Sleeping Dogs – Recensione

Recensione di Valerio de Vittorio

Dopo tanti anni ed il rischio di cancellazione, alla fine United Front ce l’ha fatta e contro ogni pronostico, sugli scaffali giunge finalmente il titolo una volta noto come True Crime: Hong Kong ed ora intitolato Sleeping Dogs. Un semplice GTA dagli occhi a mandorla o un gioco con un’identità propria?
Per le strade di Hong Kong
Ambientazione e storia rappresentano già un punto di partenza interessante e promettente. Sleeping Dogs, infatti, vi metterà nei panni di Wei Shen, un poliziotto infiltrato nel crimine organizzato di Hong Kong. Il gioco non fa mistero delle proprie fonti di ispirazioni, con il film Infernal Affairs a rappresentare la più evidente ed illustre, e riesce a creare un atmosfera tesa ed efficace. La vostra copertura verrà messa costantemente in pericolo dagli avvenimenti e la buona caratterizzazione dei personaggi, unita a dialoghi ben scritti (alcuni persino recitati in cantonese!), riesce a coinvolgere il giocatore nella tensione che Wei deve affrontare giorno dopo giorno, in bilico tra la fedeltà alla sua nuova “famiglia” ed il rispetto della legge. 
Se confrontato con GTA IV, una delle chiari ispirazioni video ludiche del titolo, Sleeping Dogs risulta decisamente ridotto in dimensioni ed offerta, ma di contro ciò permette una narrazione più serrata e coerente, che coinvolge fino ai titoli di coda. E poi c’è Hong Kong, ben delineata dagli sviluppatori che hanno saputo crearne una versione non particolarmente estesa, ma decisamente densa, viva e vibrante.  
Tra crimini e casi da risolvere
Abbiamo già citato il titolo Rockstar come principale punto di partenza scelto da United Front per costruire il proprio gioco, ma la software house canadese ha attinto a piene mani anche da altri videogame, creando un mix non perfetto ma piacevole. La struttura base è quella tipica dei free-roaming, quindi avremo una storia principale da seguire portando a termine tutta una serie di missioni, nel caso di Sleeping Dogs suddivise tra quelle dedicate alla nostra vita criminale ed altre invece al servizio delle forze dell’ordine. Si fa apprezzare la discreta varietà proposta, che spazia da scazzottate con membri di gang rivali ad inseguimenti a piedi, con nel mezzo pedinamenti di spacciatori dalla distanza nascosti in un furgone, piazzare cimici, e quant’altro. Davvero, non c’è rischio di annoiarsi in Sleeping Dogs. Si fa notare poi la penuria di scontri a fuoco, concentrando l’attenzione maggiormente su combattimenti corpo a corpo a base di arti marziali. Il sistema implementato ricorda da vicino quanto fatto da Rocksteady con i suoi Batman, così potrete malmenare più avversari contemporaneamente, con tanto di contromossa da eseguire col giusto tempismo. United Front ha però fornito al suo protagonista un set di mosse decisamente più elaborato, fatto di combinazioni e prese oltre a finishing moves ambientali da utilizzare sfruttando elementi dello scenario, proprio come nella serie Yakuza di SEGA. Il set basilare di combo iniziali andrà ampliandosi con lo sviluppo del personaggio, che potrà evolversi con un sistema piuttosto articolato, anche se non del tutto riuscito. Avremo diversi alberi di abilità da sbloccare, legate all’esperienza come poliziotto, come membro della Triade cinese e come esperto di Kung-Fu. Per i primi due sarà sufficiente compiere azioni in-game, risolvendo missioni e compiti secondarie, accumulando così preziosi XP. Ad ogni livello superato, ci verrà dato un punto abilità da spendere per sbloccare una nuova skill. Per quanto riguarda le arti marziali, bisognerà trovare nascoste per la città le 12 statuette appartenenti al maestro della palestra dove Wei ha appreso il Kung-Fu; ad ogni reliquia rinvenuta, corrisponderà la possibilità di imparare una nuova mossa. Purtroppo il livello di difficoltà non particolarmente alto ed una crescita piuttosto pilotata limitano le potenzialità di tale aspetto. Sebbene si concentri principalmente sugli scontri a mani nude (o con oggetti contundenti visto che potrete utilizzare anche coltelli, sbarre di metallo e poco altro), Sleeping Dogs qualche volta vi metterà in mano una pistola e grazie ad un sistema di coperture attive, vi getterà nel mezzo di discreti scontri a fuoco. E’ anche possibile utilizzare un elementare bullet time, attivabile balzando fuori dal riparo e puntando l’arma verso il bersaglio per eliminazioni abbastanza spettacolari. Limitare al minimo le uccisioni è tutt’altro che un difetto, in quanto contribuisce a donare una maggiore gravità e realismo all’atmosfera
Tra serate di karaoke e gare clandestine
La città offre poi tutta una serie di compiti secondari di vario genere, come ci si aspetterebbe da un titolo del genere. Potrete quindi scorrazzare liberamente a bordo della vostra moto o auto alla ricerca di cose da fare (sempre ben segnalata sulla classica mappa), con missioni secondarie che spaziano dall’eliminazione di piccole bande e spacciatori, all’assistenza di cittadini che vi assegneranno i compiti più disparati, auto da rubare, gare clandestine più tutta una serie di negozi con i quali interagire. Potrete comprare nuovi vestiti, mangiare qualcosa o farvi un massaggio, ottenendo non solo la rigenerazione dell’energia ma anche potenziamenti attivi per qualche minuto. Purtroppo i compiti accessori non brillano particolarmente, risultando più che altro un passatempo per approfondire l’immersione nella riuscita Hong Kong virtuale, fatta eccezione per le gare in auto, graziate da un modello di guida arcade piuttosto divertente. E a proposito dei mezzi di trasporto, abbiamo apprezzato la possibilità di costruirsi un proprio garage di auto e moto, da acquistare negli appositi concessionari clandestini ed accessibili dai diversi parcheggi sparsi per la mappa di gioco. Un po’ sottotono invece le forze dell’ordine, che se vi beccheranno ad infrangere la legge si lanceranno in inseguimento non particolarmente esaltanti. Ciò principalmente a causa di un’intelligenza artificiale non molto agguerrita e facile da ingannare. Sleeping Dogs poi permette di frequentare alcuni personaggi secondari, al fine di costruire un rapporto con essi. Sfruttando il classico telefono alla GTA, potrete contattarli per fissare un appuntamento, anche se il tutto risulta un po’ guidato, alla fine funziona e dona un pizzico di profondità in più all’esperienza.
Hong Kong virtuale
Da un punto di vista tecnico, Sleeping Dogs risente almeno in parte dello sviluppo troppo prolungato, accostando elementi molto riusciti con altri un po’ sottotono. Il quadro generale è comunque positivo, in particolare per quanto riguarda la resa della città, sufficientemente dettagliata e curata, decisamente animata e “viva” grazie alla moltitudine di cittadini ognuno dedito alla propria mansione. Nelle cut-scene si lasciano apprezzare i dettagli dei personaggi, ben realizzati e abbastanza espressivi, anche se qualche animazione facciale in più non avrebbe guastato. La recitazione degli interpreti è invece molto azzeccata, disponibile solo in lingua originale, quindi in inglese e in alcuni casi, in cantonese, per un tocco di immersività in più che decisamente non guasta. La localizzzione in italiano è invece limitata a sottotitoli e scritte varie. Una nota di merito va alla versione PC, sensibilmente superiore rispetto alle controparti console, grazie ad un dettaglio generale maggiore e a texture in alta risoluzione rilasciate come DLC gratuito. Inoltre sui computer più performanti è possibile raggiungere tranquillamente i 60 frame per secondo, che garantiscono non solo un aspetto più fluido, ma anche una risposta ai comandi sensibilmente migliore soprattutto nelle sezioni di guida. L’ottimizzazione è comunque ottima, e sulla configurazione di prova, un AMD Phenom II X3 con 4GB di RAM e scheda video HD 5770 quindi non certamente un computer all’ultimo grido, non abbiamo riscontrato particolari cali prestazionali con dettagli quasi al massimo. Le molteplici opzioni grafiche garantiscono comunque un’ottima scalabilità.
Commento finale
Dopo un percorso tanto problematico, dobbiamo ammettere di essere rimasti sorpresi dal risultato delle fatiche di United Front. Square Enix ha fatto molto bene a credere nel progetto, in quanto Sleeping Dogs si è rivelato essere un’interpretazione riuscita e divertente del genere free-roaming. Nonostante il titolo riprenda diversi elementi dalla concorrenza, riesce ad affermarsi con un’identità propria, grazie anche alla trama godibile e ben scritta. Si sente un po’ la mancanza di situazioni accessorie approfondite, ed in generale il titolo non riesce ad offrire moltissimo in termini di quantità, ma il risultato è un’esperienza comunque longeva, tra le 15 e le venti ora in base a quanto deciderete di esplorare la città, e abbastanza varia per spingervi a giocare fino ai titoli di coda.