Pronto per il prossimo colloquio di lavoro? Se ti fanno queste domande li metti nei guai

Non possono chiederti questo ai colloqui

Il mondo del lavoro è estremamente caotico, se poi si guarda all’Italia in particolare questo può risultare un vero e proprio macello tra stipendi da fame, datori di lavoro poco affidabili e contesti lavorativi che nella stragrande maggioranza dei casi si rivelano estremamente tossici e dove le persone vengono sfruttate. Se questi elementi difficilmente possono essere cambiati o comunque evitati, lo stesso non vale per le domande che possono essere poste a colui o colei che cerca lavoro in sede di colloquio, in quanto molte di esse sono vietate: pertanto è possibile evitare di rispondere a esse? Scopriamolo nei seguenti paragrafi!

Quali sono le domande vietate ai colloqui?

Forse molti non sono a conoscenza che l’attività condotta durante un colloquio lavorativo è sublimata al rispetto di determinate leggi, anche per quanto concerne le domande poste al diretto interessato. Non a caso durante il suo svolgimento vi è l’obbligo totale di tutelare e non violare la privacy del candidato o della candidata. Ciò riguarda diverse tipologie di elementi, che comprendono i mondi più disparati che vanno dalla religione, convinzioni personali, disabilità ed età fino ad arrivare all’orientamento sessuale, di genere e alla salute fisica e psicologica.

Dunque le domande che vengono poste all’intervistato non devono in nessun modo riguardare questi argomenti, anche perché nella stragrande maggioranza dei casi vengono poste per effettuare una selezione preventiva dei candidati, senza valutare le loro effettive competenze. Qui di seguito troverete un pratico elenco, con alcuni dei quesiti che potrebbero venirvi posti:

  • Sei fidanzata/o? Sei sposata/o? Hai figli o vorresti averne?: questa è probabilmente la domanda che viene posta più volte, specie alle donne. È severamente vietato fare questa serie di domande secondo l’articolo 27 del “Codice delle pari opportunità tra uomo e donna” (DLGS 198/2006).
  • Di che partito sei? Sei religiosa/o? Di che nazionalità sei?: tale quesito è vietato dal DLGS 215/2003, nato a seguito dell’attuazione della direttiva UE 2000/43/CE. Allo stesso tempo questa domanda è vietata pure dallo statuto dei lavoratori.
  • Domande riguardanti disabilità, età, orientamento sessuale, stato di salute fisica e psicologica: questa serie di interrogativi sono severamente vietati grazie a due decreti, che sono il DLGS 216/2003 e il DLGS 276/2003.

Pertanto come si può gestire una situazione in cui vi vengono poste queste domande? Essenzialmente le possibilità sono due e di queste ne parleremo nei successivi paragrafi!

Come gestire questa situazione?

Una di esse è quella di abbandonare il colloquio, senza nemmeno rispondere alla domanda posta. In alternativa si può adottare un’azione ancora più drastica rispetto a prima: ovvero denunciare direttamente la ditta e il datore di lavoro che hanno posto questa serie di domande: tuttavia bisogna considerare che una scelta così drastica deve essere intrapresa solo se si è in grado di sostenere tutto l’iter a livello giudiziario, poiché in caso contrario potrebbe rivelarsi assai complesso.

Vi è comunque una terza possibilità, che potrebbe rivelarsi utile: dire al datore che ha posto le domande che non ci si sente a proprio agio (ciononostante nel caso in cui costui o costei che avete davanti dovesse rivelarsi un osso duro potrà insistere fintantoché non avrà ottenuto le informazioni che vuole) oppure potrete rispondere in maniera schietta affermando che quanto chiesto non andrà a influenzare negativamente il vostro lavoro nell’azienda.

Infine l’ultima cosa che si può fare – ma che potrebbe rivelarsi molto rischiosa – è quella di mentire e nel caso in cui verrete scoperti potreste essere denunciati: tuttavia nelle sedi opportune potrete far leva sul fatto che vi sono state poste delle domande illegali e appunto per questo avrete un’attenuante più che valida per aver agito in quel modo (pertanto a passare dalla parte del torto sarà quasi sicuramente l’azienda e il datore di lavoro). Starà appunto a voi decidere cosa fare, ma sarebbe meglio decidere o di abbandonare il colloquio o procedere per vie legali perché non è concepibile che nel 2023 – ridosso del 2024 – vengano ancore poste domande di questo genere.