Playstation VR Showcase2017 – Reportage

Articolo di Stefano Pedrocchi

Il periodo che va da aprile a inizio giungo è sempre un momento delicato per il settore, data la notevole vicinanza all’ evento videoludico per eccellenza, vale a dire l’Electronic Entertainment Expo, meglio conosciuto con l’acronimo di E3. Potremmo riassumere poeticamente questo lasso di tempo come la quiete prima della tempesta, anche se, a onor del vero, non è che le ultime edizioni della fiera losangelina siano state particolarmente indimenticabili. Quest’anno, però, sembra esserci parecchia carne al fuoco, soprattutto per quanto riguarda le manovre di Microsoft con la sua nuova ammiraglia Scorpio, una risposta forte per arginare l’attuale svantaggio nei confronti di PS4. La domanda che viene più semplice porsi è: quali sono i piani di Sony? Beh, probabilmente non li sa nessuno attualmente, a parte i diretti interessati, ma, essendo stati ospiti a Milano del colosso nipponico, abbiamo potuto osservare da vicino cosa ha in serbo per noi il futuro griffato Playstation, nello specifico il mondo PSVR. Ecco come è andata.

Le specifiche vendono i preorder, i software fanno vincere le console

L’attuale posizione di vantaggio che Sony e la sua PS4 hanno ottenuto nel corso dell’attuale generazione di console non è da ricercare analizzando minuziosamente ogni singolo componente della periferica, bensì nella qualità dei prodotti che girano su di essa. In altre parole, i giochi, specialmente le esclusive. Per introdurre questo paragrafo, ho liberamente parafrasato un famoso detto legato al mondo del basket, che recita: “l’attacco vende i biglietti, la difesa fa vincere i titoli”. Questa frase, che mi ronza sempre in testa quando guardo il basket a stelle e strisce a orari improponibili, può rispecchiare in pieno quello su cui ogni console deve puntare per fare meglio degli avversari. Se l’attacco lo intendiamo come il voler dimostrare sulla carta come un hardware sia migliore di un altro, la difesa è sicuramente quanto siano alla fine i giochi l’ago della bilancia in ottica di una vittoria. Ed è inutile girarci attorno, le esclusive di Sony sono state per distacco nettamente superiori alla concorrenza. Oggi però non parliamo di PS4, bensì di PSVR, che dopo un inizio difficile sta iniziando a carburare. Già da inizio anno si era capito come Sony punti molto alla propria visione della realtà virtuale, basti pensare all’esclusività di un anno della funzione VR di Resident Evil 7, facendo rodere il fegato non poco a Oculus e Vive. Va detto che, nonostante questo ottimo risultato, un singolo titolo non può bastare a coprire un’intera annata videoludica e Sony questo sembra averlo capito benissimo. Nell’evento a cui abbiamo presenziato, la parola d’ordine è stata dunque “giochi”, “giochi” e ancora “giochi”. Concludendo dunque il cerchio del discorso, appurato che le esclusive fanno vendere le console, lo stesso identico discorso vale anche per i visori e possiamo dire che PSVR è sulla strada giusta per battere la concorrenza.

Virtual (Reality) Insanity

Sicuramente il buon Jamiroquai ci perdonerà per aver apportato una leggera variazione al titolo di una delle sue hit più famose, ma quanto visto a quello che possiamo chiamare a tutti gli effetti showroom allestito da Sony, non può essere tradotto meglio di così. I prodotti, tutti giocabili, che abbiamo provato all’evento, oltre ad essere molto piacevoli si sono dimostrati molto variegati, in grado di soddisfare sia il lato giocoso che quello di puro intrattenimento.

Per spiegarvi quello che intendo andrò con ordine, partendo da uno dei titoli più divertenti giocati dal sottoscritto, ovvero Starblood Arena. Quando si parla di giochi per la VR troppo spesso si rischia di mal interpretare la differenza tra giochi effettivamente pensati per la VR e giochi semplicemente adattati a tale contesto. Sembra banale, ma non lo è. Spesso e volentieri i titoli disponibili per la realtà virtuale o sono delle tech demo oppure sono giochi liberamente giocabili anche senza la fruizione del nostro amato e prezioso headset. Bene, Starblood Arena è, senza ombra di dubbio, il tipico identikit di un gioco pensato esclusivamente per un’esperienza in VR. Essenzialmente ci troviamo di fronte ad uno sparattutto in prima persona nel quale, però, non controlleremo un semplice soldato ma un soldato a bordo di una navicella spaziale. Il grande pregio di questo titolo consiste nel suo essere maledettamente divertente, sia in singolo che in multiplayer. E’ chiaro come il cuore pulsante dell’esperienza sia la sfida online, vedendo quindi la controparte in single player come una sorta di allenamento in vista delle battaglie agguerrite con gli altri giocatori. In Starblood Arena si vola, si spara e ci si diverte, il tutto ad una fluidità ottima e da un sistema di gioco molto adrenalinico e rapido ma mai caotico. Colpisce anche lo stile cartoonesco che gli sviluppatori hanno voluto dare al titolo, distaccandosi dal puro realismo centrando in pieno il proprio obiettivo. Prima di ogni scontro, potremo scegliere il nostro eroe preferito tra quelli selezionabili, tutti molto ispirati, il che vuol dire anche selezionare la nave che più si sposa con le nostre esigenze. Al termine di ogni partita otterremo dei punti esperienza che ci permetteranno di salire di livello, come da tradizione in questo genere di giochi. Starblood Arena è quindi a tutti gli effetti un titolo decisamente intrigante per ogni possessore di PSVR.

starblood-arena

Dopo aver fatto esplodere un po’ di navi, la nostra attenzione si è spostata su tipi di esperienze del tutto diverse. Ho usato il termine “esperienze” non a caso. Infatti, prodotti come The Martian VR, Harmonix Music VR e First Life di David Attenborough sono quanto di più distante dal concetto di gioco in VR che proponeva Starblood Arena. Questo non deve per forza avere accezioni negative, anzi. La VR ha molti possibili utilizzi e quanto mostrato da questi tre titoli ne è una prova. In The Martian VR ci si ritrova a dover risolvere piccoli puzzle riferiti alla pellicola di Ridley Scott. In Harmonix Music VR, invece, si balla, disegna e gioca a tempo di musica, andando quindi a toccare ogni possibile utilizzo di questa intrigante tecnologia. First Life, dal canto suo, offre un’esperienza molto cinematografica sull’origine della vita. Una sorta di documentario, con tanto di commento annesso, a cui noi prendiamo effettivamente parte. Insomma, quando il termine diverso non fa rima con sbagliato.

Tornando a lidi più confortevoli per i giocatori più incalliti, ci siamo divertiti molto a non diventare matti con Statik, un puzzle game davvero unico e molto divertente. Il nostro alter ego digitale si ritrova con entrambe le mani rinchiuse all’interno di una grossa scatola, apparentemente impossibile da aprire. Ogni faccia della scatola, completamente osservabile tramite l’utilizzo della levetta analogica del pad PS4, ha un enigma da risolvere. Una volta trovato il classico bandolo della matassa, l’indovinello ci darà l’indizio per risolvere il successivo. Pur con un ritmo lento e ragionato, come giusto che sia, Statik non dà mai al giocatore un senso di frustrazione al giocatore, senza opprimerlo. Immaginatevelo quindi come una sorta di The Room in VR, il che è decisamente un bel complimento.

statik

Decisamente positivo è stato l’impatto con FarPoint, una delle esclusive dell’evento su cui puntavamo molto e non ci ha decisamente deluso. Per chi non lo sapesse, FarPoint è un FPS veramente incentrato sul regalare la miglior esperienza possibile in VR, e accidenti se ci riesce. Per poter giocare è necessario impugnare un particolare supporto a forma di fucile in cui va inserito il Playstation Move. Una volta pronti, ci ritroviamo nei panni di un marine spaziale alle prese con degli alieni piuttosto aggressivi. Quello che sorprende di FarPoint è il ritmo, frenetico e aggressivo. Mai come in questo gioco, ci si sente realmente alle prese con un FPS degno di questo nome in VR. Tutto, dal come ci si muove all’interno del mondo di gioco a come si interagisce con le armi, ha quel senso di immersività che ci si aspetta da un gioco in VR. Volete un esempio? Eccovelo. Dato il pregevole funzionamento del supporto del move, interagire con le armi di gioco di FarPoint è veramente unico. Possiamo abbassare lo sguardo e muovere l’arma che impugniamo per venderne lo splendido modello realizzato dagli sviluppatori. Questo, però, non ha solo una funzione puramente estetica, bensì per utilizzare adeguatamente i mirini delle armi, dovremo proprio posizionare il nostro controller a livello degli occhi per utilizzarlo correttamente. Una sciocchezza, penserete, ma fidatevi, non lo è. Decisamente l’esperienza più coinvolgente di tutte.

farpoint


A proposito di coinvolgente, The Persistence è stata la grande sorpresa dell’evento Sony. Questo horror game, oltre ad avere dei controlli unici, come ad esempio il fatto che con il movimento della testa muoviamo il mirino su schermo e non la visuale, si è fatto notare per una funzione veramente intrigante. Stiamo parlando della possibilità di giocare in co-op. Vi starete chiedendo come ciò sia possibile e noi siamo qui per spiegarvelo. Un giocatore, con indosso il PSVR, giocherà effettivamente al titolo mentre l’altro, tramite l’applicazione legata al gioco, dal proprio smartphone o tablet potrà essere d’aiuto al suo compagno, in quanto tramite l’applicazione è possibile visualizzare l’intera mappa del livello e quindi prevedere le zone di maggior interesse, segnalare su schermo i nemici al giocatore o rallentarli per ucciderli senza troppo impegno e disattivare le trappole sparse per i livelli. Un’idea innovativa e che stimola la cooperazione tra due giocatori in maniera del tutto naturale ed incredibilmente divertente.

the-persistence
Per finire, abbiamo potuto testare delle brevi demo di Gran Tursimo Sport VR e Ace Combat: Skies Unknown. Nonostante la loro natura di pura dimostrazione, le sensazioni sono state decisamente positive su entrambi, lasciandoci quindi con la voglia di giocarci ancora.
“Live the game”

Alla fine della giornata non possiamo che ritenerci più che soddisfatti della nostra prova con mano dei prossimi titoli in arrivo di PSVR. I titoli presentati oltre ad averci genuinamente intrattenuto ci hanno mostrato le potenzialità effettive di come il gioco in VR può essere efficace come quello tradizionale se non di più. Le mosse di Sony sembrano essere vincenti, grazie ad un parco titoli che si sta espandendo e, basandoci su quanto provato, realizzati con una qualità davvero ottima. Non ci resta che aspettare di poterli giocare più approfonditamente ma mai come ora PSVR sembra in procinto di spiccare il volo.