Il telescopio spaziale Gemini South fotografa una nebulosa distante 1200 anni luce

fotografata una nebulosa mastodontica a 1200 anni luce di distanza

Il telescopio spaziale Gemini South dell’Osservatorio Internazionale Gemini, gestito principalmente dal NOIRLab della NSF, ha catturato le immagini di una nebulosa dalla struttura quasi simmetrica e dalla forma simile ad una brocca inglese tradizionale.

La nebulosa, probabilmente generata dalle interazioni tra una gigante rossa morente e una stella compagna ormai ridotta a brandelli, si trova a 1200 anni luce dalla Terra e sarà uno strumento indispensabile per studiare l’evoluzione stellare.

L’osservatorio Gemini South situato in Cile

Toby Jug Nebula: la nebulosa a forma di brocca inglese

La nebulosa incandescente IC 2220, soprannominata Toby Jug Nebula per la sua somiglianza con una tipica brocca inglese, rappresenta una rara scoperta astronomica. Situata a circa 1200 anni luce di distanza, in direzione della costellazione di Carina, IC 2220 è una nebulosa bipolare, formata da gas e polvere, creata e illuminata da una stella gigante rossa, che si trova al centro della nebula, e da una stella compagna ormai ridotta a brandelli.

Questa fase finale delle giganti rosse è relativamente breve e le strutture celesti che si formano attorno ad esse sono piuttosto rare, il che rende la nebulosa Toby Jug un eccellente strumento per studiare l’evoluzione stellare. La giganti rosse come HR3126, il cuore e il genitore della nebulosa Toby Jug, si formano quando una stella brucia le scorte di idrogeno presenti nel suo nucleo.

Come nasce la nebulosa incandescente IC 2220

Questo processo fa aumentare la temperatura del nucleo e fa sì che la stella si gonfi, aumentando di ben 400 volte le sue dimensioni originali. Sebbene HR3126 sia molto più giovane del nostro Sole – appena 50 milioni di anni rispetto ai 4,6 miliardi di anni del Sole – ha una massa cinque volte superiore. Questo ha permesso alla stella di bruciare le sue scorte di idrogeno e di diventare una gigante rossa molto più velocemente del nostro caro Sole.

Le nebulose come la Toby Jug Nebula sono formate da vaste nubi di polvere e gas, illuminate dalla luce delle stelle vicine. Queste regioni sono spesso luoghi di formazione stellare, poiché le nuove stelle nascono proprio da quesi ammassi di polvere, che raccolgono altro materiale indispensabile alla formazione grazie alla gravità.

La nebulosa incandescente IC 2220, soprannominata Toby Jug Nebula, catturata dal telescopio spaziale Gemini South dell’Osservatorio Internazionale Gemini.

All’interno della categoria delle nebulose esistono diversi tipologie, come le nebulose a emissione, in cui i gas sono ionizzati dalle radiazioni e brillano, o i resti di supernova, che sono le strutture polverose lasciate dopo che le stelle giungono alla fine della loro vita ed esplodono. L’immagine catturata dal telescopio Gemini South del NOIRLab mostra invece un raro esempio di nebulosa a riflessione bipolare.

“Tra circa cinque miliardi di anni, quando il nostro sole avrà esaurito le sue scorte di idrogeno, anch’esso diventerà una gigante rossa e alla fine si evolverà in una nebulosa planetaria”, scrive NOIRLab. “In un futuro molto lontano, tutto ciò che rimarrà del nostro sistema solare sarà una nebulosa vibrante come la Toby Jug Nebula, con il sole che si raffredda lentamente nel suo cuore”.

I gemelli Gemini

L’immagine che vedete è stata elaborata dal team Communication, Education & Engagement del NOIRLab, nell’ambito del NOIRLab Legacy Imaging Program. Le osservazioni sono state effettuate grazie al telescopio Gemini South situato in Cile, gemello del telescopio Gemini North che si trova invece alle Hawaii. Questi due telescopi gemelli offrono un’ampia copertura del cielo settentrionale e meridionale e sono tra i telescopi ottici/infrarossi più avanzati al mondo.

L’osservatorio è gestito dal National Research Council del Canada, dal CONICYT del Cile, dal MCTI del Brasile, dal MCTIP dell’Argentina e dalla National Science Foundation (NSF) degli Stati Uniti: quest’ultimo è il principale finanziatore e fornisce circa il 70% delle risorse necessarie. I due telescopi Gemini sono dotati di strumenti moderni, ed eccellono sia nelle prestazioni ottiche che nell’infrarosso, supportando la ricerca in diversi ambiti dell’astronomia moderna.