Un impianto geotermico nel deserto, per rendere ecologico l’Internet | L’idea di una startup Americana

Impianto nel deserto

I bisogni energetici mondiali continuano a crescere sempre di più, e con questi anche le preoccupazioni verso l’uso dei combustibili fossili, petrolio, carbone e gas metano, per la produzione energetica. Tra tutte le fonti energetiche rinnovabili il solare e l’eolico sembrano avere un posto di rilievo, sarà magari per la loro maggiore flessibilità in generale, o magari perché se ne parla di più a discapito di altre fonti come l’idroelettrico e il geotermico. Una Startup americana ha deciso di puntare proprio su quest’ultima fonte, con un piano per rendere l’Internet più ecologico.

La fratturazione idraulica come non s’era mai vista

Una veduta di parte dell’impianto in questione

Parliamo di Project Red, un nuovo progetto di produzione di energia geotermica unico al mondo, partito nel deserto del Nevada. Opera della startup Fervo, il primo impianto di questo progetto è già funzionale, e adesso alimenta parte della rete del Nevada, tra cui diversi data center di proprietà di Google. Google stessa aveva infatti investito, più di due anni fà nel progetto, con l’obiettivo di trovare una fonte energetica green affidabile.

L’impianto in questione è abbastanza piccolo per gli standard, producendo tra i 2 e 3 Megawatt; abbastanza energia da alimentare qualche migliaio di case. Allora perché sembra essere così importante? La chiave sta nel modo innovativo in cui Fervo è riuscita a sfruttare il calore intrinseco della crosta terrestre. 

Gli impianti geotermici, per chi non lo sapesse, sfruttano il calore terrestre per scaldare acqua, che evaporando si muove verso delle turbine, azionandole; la rotazione delle turbine viene convertita dunque in energia elettrica. È per questo che ad oggi gli impianti di questo tipo vengono costruiti solo dove è più facile trovare acqua già riscaldata naturalmente, come ad esempio su fonti termali o geyser. 


Il nuovo impianto in Nevada sembra avere invece un sistema geotermale “migliorato”, che ha un diverso funzionamento: invece che scavare in zone che hanno una naturale attività idrotermale, lo si fà invece in zone in cui la roccia è completamente asciutta, andando a creare una “fonte termale” artificiale che poi torna in superficie a temperature molto più alte. Questa strategia, in puro stile americano, nasce sfruttando le tecnologie di fratturazione idraulica, le stesse che vengono utilizzate dall’industria del petrolio per scavare a profondità grandissime per recuperare i combustibili fossili.

Insomma, scavando due tunnel verticali paralleli lunghi circa 2 chilometri e collegandoli tramite la fratturazione idraulica, l’acqua fredda introdotta in uno risale scaldata fino a 191 °C nell’altro, con un flusso sufficiente a produrre fino a 3.5 Megawatt di elettricità. Secondo il CEO di Fervo, Tim Latimer, questi dati operativi sono rimasti abbastanza stabili nel tempo da suggerire la possibilità che l’impianto potesse essere collegato permanentemente alla griglia elettrica, sfruttando anche le infrastrutture di un vicino impianto geotermico già presente. L’azienda prospettava inizialmente per questo progetto fino ai 5 Megawatt di produzione, ma pur non raggiungendoli risulta sicuramente un progetto ad alta performance; sempre secondo Latimer, ci sarebbe la possibilità di scalare il progetto, in modo che possa adattarsi anche ad altre latitudini e climi.