Video Confronto: Call of Duty Ghosts Ghosts Vs Battlefield 4 su Next Gen

Testo e Video Claudio Consoli
Voce Alessandro Mucchi
codvsbattlefield

Con il lancio della nuova generazione di console Microsoft e Sony, c’é un genere che non poteva davvero mancare ad accompagnare le piattaforme sul mercato, é quello degli sparatutto in prima persona competitivi. A spartirsi il mercato, come da anni a questa parte, sono ancora le serie Call of Duty e Battlefied, due prodotti diversi tra loro pur trattando simili atmosfere, e che proprio per la loro diversità riescono a dividere il pubblico a metà tra estimatori e detrattori. Le nuove edizioni utili a portare i rispettivi brand su next gen, ovvero Call of Duty Ghost e Battlefield 4, vantano quest’anno peculiarità interessanti che ancor più che in passato sembrano allontanare lo stile di gioco l’uno dall’altro. Vediamole insieme, prima di rispondere alla domanda più importante, che non é tanto quale sia il migliore, giudizio assolutamente soggettivo, ma quale ci stia divertendo di più, perché alla fine, é questo che conta.

Gameplay

Primo punto da analizzare nella scelta del titolo più adeguato ai propri gusti é il gameplay, ovviamente. I due nuovi capitoli della serie non si discostano per meccaniche da quelli precedenti, ma ne esasperano entrambi le caratteristiche. Per quanto riguarda Call of Duty: Ghosts, la scelta degli sviluppatori di Infinity Ward, Raven Software e Neversoft é stata di rendere l’esperienza ancora più rapida che nei predecessori, mantenendo alta la velocità di corsa dei soldati, così come le azioni di ricarica, mira ed utilizzo delle attrezzature, e diminuendo al contempo i colpi necessari per abbattere un avversario.

Ne scaturisce una giocabilità ad alto ritmo, grazie alla quale già dopo pochi secondi dall’inizio della partita é possibile trovarsi nel cuore della battaglia, tra uccisioni fatte e subite, anche per via di mappe dalle dimensioni limitate che concentrano le aree di scontro. Scelta utile a non rallentare l’intensità degli scontri, é stata omessa una gestione della fisica nei proiettili, cosa che consente, con fucili da cecchino ma anche con la nuova categoria di fucili DMR, di colpire bersagli a grandissima distanza e persino in movimento. Queste peculiarità fanno si che a premiare siano soprattutto istinto, riflessi e velocità dei giocatori, consentendo azioni mirabolanti anche tra numerosi nemici. 
Di contro, Battlefield 4 propone un gameplay più ragionato, e sebbene non lo si possa considerare uno sparatutto simulativo, punta più del concorrente a trasporre su schermo battaglie dai ritmi realistici. Le armi sono soggette a fisica piuttosto credibile, e usare fucili dalla distanza necessita di una certa abilità, soprattutto con armi da cecchino, con le quali é necessario calcolare la parabola discendente dei colpi oltre che regolare le impostazioni dell’arma per poter andare a segno. Gli spostamenti a piedi sono più lenti, e i soldati generalmente meno atletici, sebbene possano saltare ostacoli e persino paracadutarsi da palazzi. Le mappe si dimostrano una tra le principali differenze tra i due prodotti, giacché Battlefield 4 punta su spazi aperti estremamente ampi, nei quali combattere usando anche mezzi di terra, d’acqua e aerei. Il risultato nel correre tra i detriti osservando carri armati che si prendono a cannonate e aerei impegnati in dog fights proprio sopra la testa de l giocatore é molto coinvolgente, così come lo é passare alla guida o al supporto di uno di questi mezzi, sentendosi effettivamente una piccola parte di un conflitto più grande.
Le modalità

Di pari interesse rispetto al gameplay puro, sono anche le modalità presenti, che puntano ad enfatizzare proprio le caratteristiche della giocabilità. Per entrambi i giochi sono offerte svariate modalità interessanti, ma mentre in Call of Duty: Ghosts é presente anche un deathmatch a singolo giocatore, tutti contro tutti, In Battflefield tutte le modalità sono orientate unicamente alla sfida tra fazioni. Nel titolo Activision la modalità considerata standard, e quindi quella più frequentata dai giocatori, é il Team Deathmatch a 12 giocatori.

Il gioco da infatti il meglio di sé quando pone i giocatori in campo aperto e chiede loro di combattere senza vincoli e restrizioni, lasciando spazio alla velocità d’azione e al coinvolgimento. Il giocatore viene catapultato in una guerra furiosa, dove oltre ad uccidere i nemici, deve cercare di sopravvivere in modo da migliorare la propria serie di uccisioni senza essere abbattuto. Mantenere alta la kill streak consente di sbloccare particolari bonus in grado di cambiare le sorti delle partite, come radar utili a svelare sulla mappa la posizione dei nemici, e unità cinofile in grado di attaccare i nemici a vista, e molto altro. Ancora una volta, un aspetto utile alla squadra, ma orientato a soddisfare prima di tutto il giocatore che arriva a poter far uso di tali possibilità.
Oltre alla modalità citata, non manca una pletora di sfide aggiuntive, più di quante non ne offra il concorrente, tra le quali una, Guerra Terrestre, che tenta di allargare la scala dello scontro inserendo obiettivi legati a zone da conquistare, ed al contempo portando a 18 il numero di giocatori. Presente altresì l’apprezzata variante Veterano di alcune delle modalità base, dove l’interfaccia viene ridotta, i danni aumentati ed il fuoco amico si traduce in penalità. É evidente come il successo crescente del titolo nell’ambito eSport stia avendo peso sulle scelte di sviluppo, che sembrano offrire meccaniche sempre più adatte ad un contesto di sfida professionistica. Differenti le scelte di Dice, che con Battlefield 4, punta invece a modalità divise per portata della guerra, tra piccola, media e larga scala. La modalità considerata standard  in questo caso é Conquista, una sfida su grande scala che pone il giocatore in mappe ad ampio respiro contro altri 63 partecipanti nel caso di console next-gen, un numero nettamente superiore a quello del titolo sfidante, chiedendogli di fare gioco di squadra con i compagni al fine di conquistare i punti strategici presenti. Prendendone possesso, i ticket a disposizione degli avversari scendono: scopo della modalità é conservare il possesso delle zone strategiche fino all’azzeramento del punteggio nemico. Le opzioni alternative a Conquista si dimostrano altresì interessanti e varie, sebbene limitate nella quantità. Nell’ottica di avvicinarsi al mondo degli sport virtuali, non manca un nuovo tipo di sfida in spazi più ristretti, un numero inferiore di giocatori e l’assenza di mezzi, modalità che potete approfondire nella nostra recensione.
Comparto tecnico

Sul comparto tecnico ci troviamo davanti a due titoli di buona fattura, che puntano a stupire con elementi funzionali alle scelte di gameplay. Call of Duty, che ambienta le partite in scenari di dimensione ridotta, propone un level design delle mappe più elaborato, caratterizzato da maggiori coperture e strade alternative per muoversi in spazi relativamente ristretti. Il dettaglio di soldati e ambientazioni é soddisfacente, buone le textures di armi, rocce, edifici e vegetazione, elementi che si notano ancor di più quando si va a personalizzare il proprio personaggio, potendo contare su numerosi aspetti e tenute. L’ambientazione si dimostra di contro molto rigida, consentendo la rottura solo di piccoli elementi quali vetri e barriere di legno, elemento che discosta sin troppo lo scenario dal contesto della battaglia, piuttosto che renderlo parte integrante. Siamo lontani, quindi, dai fasti di distruttibilità raggiunti con Battlefield 4, che consente a carri armati di sventrare edifici a cannonate, oppure di vedere le intere mappe di gioco cambiare aspetto grazie al sistema LEVOLUTION, che grazie ad eventi ad alto impatto scenografico, porta variazioni alle mappe anche in termini di gameplay. L’altra faccia della medaglia nella gestione di aree così grandi e di mezzi in movimento, é la perdita di alcuni dettagli estetici ed una minore complessità strutturale delle aree sviluppate per scontri ad ampio raggio. La cura riposta sui soldati é anch’essa inferiore, e non é presente una modalità di editing del proprio alter ego all’altezza del concorrente. Non mancano in ogni caso personalizzazioni dell’equipaggiamento del soldato e persino dei mezzi che questi andrà a guidare.

Commento finale

Come già avvenuto nel resto della saga, Call of Duty Ghosts e Battlefield 4 si differenziano tra loro per caratteristiche di gameplay e design, che portano nelle mani del giocatore esperienze di gioco nettamente distinte. Il primo si dimostra più votato al premiare riflessi e velocità di pensiero e azione, il secondo il tatticismo e la capacità di sfruttare mezzi e ambientazioni a proprio vantaggio.


Se dovessimo rispondere alla domanda iniziale, ovvero quale titolo ci ha divertiti di più, diremmo Call of Duty Ghosts, grazie ad una buona progressione della difficoltà che consente di giocare e divertirsi realizzando e subendo uccisioni già dai primi minuti, e che si dimostra al contempo adatto a sfide tra giocatori estremamente abili e allenati.

Se invece cambiassimo la domanda in “qual è il titolo che ci ha stupiti maggiormente?”, la risposta cambierebbe in Battlefield 4, perché più dell’avversario ha saputo migliorare il proprio predecessore, aggiungendo novità valide come LEVOLUTION, e per il feeling di essere al centro di un grande conflitto che sa trasmettere, dimostrandosi peraltro un titolo per il quale è necessario molto più allenamento per riuscire a trarre soddisfazione dalle proprie partite. Come sempre, siamo davanti a due prodotti distanti tra loro, che possono interessare utenti alla ricerca di esperienze diverse. Soltanto voi potrete scegliere il vostro preferito.