La Missione Gaia ha scoperto mezzo milione di nuove stelle | La rivincita dell’ESA

La missione di gaia ha scoperto un milione di nuove stelle

Quando si parla di spazio, c’è quasi sempre lo zampino degli americani, con la loro NASA. Certo, non a torto; la NASA è certamente una delle agenzie per lo studio dello spazio più all’avanguardia dell’intero pianeta. Ma se vi dicessi che anche noi qui in Europa abbiamo una nostra agenzia spaziale? È proprio grazie all’ESA se adesso conosciamo mezzo milione di stelle in più!

La missione Gaia e il cluster Omega Centauri

Il Cluster Omega Centauri, di cui la missione Gaia ha trovato mezzo milione di stelle. | ESA/Gaia/DPAC, CC BY-SA 3.0 IGO

Questa settimana l’Agenzia Spaziale Europea, o ESA, ha rilasciato un vero e proprio tesoro: i dati relativi alla missione Gaia. Gaia, l’osservatorio spaziale lanciato nello spazio nell’ormai lontano Dicembre del 2013, ha come obiettivo quello di mappare in tre dimensioni l’intera Via Lattea; non stupisce dunque l’eccitazione degli astronomi alla pubblicazione delle nuove scoperte, che riportano dati su mezzo milione di nuove stelle, e dettagli su più di 150.000 asteroidi all’interno del nostro sistema solare.

L’obiettivo generale di Gaia non comprende solo una mappa 3D della posizione delle stelle, ma anche di corpi celesti come pianeti, comete, asteroidi e molto altro ancora. Fino ad oggi, sin dal lancio, la missione Gaia ha offerto dati preziosissimi; l’ultima volta ad esempio era riuscita a mappare la posizione di più di 1.8 miliardi di stelle.

I nuovi dati sono utili per fugare dubbi su aree della nostra galassia densamente popolate di stelle, come ad esempio il cluster globulare Omega Centauri, quello che vedete in foto. Questi nuovi dati mostrano 10 volte più stelle di quante ne conoscevamo prima, per un totale di 526.587 nuove stelle identificate.

In Omega Centauri, abbiamo scoperto oltre mezzo milione di nuove stelle che Gaia non aveva mai visto, da un singolo cluster!

Katja Weingrill, Leibniz-Institute for Astrophysics, Potsdam

Altra scoperta molto importante ricavata dai dati rilasciati è la presenza di un gran numero di lenti gravitazionali. Questo effetto accade quando oggetti di dimensioni massive, come i cluster galattici, piegano lo spazio-tempo, piegando e deviando la luce proveniente da oggetti lontani come una lente d’ingrandimento farebbe con i raggi solari. Questo permette ai ricercatori di vedere oggetti molto più lontani di quanto sia possibile normalmente.

Gaia è davvero abile nel trovare lenti,” dichiara Christine Ducourant del Laboratoire d’Astrophysique de Bordeaux, co-autrice dello studio. “Grazie a Gaia, abbiamo compreso che alcuni degli oggetti che vediamo non sono semplici stelle, anche se lo sembrano. Sono in realtà quasar molto distanti – nuclei energetici galattici estremamente luminosi. Adesso abbiamo 381 candidati classificati come quasar a lente, incluse 50 che riteniamo molto probabili […]

In realtà Gaia non è stata progettata per ricercare specificatamente questo tipo di dati, è più una piacevole sorpresa per i ricercatori. “Anche se il focus principale di gaia è lo studio stellare, sta esplorando qualsiasi cosa da oggetti rocciosi a sistemi solari, a quasar ad immagine multipla che risiedono a miliardi di anni-luce di distanza, ben oltre i limiti della Via Lattea” dichiara Timo Prusti, Project Scientist del progetto Gaia all’ESA. La missione sta approfondendo la nostra conoscenza dell’universo e degli oggetti che vi  risiedono, e stiamo sfruttando al meglio questa prospettiva larga, a campo aperto, dei cieli che ci circondano”.