#Intervista ad Alessandro Anglani, la mente dietro Sephirot – Il Gioco

Sapete bene che l’anima di Player è formata da tante, diverse, parti che hanno come comune denominatore l’informazione Video-Ludica.

Ho volutamente scisso la parola perché se è vero che – Treccani alla mano – per videoludico si intende tutto ciò che riguarda il mondo dei videogames, questa è pur sempre una parola composta; e quello che seguirà rientra nella categoria del Ludico, inteso come termine ad ampio spettro.

Nel corso dell’ultima settimana ho avuto la possibilità di fare due chiacchiere con Alessandro Anglani, ideatore di “Sephirot – Il Gioco“, un progetto che è riuscito ad amalgamare alla perfezione le definizioni Treccanesche dei due termini poc’anzi citati.

Che cos’è Sephirot – Il gioco?

Sarebbe ingiusto mandarvi a leggere un intervista senza prima sapere un minimo di che parliamo.

Sephirot – Il Gioco è un GDR elevato all’ennesima potenza: dimenticate le pedine e le plancie di gioco disegnate su cartoncino; ogni giocatore rappresenta il suo stesso personaggio e si sposta lungo linee tracciate a pavimento. Detta così in maniera spicciola e sbrigativa probabilmente non rende l’idea, ma immaginate di avere la possibilità di essere gli attori di una storia – dal thriller, all’horror, passando per l’action ed il romantico o il fiabesco – con un finale non scritto e che si sviluppa insieme ai protagonisti mentre giocano e varia sempre al cambiare delle scelte fatte in partita. Ecco, questo è Sephirot: un racconto sempre in evoluzione che cambia ad ogni partita.

In tutto questo, una componente importante è data dal pubblico in sala che ha la possibilità – tramite delle votazioni che avvengono in momenti critici della partita – di favorire o osteggiare un personaggio e dal Controllore, una sorta di Dungeon Master, che monitora il corretto svolgimento del gioco oltre che fare da “Guida Dantesca”. Non mancano tiri di dado ed aumenti ai punti caratteristica, fondamentali per rendere il proprio PG più “importante” ai fini del racconto.

Credo di essere stato abbastanza mistico da suscitare una buona dose di curiosità, smetto di scrivere e vi lascio alla chiacchierata vera e propria. Ne leggerete delle belle!


Alessandro Anglani: informatico, cantante, attore e regista. Chi è in realtà Alessandro?

Sicuramente un ragazzo che è cresciuto con i videogame, sperimentando per la prima volta Wolfestein 3D a 5 anni grazie a suo padre; mentre per quanto riguarda la mia parte attoriale devo dire che sin da piccolo mi piaceva far finta di morire e chiedere agli altri di uccidermi. La mia passione nasce da qui.
Ma come dicevo fin da piccolissimo mi sono approcciato ai videogame, infatti si può dire che è stato il Software in se che mi ha avvicinato alla macchina PC. Tant’è che adesso mi ritrovo laureato in Informatica e Comunicazione Digitale ed anche in Recitazione, e tramite Sephirot le due cose che sembravano tanto separate invece si sono unite.

Sephirot, in un certo senso, unisce Informatica e Teatro. Ma da dove nasce l’idea?

Sephirot – Il Gioco (il nome completo) è un meccanismo di creazione di storie interattive, e per semplificare quando lo presento sono solito dire: “un gioco, infinite storie” proprio perché non è solamente un gioco che fa riferimento ad una narrazione ma, allo stato attuale, è essenzialmente un GDR immersivo con una importante componente che lo rende una avventura dinamica a turni. Ha quindi una componente “strategica” di movimento su plancia che non sfrutta pedine, bensì è il giocatore stesso a muoversi e a portare il collegamento con il teatro.

Tutto è nato nel 2016 con una delle primissime sperimentazioni fatte nel tentativo di reimmaginare lo spazio teatrale, ferreo nelle sue divisioni in palco, platea e la famosa quarta parete; volevo la possibilità di scrivere qualcosa in cui il pubblico potesse far parte della storia e cambiarla, una vera e propria scrittura interattiva. Non lineare.


Da li si è arrivati nel giro di un paio d’anni al primo concept di Sephirot che prevede una plancia che rappresenta l’albero della vita della Cabala Ebraica – da cui il nome Sephirot, dato che le Sefirah sono i punti energetici del corpo umano – con i personaggi che durante la storia affrontano figurativamente un percorso di ascesa, di evoluzione, ed hanno dei vantaggi o degli svantaggi numerici a seconda della loro posizione sull’albero della vita. Ponendola più in ambito GDR, ogni personaggio ha tre caratteristiche – Lotta, Carisma e Fortuna – a cui si sommeranno o sottrarranno dei valori a seconda di come ognuno sceglie di muoversi lungo le vie della plancia di gioco.

Su queste prime regole base, successivamente, si sono creati degli spettacoli interattivi in cui il pubblico aveva effettivamente un peso nella storia potendo scegliere, per semplice alzata di mano o rispondendo in maniera affermativa o negativa a delle domande, di favorire o sfavorire le azioni di un determinato personaggio.
Per di più la Biennale di Venezia è stato il primo ente che ha riconosciuto questa forma di spettacolo che, nel mio caso, in maniera del tutto naturale con l’aggiunta di nuovi dettagli e regole ha portato successivamente alla creazione di un vero e proprio rulebook. Qui son stato felice che la mia esperienza di 15 anni come Dungeon Master sia servita ed abbia portato a qualcosa di più concreto.
Ripeto, non è stato premeditato, il tutto si è evoluto in corso d’opera e mi ha fatto tanto piacere vedere come, partendo dall’embrione di Sephirot, si sia arrivati a fondere arte e videogioco come se fosse un passaggio naturale. Attraverso il GDR arrivare all’ambito Videoludico.

L’albero della vita della Cabala Ebraica che rappresenta la plancia di gioco in Sephirot

In questo periodo Sephirot va tanto in Live su YouTube. Si può dire che, in un certo senso, si sia evoluto anche grazie alla pandemia?

Si, assolutamente. Dato che, causa pandemia, siamo stati fermi per un anno e non potevamo giocare vis a vis, siamo arrivati su YouTube sfruttando la piattaforma Roll20. Sono volutamente partito dal creare delle storie semplici, dalla base delle basi, sfruttando fiabe e favole che hanno una struttura decisamente scorrevole, per poi arrivare a racconti più complessi come possono essere dei thriller.
Successivamente nel 2021 c’è stato il debutto a Teatro del ”Soldatino di Stagno” ed abbiamo ricevuto la bella notizia della vittoria del Bando”Sostegno alle StartUp innovative” nel settore Videogame da parte di Istituto Luce Cinecittà e Lazio Innova, tramite il quale in collaborazione con Mav Reality Srl stiamo creando il videogioco di Sephirot in VR.
In Virtual Reality perché quello che attira i Videogiocatori VR è la possibilità di essere dentro il gioco; e qui faccio riferimento a tutta una fetta di cinema che a partire dagli anni ’80 con Tron lasciava immaginare come fosse essere protagonista di se stesso all’interno di un videogioco. Si arriva così al teatro all’ennesima potenza, al teatro nel cinema in un certo senso, perché si ha un apparato digitale che ti supporta e crea gli ambienti mentre tu sei essenzialmente attore con il tuo avatar.

Il giocatore diventa quindi attore della sua stessa partita

Esattamente. Ognuno sceglie con quale protagonista ha più affinità ed abbraccia i suoi obiettivi, perché in Sephirot ogni personaggio ha i propri fini che collidono con quelli degli altri. Quindi ognuno segue la sua linea della storia sapendo che in alcuni punti ci saranno delle sfide in cui si vince o si perde; perseguendo i propri obiettivi il protagonista assume sempre più importanza nel racconto ed arriva più preparato alle sfide, al contrario rischia di essere messo da parte. È come re-immaginare la storia di Romeo e Giulietta: Mercuzio completa la sua storia morendo nel duello con Tebaldo, ma se invece avesse vinto lui? La storia sarebbe andata a finire diversamente, in male o in peggio, per tutti. Questo è il bello del racconto interattivo ed è quello che stiamo cercando di fare noi.
La TellTell Games ha fatto proprio questo con The Wolf Among Us di cui sono un grande appassionato: ha creato questa forma di racconto che ti spinge a continuare fino alla fine con la tua storia e poi, eventualmente, ritornare all’inizio e fare delle scelte diverse per vedere tutti i possibili risvolti della narrazione: in questo modo ogni decisione diventa fondamentale.

Sephirot dal vivo

Anche se è iniziato da poco, questo 2022 ha già portato delle nuove belle notizie

Mi sembra doveroso sottolineare che finalmente la Ludologia viene identificata come scienza anche dall’ambito accademico e quindi questo è un periodo storico entusiasmante per il mondo dei Videogame. Dagli anni ’60 ad oggi siamo riusciti a far riconoscere il Videogioco come opera d’arte complessa che si compone di tante sezioni artistiche, compresa la sua parte narrativa alla quale viene confermato un grande peso nell’esperienza finale.
Sul finire del 2021 ed inizio 2022 c’è stata quindi una collaborazione con l’Università di Torino, con la quale abbiamo creato Sephirot – Il DoppioGioco sfruttando e modificando una IA dedicata allo Storytelling proprietaria dell’Università, adattandola a Sephirot in modo che con svariate camere riuscisse a tener traccia del pubblico e delle sue preferenze durante le votazioni per favorire od ostacolare i protagonisti della partita.
In ordine cronologico la notizia più recente è che a Febbraio su richiesta dell’Università di Milano ed Urbino c’è stata una pubblicazione sulla rivista “Connessioni Remote”, con un saggio che si intitola “Sephirot – Il Gioco: passaggio tra rappresentazione a simulazione”. Con Simulazione che è davvero la parola chiave da utilizzare per descrivere un prodotto in VR. Mentre il cinema è una rappresentazione della realtà attraverso gli occhi del regista, il Videogame è essenzialmente una simulazione della realtà poiché siamo noi ad interagire con ciò che ci circonda senza seguire un copione. Per un creatore di contenuti diventa quindi importantissimo offrire una simulazione con un mondo che abbia una sua lore ed una narrazione ben definita.

Cosa ci riserva il futuro quindi?

Nell’immediato c’è il Videogioco in VR, in via di sviluppo. Continueremo ovviamente con le partite su YouTube anche se, vista la possibilità, ora cercheremo di approfittare per portare sempre più Sephirot in teatro.
Per il futuro prossimo invece a mio parere ci stiamo avvicinando ad un mondo come quello di Ready Player One; quando la tecnologia ce lo permetterà tutti vorranno essere protagonisti delle loro storie anche online, ed è a questo che punta anche Sephirot: vivere delle narrazioni con altre persone, condividendo emozioni e ricordi che poi restino impressi nella mente di ognuno di noi.


Se vi interessa approfondire la vostra conoscenza di Sephirot – Il Gioco vi rimando al sito ufficiale del progetto ricordandovi anche che, da bravi gamer, Alessandro, Maria Anna Lacerenza – fotografa ufficiale – Lisa Merletti – illustratrice di tutto ciò che concerne il gioco – e tutto gruppo di collaboratori hanno avviato da poco un canale Discord in cui trovate tutte le informazioni necessarie e potete interagire direttamente con loro!