L’inquinamento provocato da fabbriche, motori e rifiuti deve preoccuparci meno degli effetti di uno spaventoso disastro ambientale.
Chi studia davvero la natura, o monitora lo stato di salute dell’aria che respiriamo, delle foreste e degli oceani, non può far altro che promuovere l’importanza di una presa di coscienza collettiva.
L’inquinamento dipende infatti anche dall’uomo comune e dalle sue azioni quotidiane. Tutti dovrebbero insomma preoccuparsi di seguire comportamenti più sostenibili, come il riciclo, l’uso di energie rinnovabili e della mobilità elettrica. Altrettanto importante, però, è anche la difesa degli ecosistemi esistenti.
Capita infatti sempre più spesso che i luoghi più incontaminati della Terra siano presi d’assalto o degradati. Ci si deve preoccupare, per esempio, della siccità estrema che ha colpito il mondo. Un fenomeno di certo aggravato dal cambiamento climatico.
Negli ultimi anni ci si è accorti che boschi e foreste sono diventati sempre più vulnerabili al fuoco. Piove poco, le aree forestali residue sono sempre più esposte e penetrabili dagli incendi. E poi ci sono i land grabber, coloro che danno fuoco alle forereste per trasformare in piantagioni o pascoli.
Una nuova ricerca ha documento quella che è stata la stagione di incendi più devastante degli ultimi vent’anni nella foresta amazzonica. Ed è avvenuta nel 2024. Si può dunque parlare di incendi da record nell’Amazzonia nel 2024. La superficie colpita supererebbe i 3,3 milioni di ettari. Uno spazio pari alla dimensione del Belgio.
E tali incendi hanno determinato emissioni di CO2 spaventose. Secondo i ricercatori del Joint Reasarch Centre, gli incendi hanno rilasciato circa 790 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Una quantità equivalente alle emissioni annuali della Germania.
L’incendio in Amazzonia che ha rilasciato quantità record di CO2 nel 2024
Lo studio non ha solo esposto dati impressionanti. Per la prima volta, ha anche precisato quanto la degradazione da incendi possa essere dannosa. Gli incendi hanno infatti superato la deforestazione come principale causa di emissioni di carbonio nella regione.

Per raccogliere i dati, i ricercatori hanno sfruttato delle analisi satellitari combinate con dei sistemi globali di monitoraggio degli incendi, filtrando falsi segnali, come nuvole o incendi agricoli.
Le foreste degradate possono sembrare intatte se viste dall’alto. In realtà, come precisato dallo studio, la foresta amazzonica, con gli incendi dello scorso anno, ha perso biomassa e dunque molta della sua funzionalità ecologica.
Questo tipo di danno, che non viene rilevato nei sistemi di contabilità ambientale nazionali o internazionali, è in realtà davvero grave, per tutti quanti. Ma il mondo continua a concentrarsi sul problema della deforestazione, ovvero dell’abbattimento degli alberi, e non della degradazione.
