Brivido | C’era una volta il gioco

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Oggi a “C’era una volta il gioco”.

Domenica ero con un amico, stavamo facendo ordine in soffitta parlando un po’ di giochi da tavolo.
Sapete, tra poco c’è Modena Play (4 mesi), non vogliamo arrivare impreparati all’avvenimento.

Tra un commento sul gioco dell’anno e le gambe delle hostess a Modena, mi sono ricordato di avere un piccolo armadio in soffitta in cui ho conservato – meglio dire lasciato ammuffire – i giochi da tavolo di quando ero piccolo. Parlo di roba anni ottanta, di quando si usava ancora il telefono a gettoni.

“Ehi ‘Deadwood’” (ho deciso di dare un nomignolo al mio amico), che ne dici di dare un’occhiata a qualche gioco da tavolo vecchio? Magari ci scrivi qualcosa per player.it”.

E’ iniziata così, poi la cosa ci ha preso un po’ la mano.

Apriamo l’armadio e una volta spostati plaid e coperte improponibili, ecco ammassati uno sopra l’altro le scatole piatte e rettangolari dei giochi anni ’80.

Scorriamo velocemente i titoli, alcuni noti (Crack. Forza 4), altri sconosciuti (Manager, tarocchi Chivassesi), ulteriore robaccia inutile, e poi, come se niente fosse, LO VEDIAMO!

Mi si stampa un sorriso a 320 denti sul viso. Le gambe di Deadwood tremano vistosamente le la faccia gli si trasforna in un registratore di cassa anni ’90.

Non ci potevo credere… “Brivido” Muahahahahah.

Io e il mio amico ci guardiamo negli occhi per un tempo infinito, nessuno fiata, lentamente controllo online il prezzo di un “Brivido” in buone condizioni. Deadwood canta Mahmood:

“Soldi, soldi… come se… avessi avuto soldi, soldi”.

Lo tiro fuori piano piano, manco fosse una reliquia. Ci spostiamo sul tavolo, con un panno tiriamo via vent’anni di polvere, la scatola è un po’ rovinata, ma si può sistemare. L’apro…

Scriverlo non rende giustizia al nostro disappunto. A questo punto dovreste immaginare di sentire la musichetta di The Sims, quando si rompe il water.

“C’è tutto?”, chiede Deadwood.

Macché, mancano nell’ordine: il coperchio della bara, una mascherina di bimbo terrificato a morte, la sagoma di uno dei quattro personaggi e tutti i loro piedistalli colorati.

In compenso, oltre al teschio, che per fortuna si è salvato, troviamo una matita, un elastico per capelli e soprattutto, un piccolo copertone che, volendo, sopperisce egregiamente a un’eventuale perdita del teschio rotolante.

Il resto è un po’ rovinato, ma si è salvato.

Deicidiamo di provare il gioco così com’è, ma prima diamo una sbirciata agli altri titoli nell’armadio per vedere in che condizione sono.

Aiai, un po’ tutti come “Brivido”: Carte sbiadite, pedine e dadi mancanti, istruzioni illeggibili. Addio sogni di ricchezza.

Fa nulla. Dopo aver mandato una squadra alla ricerca della macchinina a cui manca un copertone, decidiamo di giocare con quello che abbiamo.

Applichiamo un po’ di pongo alle pedine in modo che restino in piedi e dopo solo vent’anni ci inoltriamo ancora una volta tra i corridoi bui della magione di Brivido.

Do you want to play a game?

In poche parole: come si gioca…

Lo scrivo soprattutto a beneficio dei giovini nati dopo il 2000, quelli che sono nati dal 1980 al 1999, non hanno scuse, se non hanno giocato a Brivido, meritano l’auto fustigazione.

In pratica ciascun giocatore prende la pedina di un bambino che, non si sa per quale assurda ragione, entra in una casa stregata. Con questi, deve raggiungere la soffitta, evitando i pericoli della casa.

A ogni turno si tira il dado e si avanza in una delle stanze della casa e si fa girare la ruota degli avvenimenti che vanno: dal saltare un turno, fino al lancio del teschio o del copertone, a seconda di quel che trovate nella scatola.

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La foresta maledetta

Il teschio cade da una botola è può far azionare uno dei terribili congegni delle varie stanze: L’ascia del cavaliere, lo specchio dello scheletro, il pavimento magico e le scale che portano in alto. Se ciò avviene si torna all’inizio della stanza.

Vince chi arriva per primo in cima al tetto e chiude la bara.

 

 

Tornando alla mia storia, ricordo che a un certo punto …

“Ehi amico mio”, mi rivolgo a Deadwood. Perché non scrivi una rubrica sui giochi vintage da giocare così come li trovi nell’armadio?

“Tipo, con questa macchia di caffè vecchia di vent’anni che copre la leggenda?”

“Una cosa del genere, ma dubito che a 10 anni bevessi caffè. Forse è cocacola o cioccolato? Dai Deadwood, scrivila questa rubrica”.

“Perché non la scrivi tu?” mi fa lui, “Comincia da Brivido con copertone e vedi come va”.

Ed ecco com’è andata…

Che vi devo dire su Brivido, certe cose da piccolo non le apprezzi, ma era e resta un gioco pazzesco. Ci abbiamo giocato 5 volte con e senza copertone, il pongo si è rivelato duttile come quando eravamo bambini, abbiamo anche corrotto uno dei ragazzi del team di esperti di Deadwood perché giocasse con noi.

“Preferisco giocare alla ps4”.

“Sì ma questo è  bellissimo”.

“Lo è anche la Ps4”.

“Poi andiamo a prenderci un gelato”.

“Facciamo che me lo portate voi il gelato…”

I ragazzi di oggi non hanno alcun rispetto per i giochi anziani.

Fatto sta che Brivido gli è piaciuto. Anche se semplice, lo ha “Stregato” (si lo so, un gioco di parole fin troppo banale).

Guardate che grafica, che immagini e, soprattutto, pensate di doverlo giocare con un copertone al posto del teschio, di usare pongo e quello che trovate per riportare alla vita i vostri vecchi gioconi.

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Lo specchio magico

Bilancio finale

Brivido è uno dei giochi più belli che ci sia. Anche solo l’aver visto la scatola ha risvegliato in me una miriade di ricordi, dalla pubblicità che sono subito andato a rivedere su internet, alla bocca dell’albero della foresta maledetta che mi aveva tanto inquietato quando di anni ne avevo ancora pochini.

Alla fine è di un semplicità estrema, ma chi pensa che per fare grandi cose serva sempre andare oltre gli schemi, non ricorda quanto tempo ha speso per cercare di essere il primo bimbo a chiudere quella maledetta bara. Muahahaahah.

Quindi la missione, basta giochi vecchi perfetti che si comprano per 200 euro. Giochiamo a “C’era una volta il gioco”.

Per i nostalgici…