Svelati i misteri di un’altra galassia grazie al telescopio spaziale James Webb

Nuova galassia scoperta dal james webb

Il telescopio spaziale James Webb ha catturato nuove immagini spettacolari con un livello di dettaglio davvero sorprendente: questa volta la protagonista degli scatti è una galassia vicina alla Via Lattea.

Questa galassia, osservata dalla Near-InfraRed Camera (NIRCam) e dal Mid-InfraRed Instrument (MIRI) montati sul telescopio spaziale James Webb, rappresenta una notevole scoperta per gli astronomi, non solo per la sua vicinanza alla Via Lattea ma anche per la sua insolita bassa metallicità.

NGC 6822: una galassia primordiale

Il sistema stellare al centro della scoperta è NGC 6822, una galassia di forma irregolare e dalla bassa metallicità situata a 1,5 milioni di anni luce di distanza dalla Terra: se escludiamo alcune piccole galassie satellite, come la Grande e la Piccola Nube di Magellano, NGC 6822 è il vicino galattico più vicino alla Via Lattea. Quando gli astronomi parlano di metallicità non intendono la quantità di metalli presenti in una galassia, ma si riferiscono alla quantità di tutti gli elementi pesanti, cioè tutto ciò che non è idrogeno o elio.

Le immagini della galassia dalla forma irregolare sono state catturate grazie alle tecnologie avanzate del James Webb Space Telescope, come la fotocamera NIRCam (Near-Infrared Camera) e lo strumento MIRI (Mid-Infrared Instrument), e mostrano il gas e la polvere di NGC 6822 che brillano di verde e oro mentre si estendono su un denso campo di stelle. Questa scoperta è importante per la comunità scientifica perché aiuterà gli astronomi a far luce sull’evoluzione delle stelle e sull’intricato ciclo della polvere interstellare, fornendo preziosi indizi sull’universo primordiale.

L’importanza di NGC 6822 e dell’universo primordiale

Per “universo primordiale” si intende l’ammasso di stelle che si sono formate dalle nubi cosmiche di gas, dando così vita alle prime galassie: questo fattore è importante perché le primissime galassie dell’universo erano composte quasi interamente da idrogeno ed elio, il che significa che avevano una bassa metallicità, proprio come NGC 6922.

La metallicità gioca un ruolo fondamentale nello studio del cosmo, poiché gli elementi oltre all’idrogeno e all’elio sono arrivati più tardi. Gli elementi pesanti sono stati poi prodotti principalmente dalle prime stelle durante la loro vita, attraverso la fusione nucleare che si manifesta al loro interno, e sono stati poi rilasciate nell’universo quando alcune di queste sono diventate delle supernova pronte ad esplodere.

La galassia NGC 6822 fotografata dal telescopio Webb: il gas e la polvere di NGC 6822 brillano di verde e oro
Un denso campo di stelle e polveri in NGC 6822 visto dal telescopio spaziale James Webb.

Le esplosioni delle supernova hanno disperso gli elementi pesanti in tutte le loro vicinanze cosmiche, questi elementi pesanti sono stati poi integrati in nubi interstellari di gas e polvere che alla fine sono collassate dando vita a delle nuove stelle. La generazione successiva di stelle era quindi più ricca di metalli e lo stesso procedimento si è ripetuto con la terza generazione di stelle, che si è arricchita ulteriormente di questi elementi pesanti: il Sole è ricco di metalli ed è un ottimo esempio di “stella di terza generazione”.

Passato e futuro della scoperta di NGC 6822

Le galassie a bassa metallicità come NGC 6822, offrono quindi agli astronomi la possibilità di osservare l’evoluzione delle stelle e delle nubi di gas e polveri interstellari negli ambienti poveri di metalli, proprio come accadeva nell’universo primordiale. NGC 6822 ha una storia intrigante che ovviamente precede le ricerche condotte grazie al telescopio spaziale James Webb. La galassia dalla forma irregolare venne scoperta per la prima volta da E. E. Barnard nel 1884 e inizialmente fu erroneamente identificata come una “nebulosa estremamente debole” a causa delle limitazioni dei telescopi dell’epoca.

La galassia NGC 6822 fotografata dal telescopio Webb
La galassia NGC 6822, osservata dallo strumento Mid-InfraRed (MIRI) montato sul telescopio spaziale James Webb della NASA/ESA/CSA.

Le osservazioni successive portarono a una confusione riguardo alle sue dimensioni, alla sua luminosità e alla sua classificazione. Fu Edwin Hubble, grande astronomo e astrofisico statunitense, a condurre uno studio approfondito di NGC 6822 nel 1925. La sua ricerca segnò una pietra miliare nella comprensione dell’Universo, in quanto assegnò definitivamente NGC 6822 a una regione esterna alla Via Lattea, dimostrando l’esistenza di oggetti extragalattici. Piccola curiosità: le scoperte di Hubble sono state importantissime e il telescopio spaziale Hubble, che prima ancora del James Webb catturava immagini dello spazio, è stato nominato così proprio in suo onore.

Nonostante sia stato Hubble a scoprire NGC 6822 , oggi è il James Webb Telescope che continua a svelare i segreti della galassia di forma irregolare, e gli astronomi prevedono ulteriori rivelazioni che presto potrebbero rivoluzionare la nostra comprensione del cosmo e della sua affascinante storia.