Rekoil – Recensione

Articolo a cura di Alessandro Arndt Mucchi

Fa sempre piacere avere delle alternative a quei tre, quattro titoli che dominano indiscussi un genere. Parliamo di sparatutto, e parliamo ovviamente di una tipologia di giochi spesso associata ai soliti noti del settore, ma parliamo anche del tentativo di 505 Games di produrre qualcosa in grado di farci staccare dalle maxi produzioni tripla A per almeno qualche ora di semplici sparatorie senza fronzoli. Idea stuzzicante, no? Peccato che almeno qualche fronzolo sarebbe stato necessario, visto che l’esperienza con Rekoil si rivela fin dai primissimi minuti di gioco fiacca, e priva di personalità. Ma non saltiamo alle conclusioni, e andiamo con ordine nel nostro racconto di questa produzione che ha il suo più grande punto di forza in un terreno particolarmente interessante: quello del modding e della creazione di contenuti.

Disegnare le arene
A patto di avere una qualche conoscenza degli ambienti di modellazione 3D, Rekoil è in grado di offrire al giocatore uno strumento di editing per le mappe capace di fare la gioia dell’appassionato. Bisogna sapere dove mettere le mani, vero, ma una volta presa confidenza ecco che le nostre creazioni prendono vita in tutta la (datata) bellezza dell’Unreal Engine. Tecnicamente il titolo Plastic Piranha non ha infatti nessuna pretesa, e lo si vede da texture scialbe, costruzioni poligonali semplici e comparto effetti ridotto all’osso, ma forse questo si traduce in una maggiore leggibilità delle ambientazioni, ed una conseguente maggiore accessibilità dell’editor, anche se qualche dettaglio in più non avrebbe guastato e sarebbe stato in grado di elevare una produzione al momento solo sufficiente sul fronte video. 
Una volta creata la propria mappa ci viene data la possibilità di andare a provarla online in una delle modalità di gioco previste, che spaziano dalle classicissimo deathmatch a squadre, fino all più personale Rekondito, che merita una trattazione a parte. In questa modalità un giocatore, invisibile ed armato solo di coltello, dovrà cacciare gli altri cercando di non farsi ammazzare. Ad ogni suo movimento l’invisibilità diventerà meno marcata e sarà più facile da individuare, così come sarà la sua prossimità agli avversari ad essere segnalata. La tecnica vincente è sembrata girare attorno alla maggiore velocità di corsa del Rekondito, che può così balzare addosso agli altri giocatori senza dare il tempo di capire da dove arrivi l’attacco. Una modalità, insomma, diversa dal solito, piacevole aggiunta ad un’offerta altrimenti fin troppo canonica.

C’è nessuno?
Ma parliamo ora del gameplay vero e proprio, un gameplay che gode di hitbox precise e di armi ben caratterizzate, e che quindi potrebbe anche rivelarsi piacevole se non fosse per alcune scelte che lasciano perplessi. La completa mancanza di un qualsiasi sistema di progressione del personaggio, sia durante le partite che ad un livello superiore, riduce tutta l’esperienza al semplice sparacchiarsi in compagnia, piacevole per carità, ma un po’ fine a se stesso se privo del necessario contorno. A questo aggiungiamoci che tutte le (molte) armi presenti nel software sono disponibili fin dal primo avvio, da un lato dando un ampio ventaglio di scelte al giocatore, ma dall’altro (di nuovo) abbattendo la sensazione di progresso. Mancano, inoltre, accessori da combinare alle armi come mirini e caricatori aggiuntivi, riducendo così la pianificazione tattica alla sola scelta del proprio strumento di morte.
Abbiamo dunque un’impostazione decisamente “old school” nell’approccio ad inventario e gameplay, che potrebbe comunque piacere ad un certo gruppo di giocatori, ma che purtroppo si scontra con il bassissimo livello di popolazione dei server. Durante la nostra prova (versione PC) ci è capitato di vedere al massimo una quindicina di persone connesse contemporaneamente, distribuite su due mappe, un problema che potrebbe essere risolto con una maggiore diffusione del titolo che però è difficile da prevedere al momento.

Commento finale
Il gameplay di Rekoil non soffre di drammatici problemi, quello che manca alla produzione Plastic Piranha è purtroppo tutto il contorno alle sparatorie, partendo da un sistema di progressione del personaggio, per arrivare fino alla personalizzazione delle armi, passando per un livello tecnico appena sufficiente. L’attrattiva maggiore è dunque data dall’editor delle mappe che, sapendo come sfruttarlo, può rivelarsi un’aggiunta decisamente interessante per quegli utenti che avessero il desiderio di cimentarsi con la creazione di scenari. Al momento, per quanto riguarda la versione PC, è da segnalare anche il bassissimo numero di utenti, che se dovesse rimanere tale sarebbe il principale ostacolo al divertimento.
Ci sentiamo, dunque, di consigliare Rekoil solo a chi fosse stufo delle alternative ed avesse 10 Euro da spendere per un interessante editor delle mappe con la possibilità poi, popolazione dei server permettendo, di  provare sul campo le proprie creazioni.