Nello Spazio avvengono esplosioni così violente da trasformare tutto l’ambiente circostante, con conseguenze catastrofiche.
Si parla spesso di esopianeti simili alla Terra. Luoghi in cui, almeno teoricamente, potrebbe fiorire la vita. Nei racconti di fantascienza, l’uomo punta a raggiungere questi pianeti per ricreare la civiltà, una volta che la Terra sarà divenuta totalmente inospitale.
Per trovare pianeti simili, bisogna individuare una stella con un sistema simile al nostro. E poi un pianeta posto alla giusta distanza orbitale. Ebbene, proprio osservando una stella molto lontana, un piccolo puntino rosso a circa 130 anni luce da noi, dei ricercatori hanno osservato qualcosa di spaventoso.
Si tratta di una nana rossa, una stella molto più piccola e più fredda del nostro Sole, ma incredibilmente attiva. Questa stella ruota infatti venti volte più velocemente e possiede un campo magnetico trecento volte più potente.
Senza preavviso, da quella stella, nota come EQ Pegasi A, è scaturita un’esplosione titanica. Il fenomeno, noto come CME, ovvero una coronal mass ejection ha sconvolto i ricercatori. Gli scienziati hanno infatti potuto assistere alla diffusione di miliardi di tonnellate di plasma. Energia violentissima scagliata nello spazio a una velocità di 2400 km al secondo. Più di sette volte la velocità di un proiettile.
Il CME è un fenomeno che conosciamo bene, perché avviene anche sul Sole. Assomiglia a un brillamento improvviso. Ed è ciò che perché genera le aurore boreali e che, in molti casi, può disturbare i nostri satelliti. Ma qui la potenza è molto più potente. Così forte da spazzare via l’atmosfera di qualsiasi pianeta vicino.
Se la Terra subisse un tale fenomeno si trasformerebbe in un deserto roccioso. Tale scoperta è importante perché si tratta della prima osservazione confermata di un CME proveniente da una stella diversa dal Sole.
Il CME violentissimo di una nana rossa
L’analisi è stata compiuta grazie al telescopio spaziale XMM-Newton dell’ESA, la società spaziale europea, e al radiotelescopio LOFAR. Con questi strumenti, gli astronomi hanno registrato un segnale radio che dimostra come la materia sia stata espulsa nello spazio a velocità impressionante, con conseguenze potenzialmente e spaventosamente devastanti per tutti degli eventuali pianeti vicini.

Gli astronomi hanno intercettato questa esplosione grazie a un segnale radio brevissimo e intensissimo, impossibile da spiegare se non con la fuga di materia dalla stella. Ecco perché gli scienziati parlano di un momento storico. Per decenni si è parlato dell’esistenza di CME su altre stelle, ma senza mai riuscire a trovare delle conferme.
Molti esopianeti orbitano attorno a nane rosse. Ma se queste stelle sono così violente, la loro zona abitabile potrebbe non essere davvero così ospitale come abbiamo finora immaginato.
