mese mese proprio da G2A Pay; in preda alla furia distruggete il case del vostro personal computer da gaming a suon di randellate utilizzando la tastiera come una mazza.

Fine breve storia triste.

G2A Pay introduce una penale per inattività.

G2A screenshot homepage

Torniamo alla realtà dei fatti: il sistema di pagamento G2A Pay, collegato al più noto sito di compravendita di chiavi G2A ha introdotto una nuova gabella che va a colpire tutti quegli utenti che rimangono inattivi per più di 180 giorni, chiedendo il pagamento di un euro per ogni mese passato oltre quella cifra.

Tale tassa è stata giustificata attraversione una dichiarazione che la descrive come relativa al monitoraggio e la manutenzione di ogni account.

La cosa è stata scoperta da un utente di reddit che ha ricevuto un’ email in cui veniva informato del pagamento della cifra sopra descritta a causa della sua inattività.

Da li è nata una piccola crociata per scoprire tutto ciò che riguarda tale gabola con tanto di triste conclusione: questa tassa specifica era prevista all’interno del contratto di licenza di G2A nella seconda sezione dei termini da accettare, all’interno della sottosezione chiamata item 20. A scoprirlo è stato lo sviluppatore indipendente Dan Marshall che ne ha denunciato l’esistenza attraverso il suo account Twitter.

Le risposte di G2A.

G2A ha, in ogni caso, tirato fuori una risposta ufficiale che recita più o meno così:

G2A Pay addebita una penale d’inattività per quegli utenti che non sono entrati all’interno del loro account G2A.Com per 180 giorni. Un’ email viene mandata all’utente in questione tre giorni prima dell’addebito per permettere loro di connettersi ed evitare di ricevere la sopra descritta penale. In caso tale azione non venga eseguita allora l’utente si ritroverà una transazione dal valore di un euro che verrà preso direttamente dal suo Portafogli G2A (in caso di assenza di fondi sul portafogli non verrà applicata nessuna penale). Per ogni altro mese di inattività dopo i centottanta giorni verrà applicata la stessa penale finché l’utente rimarrà inattivo. Al login dell’utente il contatore di giorni verrà resettato e si avranno a disposizione altri 180 dì prima di vedere il processore ricominciare. Togliere l’inattività dal proprio account G2A è semplicissimo poiché è semplicemente necessario entrare all’interno del proprio account una volta che si è entrati nel sito G2A.com.”

L’azienda ha anche spiegato il perché di tale penale in modo ufficiale:

“G2A applica tale penale poiché gli account inattivi costano denaro sotto forma di manutenzione dei server e delle infrastrutture informatiche necessarie al corretto funzionamento del sito; se qualcuno non usa un nostro account non ha senso mantenerlo. Noi non chiediamo agli utenti di comprare qualcosa dal nostro sito, chiediamo loro semplicemente di entrare all’interno di G2A.com con le loro credenziali una volta ogni sei mesi in modo da confermare che sono ancora intenzionati a continuare il rapporto con i nostri servizi. Come istituzione finanziaria siamo, per legge, obbligati a verificare i fondi esistenti sugli account creati sul nostro sito. Una volta che un account viene considerato come “abbandonato” allora ci muoviamo per renderlo consono ai regolamenti, alle giurisdizioni sotto cui ci troviamo e alle leggi a cui sottostiamo.

Perché è successo questo?

Al momento G2A è il primo esempio di marketplace online a promulgare un simile regolamento per quanto riguarda la gestione dell’inattività del’account; il fatto che la qeustione sia suonata nuova a praticamente tutti i suoi utenti cosa potrebbe voler dire?

G2A probabilmente ha mal comunicato il fatto ai suoi utenti nascondendosi dietro i soliti enormi muri di testi che sono rappresentati da ogni contratto di licenza che ci limitiamo ad accettare passivamente nel corso delle nostre registrazioni ai siti web; una migliore gestione delle informazioni date all’utente durante il processo di registrazione molto probabilmente avrebbe evitato la nascita di tali polemiche sulla questione.

Altri utenti tacciano l’azienda invece di comportamento scorretto e vedono tale penale come una metodologia alternativa che l’azienda sta usando per tirare su qualche soldo all’interno della cassa.

L’utente AlwaysGeeky ha detto questo, ricevendo un certo seguito.

“Credo che queste siano menzogne. Chiunque abbia anche la minima conoscenza im ambito tecnologico che sa quando si parla di mantenere un account ci si ritrova semplicemente davanti il compito di conservare dei dati all’interno di database, non è necessario mantenere nient’altro. Un altro motivo, forse ancora più importante, che mi fa credere che questa di G2A sia solo una triste menzogna riguarda il fatto che è l’unica azienda ad attuare una simile strategia di protezione. Gli account inattivi, probabilmente, esistono anche in community come quella di Steam, di Amazon, di Facebook, di Playstation, di Xbox e così via; perché solo G2A applica una penale e tutti gli altri no?

Per tali motivi io sono convinto al 100% che questo sia solo uno sporco trucco dell’azienda alla ricerca di altro denaro con cui riempire le proprie casse; non credete alle loro bugie per nessun motivo al mondo!”

Al momento l’azienda americana non ha rilasciato ulteriori dichiarazioni sulla vicenda.

Pensate che le dichiarazioni rilasciate per il momento da G2A siano sensati o siano, come sottolineato nel post reddit di cui sopra, sempliemente l’ennesima trovata delle azienda per spillare soldi ai poveri utenti?

Fatecelo sapere nei commenti!