Moltissimi utenti si sono svegliati con l’account Facebook bloccato. Ma non è un bug. Si tratta di una decisione che rischia di ripetersi. Ancora e ancora.
Cosa faresti se ti svegliassi una mattina e la tua routine venisse all’improvviso sconvolta? Immagina di stare facendo colazione e, come sempre, vuoi dare una guardata ai tuoi social preferiti. Cerchi di aprire Facebook ma ti accorgi che il tuo account è stato bloccato.
Non puoi fare login e puoi guardare solo quello che viene proposto senza nessuna personalizzazione. Apri Instagram e la situazione è la stessa. Provi ad aprire Threads e non cambia nulla.
Che cosa è successo? Non si tratta di un bug. Ci sono infatti in atto nuovi controlli che stanno portando al blocco di moltissimi account. Ed è probabile che questo blocco diventerà sempre più esteso. La decisione è stata presa dalla stessa società madre, quindi da Meta. Ma perché?
Perché questi account Facebook stanno sparendo?
Siamo nel mezzo di un cambiamento che potremmo tranquillamente definire epocale nel rapporto tra utenti e social, e in particolare nel rapporto tra gli utenti più giovani e i social, che di certo non sono pensati per loro.

Seguendo le nuove regole imposte dal governo australiano, Meta ha deciso di partire in maniera preventiva e bloccare tutti gli account di chi ha dichiarato di avere meno di 16 anni. Questo significa che i giovani utenti dei social di Meta non avranno più accesso a nessuna delle piattaforme su cui magari passano il loro tempo.
I diretti interessati hanno iniziato a ricevere notifiche apposite diverse settimane fa, ma di certo arrivare al giorno x è un’altra storia. In un post pubblico, Meta dichiara di essere d’accordo con la volontà del Governo australiano di creare esperienze che siano appropriate alle diverse fasce di età, ma ovviamente (e per tutta una serie di motivi facilmente immaginabili) “tagliare i ragazzi fuori dai loro amici e dalle comunità non è la risposta“.
La proposta alternativa da parte di Meta è quella di dare ai genitori il parental control a livello di download delle app.
Ma il problema non è tanto più solo quello che i ragazzini e le ragazzine scaricano, quanto il fatto che all’interno dei social, oltre all’adolescenziale cattiveria che serpeggia come in una gigantesca aula, ci sono i pericoli che derivano per esempio dai predatori sessuali che, proprio grazie al fatto che online si tende a credere a quello che ci viene detto e mostrato, possono avvicinare ragazzi e ragazze fingendo di essere loro coetanei.
Meta, da parte sua, ha poi ovviamente tutto l’interesse a far sì che i giovani utenti rimangano collegati, dato che sono quelli che consumano più di tutto ciò che viene proposto e che sono poi destinatari privilegiati di tutta una serie di sponsorizzazioni e contenuti pubblicitari. Magari è un bene se non possono più entrare su FB (che tanto non usano più comunque!), IG o TH…
