Boogeyman – The Boardgame | Recensione | Riuscirete a sfuggire all’Uomo Nero?

bogeeyman the boardgame recensione

Provate ad immaginare di trovarvi sul set di uno di un film anni ’80, uno di quelli che avevano per protagonisti un gruppo di bambini che, per una ragione o per un’altra, si ritrovavano a vivere un’avventura incredibile, magari tra le pareti domestiche. Ebbene, qualora sentiste la mancanza di quelle ambientazioni thriller (con quell’immancabile pizzico di ironia) e desideraste riviverle con i vostri amici, Boogeyman – The Boardgame è proprio l’esperienza che state cercando.

In questo gioco da tavolo, creato da Antonio Ferrara per Escape Studios e distribuito da Asmodee (cliccate qui per maggiori informazioni) saremo chiamati a vestire i panni di un gruppo di sei bambini che, come in ogni horror che si rispetti, sono stati lasciati soli a casa in compagnia di Jennifer, una babysitter molto particolare. Tutto sembra filare liscio fino a che i nostri giovanissimi eroi si renderanno conto che una strana ed inquietante presenza li sta per raggiungere: il Boogeyman!

Nonostante la creatura impersoni tutte le loro paure, i bambini sono pronti a combattere l’Uomo Nero e, armatisi di una torcia e del loro coraggio, inizieranno un’affannosa ricerca per capire come scacciare il loro mostruoso nemico. Tuttavia, come se non bastasse, oltre al Boogeyman ci sarà un altro pericolo da cui guardarsi: la summenzionata babysitter, la cui personalità sembra essere tutt’altro che rassicurante.

Una tranquilla nottata di paura

boogeyman the boardgame gioco da tavolo
Avventuriamoci nel buio di… casa nostra!

Come detto in precedenza, saremo chiamati ad impersonare Peter, Daphne, Ray, Leila, Mike e Tommy, sei bambini che, ognuno col proprio approccio, dovranno respingere la più spaventosa delle minacce, nonché evitare le attenzioni della loro babysitter. Ma come si fa a sconfiggere una creatura come il Boogeyman? La risposta a questa domanda sembra essere nascosta all’interno di una stanza misteriosa ed apparentemente irraggiungibile di casa vostra, a cui si può accedere solo trovando attraverso una botola che, a questo punto, diventerà uno degli obiettivi della vostra ricerca.

Ciascun bambino, nel suo turno, potrà scegliere tre tra le seguenti azioni: spostarsi da una stanza all’altra, rimuovere un segnalino Luce/Buio, rimuovere un segnalino Lucchetto ed effettuare una ricerca all’interno delle stanza, così da reperire oggetti utili per l’epilogo della nostra avventura. Tuttavia, i nostri piccoli eroi dovranno svolgere tutte queste azioni con la massima cautela, in quanto ogni rumore attirerà le attenzioni di Jennifer, che si dirigerà subito nella vostra direzione.

Inoltre, la rimozione dei vari segnalini Luce/Buio potrebbe avere delle conseguenze poco piacevoli: oltre a generare rumore, potreste aumentare il livello di stress dei sei bambini, impedendo loro di utilizzare le rispettive abilità speciali o addirittura facendoli svenire dalla paura. Qualora accadesse una cosa del genere, sarete praticamente obbligati ad andare a salvare il malcapitato di turno, anche se le condizioni di vittoria non richiederanno la presenza di tutti i bambini, nemmeno per il gran finale, su cui ci soffermeremo a breve.

Muoviti, rovista, scappa

boogeyman the boardgame miniature
La più spaventosa delle creature vi sta inseguendo.

Volendo riassumere l’essenza del gameplay di Boogeyman – The Boardgame, queste tre parole riescono ad esprimerne l’essenza. I bambini inizieranno la loro avventura in diverse stanze e, uno alla volta, dovranno coordinare al meglio i loro movimenti, evitando di diventare facili bersagli tanto per l’Uomo Nero, quanto per la loro temibile babysitter.

Per quanto riguarda invece il secondo momento, la fase di ricerca (praticamente identica a quella dei vari Zombicide, Deep Madness e via discorrendo) sarà essenziale, consentendovi di mettere le mani tanto sui vari indizi, nonché su tutta una serie di oggetti e bonus che, inutile dirlo, vi faciliteranno non poco la vita.

Tuttavia, quanto finora detto non deve farvi dimenticare la giovane età dei sei “avventurieri”, ed il fatto che siano completamente vulnerabili tanto da Jennifer quanto dal Boogeyman. Proprio per questa ragione, i bambini dovranno sempre rimanere in movimento per evitare di venire in contatto con le due minacce che popolano la casa e, qualora questo avvenisse, dovranno darsela a gambe levate.

Ogni giocatore avrà la sua peculiare missione da portare a termine, mentre ci sarà un obiettivo comune che influirà direttamente sul momento in cui potremo attivare i finali; inoltre, qualora la babysitter e/o l’Uomo Nero dovessero ghermire i nostri protagonisti, aumenterà il relativo stress che, qualora raggiungesse determinati livelli, attiverà gli effetti delle Carte Disgrazia che, come suggerisce il nome, vi causeranno non pochi problemi.

Nella modalità cooperativa, il Boogeyman apparirà in maniera del tutto casuale nelle varie stanze, che diventeranno subito buie e, quindi, più difficili e pericolose da esplorare; nella modalità competitiva, invece, sarà uno dei giocatori a controllare la creatura mostruosa, aggiungendo quel pizzico di “thriller” in più che tanto ci piace.

Qualità realizzativa

boogeyman the boardgame babysitter
Dovrete sfuggire anche alle “amorevoli cure” della vostra babysitter.

Una delle caratteristiche che balza immediatamente all’occhio è la componente artistica del gioco. Dal tabellone alle carte, passando per la scatola esterna al dado, e senza ovviamente scordarci delle miniature: tutto, ma proprio tutto, sembra essere curato nei minimi dettagli. Quanto ora detto giustifica un prezzo consistente, ma che si basa proprio sulla qualità del prodotto.

La plancia di gioco su cui ci muoveremo, negli ambienti e negli “arredamenti”, è chiaramente ispirata a quella presente in altri boardgame “campioni di incassi” (“Le case della Follia” su tutti), ma un occhio più attento non potrà non notare alcuni particolari decisamente anni ’80 che contribuiscono a creare l’identità di Boogeyman. Inoltre, sia la scatola esterna che il dado sono fluorescenti, e vi possiamo garantire che fanno la loro figura, soprattutto se pensiamo a quanto il buio sia un elemento indispensabile in ogni avventura horror che si rispetti.

La versione di cui ci siamo occupati in questa recensione, come detto in precedenza, comprende delle miniature finemente realizzate, il cui unico difetto consiste nel rappresentare i protagonisti un po’ troppo simili tra loro; sotto questo aspetto, infatti, non sono state rare le volte in cui abbiamo dovuto far ricorso alle illustrazioni per distinguere quale bambino stessimo utilizzando. Sulla base di quanto ora scritto, inserire degli elementi distintivi (magari le classiche pedane colorate presenti in tanti boardgame moderni), non sarebbe stata una cattiva idea.

Meccaniche, difficoltà e… finali!

boogeyman the boardgame voto
La qualità del prodotto è decisamente alta, vedere (al buio) per credere.

Boogeyman – The Boardgame può estendere la sua formula da 1 un fino ad un massimo di 6 giocatori, dispone di un regolamento piuttosto semplice da padroneggiare, non richiede molto tempo per essere intavolato ed ogni partita dura, in media, circa 60 minuti. Quanto ora detto rende il gioco in questione un’esperienza piuttosto immediata, adatta ad un pubblico adolescente o adulto, che abbia un po’ di pazienza per leggere qualche pagina di regole, che però entrano in testa con una certa facilità.

Le meccaniche di gioco sono tutte piuttosto semplici e lineari, facilmente comprensibili da giocatori più navigati, in quanto già presenti nei vari “blockbuster” del settore. L’elemento di originalità di Boogeyman consiste nel fusion system, ovvero in un particolare mazzo di carte che obbligherà i giocatori seduti al tavolo a compiere determinate azioni o, in caso contrario, a subire una penalità.

Uno dei punti deboli del gioco, a parere di chi scrive, è il basso livello di sfida della difficoltà “Normale”. Spieghiamoci meglio: qualora uno dei bambini svenisse dalla paura, i suoi incubi influiranno non poco sulle azioni degli altri protagonisti, aggravando il loro compito e, quindi, invogliandoli a risvegliare il malcapitato. Il problema consiste che, nelle partite giocate alla difficoltà standard. non è praticamente mai capitato che uno dei sei piccoli eroi svenisse e, proprio per questa ragione, raccomandiamo ai giocatori più esigenti le modalità “Difficile” o “Incubo“, decisamente più impegnative.

Un po’ di amaro in bocca è rappresentato anche dal sistema dei finali. Il libro a fumetti, che contiene ben 24 possibili epiloghi (selezionabili in maniera randomica o scelti direttamente dal giocatore), fa dell’estetica la sua arma principale, ma la conclusione della vicenda è determinata da una serie di lanci di dadi, senza tenere più di tanto in considerazione quanto svolto dai singoli giocatori durante la partita.

La stessa rigiocabilità, a parere di chi scrive, potrebbe essere maggiormente rivolta a provare la modalità competitiva ed i livelli di sfida più alti che non per mettersi alla prova con obiettivi più impegnativi che, di fondo, vi chiederanno di eseguire più o meno le medesime azioni.

Volendo tirare le somme, Boogeyman – The Boardgame è un gioco decisamente divertente, facilmente padroneggiabile e che può contare su almeno un paio di buone “variazioni sul tema” che faranno la felicità di molti, soprattutto di coloro che possiedono Tales of Evil (gioco da tavolo ambientato nello stesso universo narrativo), e che potranno contare su delle missioni dedicate. Aggiungete il fatto che il titolo di Escape Studios vanta un’ottima qualità realizzativa, che gli consente di fare la sua figura su qualsiasi scaffale, soprattutto al buio. Quello che ci lascia un po’ di amaro in bocca è una rigiocabilità piuttosto limitata ed un sistema di finali che determinano il destino dei nostri eroi prevalentemente con un lancio di dadi e, quindi, basandosi più che altro sulla fortuna.

Queste sono le uniche due pecche di un gioco da tavolo che, però, farà comunque la gioia di chi è alla ricerca di un’esperienza divertente, che sfrutta un’estetica ed un setting che ha segnato l’adolescenza di tutti noi. D’altra parte, chi è che non ha mai avuto paura dell’Uomo Nero?