Star Fox Zero – Recensione

Articolo a cura di Gianluca “DottorKillex” Arena

Leggi anche la recensione di Star Fox Guard

In un momento di passaggio per Nintendo, divisa tra la nuova console, My Nintendo, il sistema di fedeltà che ha appena debuttato, e l’anno conclusivo (o almeno così si presume) del ciclo vitale di WiiU, arriva sull’attuale macchina casalinga uno dei titoli più attesi della line up di quest’anno, Star Fox Zero. Insieme alla grande N, al ritorno in grande stile di Fox McCloud e compagnia hanno lavorato anche i ragazzi di Platinum Games, che hanno saputo farsi un nome nel campo dei titoli d’azione grazie a capolavori del calibro di Bayonetta e Vanquish.
Basterà questa joint venture per assicurare ad una delle console più sottovalutate di sempre un momento di gloria?
Scopriamolo insieme.


Star Fox team, all’assalto!

Sin dalla possibilità di assistere ad un recap prima ancora di iniziare a giocare, appare evidente l’intenzione di Nintendo di ripartire da Star Fox Zero come fosse un vero e proprio reboot, che avvicini le nuove generazioni di giocatori ad un franchise che, in realtà, risale addirittura ai tempi del Super Nintendo, indimenticabile console dell’era a 16 bit. Senza dare alcuna conoscenza pregressa per scontata, quindi, l’incipit narrativo ci conduce direttamente nell’abitacolo di Fox McCloud, leader del team Star Fox e figlio di James, onorato pilota di caccia spaziali morto in servizio a causa del tradimento di uno dei suoi compagni, Pigma, che aveva venduto i suoi servigi al nemico.
Il nemico in questione è Andross, scimmia antropomorfa che mira ad espandere i propri domini su Corneria e su tutti i pianeti del sistema galattico in cui il gioco è ambientato: più che il plot in sé, come da tradizione per il franchise, a coinvolgere il giocatore sono piuttosto il rapporto tra i piloti della Star Fox, le continue battute comunicate via radio durante le missioni, l’aiutarsi a vicenda nei momenti topici delle battaglie.
Anche stavolta, le personalità dei tre coprotagonisti spiccano e divertono il giocatore: Falco Lombardi è il solito sbruffone, che però non si tira mai indietro quando c’è da mettere mano al pulsante del fuoco, Slippy Toad è previdente e timido (ma vivrà il suo momento di gloria in Star Fox Guard, di cui potete leggere la nostra recensione) e Peppy Hare rappresenta un po’ la chioccia del gruppo, avendo già volato con il padre di Fox, cui, peraltro, deve la vita.
Per quanto stereotipati e bidimensionali, anche gli antagonisti hanno il loro perché: oltre ad Andross, nemesi per antonomasia, c’è Wolf O’Donnell, una volpe come Fox, altrettanto maestra nel dogfight, che darà filo da torcere in più di una missione, e i suoi scagnozzi, tra cui lo stesso Pigma di cui sopra.
Passando ad analizzare l’offerta in termini di modalità, invece, rimane un po’ di amaro in bocca: oltre alla storia, dotata di bivi ma comunque completabile in quattro – cinque ore di gioco, ci sono una modalità arcade, che incita alla speedrun tagliando le sequenze narrative, ed una cooperativa per due giocatori.
Nonostante quest’ultima in particolare diverta, insomma, il pacchetto non è dei più ricchi.

In attesa dell’intuitività

Ciò che sorprende, e non in positivo, della coproduzione Nintendo/Platinum Games è la complessità del sistema di controllo: nel tentativo di sfruttare al massimo le potenzialità del GamePad (che rimane, a nostro avviso, una periferica eccellente ma raramente sfruttata in maniera adeguata), il team di sviluppo ha costruito i controlli attorno all’alternanza dello sguardo del giocatore tra lo schermo della TV e quello della periferica, costringendo ad un balletto che funziona solamente a tratti.
Quando Star Fox Zero impegna il giocatore in missioni classiche per la saga, quelle su binari, dove l’attenzione è posta sullo shooting puro più che sulla gestione degli spazi e delle distanze, la possibilità di utilizzare lo schermo del GamePad come mirino per godere di maggior precisione funziona alla meraviglia.
In questi frangenti, svincolato dalla necessità di dirigere la navicella, che avanza automaticamente, il giocatore può concentrarsi sulla periferica, limitandosi a qualche occhiata sporadica alla TV.
Quando, però, la missione richiede l’attivazione della modalità Volo Libero, che delega al giocatore, contemporaneamente, tanto la gestione della direzione di volo dell’Airwing quanto il sistema di puntamento dell’arma, allora le cose si fanno decisamente caotiche.
Il giocatore è costretto a palleggiare lo sguardo tra i due schermi, controllando con l’analogico sinistro il movimento in tre dimensioni della nave e con il giroscopio integrato il reticolo di mira: un sistema scomodo, poco intuitivo, che richiede diverse ore di adattamento per garantire la fluidità e la prontezza necessarie.
La cosa appare ancora più strana considerando la storia di Nintendo e la sua costante attenzione verso fasce di pubblico trasversali, che è sempre passata attraverso sistemi di controllo efficaci, intuitivi, in cui i tempi di adattamento erano vicini allo zero.
Star Fox Zero non è ingiocabile, beninteso, solo dotato di un sistema di controllo arzigogolato e di difficile approccio, che richiede di spendere tanto tempo nella modalità Tutorial quanto nell’avventura vera e propria, come detto non delle più longeve.
Quando le cose funzionano, infatti, mirare con il giroscopio garantisce una certa precisione anche nei momenti più frenetici (non è sempre stato così con i sensori di movimento) e la sensazione di immersione garantita dalla visuale in prima persona è notevole.
Il rammarico aumenta, se possibile, analizzando le altre componenti del gameplay del titolo, tutte piuttosto riuscite: la possibilità di pilotare tre mezzi alternativi (Gyrowing, Walker e Landmaster), ognuno dotato di feeling diverso e missioni dedicate, la bontà delle boss fight, che, grazie a Platinum Games, hanno guadagnato in spettacolarità e intensità, e la varietà delle missioni, che spesso esulano dalle meccaniche classiche degli shooter su binari.
Se siete fan della serie e non vi spaventa dovervi impratichire a lungo, insomma, l’ultima fatica della grande N conserva comunque il suo appeal, ma una buona fetta dell’utenza Nintendo rimarrà spiazzata dal sistema di controllo.

60 fps anche con due schermi

Difficile lamentarsi del comparto tecnico, anche a fronte di una modellazione poligonale buona ma non eccezionale: la fluidità, fondamentale in un titolo dal gameplay frenetico e rapido come Star Fox Zero, è garantita dai sessanta frame per secondo pressoché stabili, con cali sporadici e comunque mai eccessivi (si rimane comunque nell’ambito dei 50-55 fps).
Tale risultato rappresenta, già di per sé, una vittoria, viste le critiche ricevute dall’hardware Nintendo negli anni e il fatto che, mai come in questa circostanza, Wii U è chiamato a gestire due schermi in contemporanea, sui quali succede di tutto, soprattutto nelle missioni più concitate.
Il prezzo da pagare è una risoluzione di “soli” 720p, ma si tratta di un compromesso più che accettabile considerando che la priorità non poteva che risiedere nella velocità di gioco e nell’assenza di qualsivoglia input lag.
Molto bene le esplosioni e gli effetti di luce, che hanno fatto passi da gigante rispetto alle ultime uscite in fase di preview, e il comparto audio, che si avvale di un doppiaggio in lingua italiana di buona fattura e di voci che rimbalzano alle orecchie del giocatore tramite gli speaker del GamePad, aumentando il senso di immedesimazione del giocatore, che, quando non starà litigando col sistema di controllo, si sentirà un vero pilota di caccia stellari.
Niente multiplayer online, purtroppo, ma, come anticipato, la cooperativa in locale con un amico (che potrà utilizzare il Controller Pro o il Wiimote indifferentemente) riesce a regalare sprazzi di divertimento.

Commento finale

Star Fox Zero è un prodotto coraggioso, che amplia le soluzioni di gameplay cui la saga potrà attingere anche in futuro e riserva boss fight spettacolari e un framerate molto solido.
Peccato, allora, che il sistema di controllo scelto non risulti né comodo né intuitivo, e costringa ad una fase di apprendistato abbastanza lunga, che non tutti gradiranno.
I fan storici della saga, più portati ad avere pazienza con un franchise amato, dovrebbero comunque considerarne l’acquisto, ma tutti coloro che da Nintendo sono abituati ad aspettarsi prodotti capaci di divertire e coinvolgere dal primo istante potrebbero trovarsi impreparati dinanzi all’ultima fatica di Platinum Games.