Urano non è come l’abbiamo sempre pensato | Ecco il segreto che nasconde in uno dei suoi poli

mistero dei poli di urano

Urano nasconde un segreto che è stato svelato grazie alle nuove immagini catturate dal telescopio spaziale James Webb.

Il telescopio James Webb, probabilmente la strumentazione più all’avanguardia in mano ai ricercatori del cosmo da diversi anni, all’inizio di quest’anno ha iniziato a studiare uno dei pianeti del nostro Sistema Solare più affascinanti, ovvero Urano.
Questo corpo celeste è stato scoperto tantissimo tempo fa, ma nonostante questo al giorno d’oggi, grazie alle immagini delle strumentazioni moderne, si è potuto capire che ha un aspetto molto diverso da quello che si pensava.

Ad aprile scorso il JWST, così come viene definito come una semplice sigla il telescopio spaziale successore spirituale dell’Hubble, aveva scattato delle foto sensazionali di Urano facendo rendere conto i ricercatori delle sue vere fattezze.
In queste fatidiche immagini, scattate grazie al sistema a infrarossi montate sull’osservatorio spaziale, si sono potuti mostrare in tutta la loro magnificenza gli anelli intrecciati del pianeta azzurro.

Urano

In quell’occasione il telescopio spaziale in dotazione alla NASA ha permesso ai ricercatori di poter vedere da vicino e in maniera piuttosto netta altre caratteristiche di Urano e non solo i sue anelli intrecciati.
Per esempio questo pianeta color ghiaccio presenta anche una calotta polare molto particolare che è stata fotografata da vicino per la prima volta.

Il telescopio spaziale James Webb condivide altre immagini pazzesche di Urano

La storia di Urano è una delle più particolari per quanto riguarda i pianeti del Sistema Solare sin dall’anno della sua scoperta.
Come tanti pianeti del nostro sistema, anche Urano è stato scoperto nel diciottesimo secolo dato che fa parte della categorie dei cinque pianeti visibili a occhio nudo.
Nonostante questo però il pianeta azzurro non è stato sin da subito classificato come pianeta, ma si credeva fosse una stella.

Questo perché l’orbita di Urano è particolarmente lenta, circa 84 anni, dunque a occhio nudo può sembrare praticamente immobile come una stella.
Dopo varie osservazioni poi si è deciso di classificarlo come pianeta, il settimo se contiamo i pianeti in ordine di distanza dal Sole.
Successivamente si è poi deciso di definirlo un gigante gassoso ghiacciato, una categoria al quale appartiene solo Nettuno insieme a lui.

Urano ciclone atmosferico

Urano, nell’immaginario popolare, è rappresentato come un enorme palla azzurra, ma in verità ha delle caratteristiche peculiari che non sempre vengono rappresentate graficamente.
Ad esempio Urano possiede 13 anelli intrecciati, ma questi non vengono mai rappresentati, a differenza ad esempio di Saturno che invece viene riportato con gli anelli.
Oltre a questo ha anche un sistema di satelliti davvero complesso e numeroso dato che questo pianeta possiede 27 lune.

Un’intensa macchia polare è apparsa sulla calotta di Urano

Come abbiamo accennato in precedenza, su una delle due calotte di Urano appare un’intensa macchia polare che è maggiormente visibile in questo periodo quando è colpita anche dalla luce del Sole, mentre scompare in autunno.
Il telescopio James Webb è riuscito a catturare un’immagine ravvicinata di questo fenomeno permettendo agli scienziati di NASA, CSA ed ESA di studiarla da vicino.

La nuova immagine scattata dal telescopio è molto simile e quella già catturata lo scorso aprile, ma nonostante questo rende più visibile la macchia polare sul lato destro.
Urano ruota su un lato e dunque i poli sono a destra e sinistra: questa posizione particolare fa sì che il Sole colpisca soltanto da una parte mentre la parte opposta è completamente al buio e con temperature molto basse per diversi anni.

Urano resta un pianeta davvero molto affascinante, anche perché ha un’attività di tempeste e di cicloni molto attiva sulla sua superficie gassosa.
Il prossimo solstizio di Urano è previsto per il 2028 e i ricercatori non vedono l’ora di scoprire se questo fenomeno cambierà oppure resterà sempre lo stresso anche tra 5 anni.