Hubble fotografa una nebulosa autunnale | Molti direbbero “armocromatica”

Hubble continua a mostrarci foto meravigliose

Questa è proprio la stagione ideale in cui ammirare Soul, la nuova nebulosa appena fotografata dal telescopio spaziale.

Il telescopio spaziale Hubble

Nel corso degli anni il telescopio spaziale Hubble, in orbita dal 1990, ci ha donato immagini meravigliose dello spazio profondo, con un livello di dettaglio, pulizia e distanza semplicemente impossibili da ottenere con le osservazioni telescopiche condotte dalla superficie terrestre. Ora Hubble ha compiuto una nuova impresa, immortalando una nebulosa dagli splendidi colori autunnali. Si chiama Westerhout 5, per gli amici Soul Nebula, e si trova alla ragguardevole distanza di 7 anni luce dalla Terra: per intenderci, la galassia Alfa Centuari è a circa 4 anni luce da noi, dunque Soul Nebula è molto più lontana!

Hubble, una lunga carriera

Hubble è parte del progetto dei Grandi Osservatori imbastito dalla NASA per lanciare in orbita telescopi spaziali di nuova generazione. Ne fanno parte anche il Compton Gamma Ray, il Chandra X-ray e lo Spitzer, che ha cessato le attività nel 2020. Hubble è il telescopio deputato alla fotografia spaziale nello spettro della luce visibile, ecco perché tutte le immagini spaziali più celebri che conosciamo sono farina del suo sacco, sebbene nel lungo periodo sia destinato a cedere del tutto il testimone al suo successore, ovvero il James Webb che è stato lanciato in orbita nel 2021; il suo design comunque è stato progettato per essere facilmente riparabile e mantenuto, infatti viene regolarmente aggiornato con interventi diretti da parte di astronauti, che ne garantiscono la longevità.

I Pilastri della Creazione, una delle fotografie più celebri di hubble, immortala la anscita di stelle nella Nebulosa dell'Aquila.
I Pilastri della Creazione, una delle fotografie più celebri di Hubble, immortala la nascita di stelle nella Nebulosa dell’Aquila.

Le osservazioni di Hubble sono protagoniste di molti importantissimi progetti spaziali, come il progetto CANDELS sullo studio della nascita dell’Universo, o Frontier Field che studia l’evoluzione delle prime galassie.

Si sta come d’autunno nello spazio la nebulosa

Cosa conferisce a Soul Nebula la sua caratteristica colorazione autunnale? Per capirlo bisogna prendere in esame la sua composizione chimica. Westerhout 5 è una nebulosa a emissione, ovvero costituita prevalentemente di gas ionizzato (ovvero i cui atomi perdono elettroni) che mette luce di vari colori. La ionizzazione è provocata dai fotoni di una stella molto calda che si trova in “prossimità” della nebulosa stessa. A seconda della composizione chimica della nebulosa, essa può assumere colorazioni diverse durante il processo di ionizzazione: sono state osservate nebulose blu, verdi, rosse…

Nel caso di Westerhout 5, la colorazione arancione rossiccia che ricorda tanto le foglie d’autunno si deve principalmente alla presenza di idrogeno. L’osservazione attenta delle immagini scattate da Hubble rivela però altri particolari interessanti, oltre alla colorazione “foliage” della nebulosa.

la nebulosa Westerhout 5 immortalata dal telescopio spaziale Hubble.
la nebulosa Westerhout 5 immortalata dal telescopio spaziale Hubble.

Nella parte alta della foto osserviamo una regione scura in posizione centrale. Si tratta di un free-floating Evaporating Gaseous Globule (frEGG), denominazione che sta ad indicare una sacca di gas più densa di ciò che gli sta attorno e dunque meno propensa alla ionizzazione. Proprio all’interno di sacche come questa si creano le reazioni chimiche che, potenzialmente, hanno come esito la nascita di nuove stelle: potete quindi immaginarlo come una sorta di “uova spaziali“.

In questa fotografia si osservano diverse di queste uova che fluttuano liberamente in giro per la nebulosa, dunque sono indipendenti l’una dall’altra e non fanno parte di strutture più grandi. Ecco perché prendono la dicitura free-floating: sono come palline che rotolano in giro liberamente, o se preferite, dei girini che nuotano in uno stagno. Se diverranno abbastanza dense e calde, svilupperanno al proprio interno una protostella, avviando poi la sequenza principale di formazione stellare.