Siae-Meta accordo transitorio torna la musica sui social

tornano canzoni meta

Da diverse settimane, la discussione attorno alla diatriba Siae e Meta si è accesa, portando alla (quasi) totale rimozione dei brani italiani dai maggiori social network attualmente diffusi: Facebook e Instagram. A quanto pare però, un accordo è stato raggiunto ma potrebbe non durare.

Qual è il problema tra Siae e Meta?

Siae Vs Meta
Siae vs Meta

È notizia di qualche settimana fa, il mancato rinnovo del contratto tra Siae e Meta. Siae, che è la più grande società di collecting italiana, il cui compito è tutelare il diritto d’autore degli artisti ripartendo equamente i profitti, pare non aver trovato un accordo soddisfacente con Meta, il gruppo imprenditoriale di Mark Zuckerberg di cui fanno parte anche Facebook, Instagram e WhatsApp.

Il problema si è presentato per la prima volta, sul finire del 2022. Quando le due società si sono trovate faccia a faccia per rinnovare i termini d’utilizzo dei brani musicali registrati alla Siae sulle piattaforme di Meta, è iniziato un dialogo tra le due parti, che non riuscivano a trovare un accordo economico soddisfacente sia per l’una che per l’altra.

A quanto dichiarato da alcuni esponenti di Siae, il problema vero sarebbero state le richieste accampate da Meta, tanto da arrivare a definire la società di Zuckerberg come “dittatoriale”, in quanto non avreste posto le basi per un dialogo costruttivo, ma avrebbe semplicemente posto delle condizioni non discutibili alla società italiana.

L’istruttoria di AGCM

Zuckerberg
Che ne pensa Zuckerberg?

La questione tuttavia, non è rimasta chiusa nella sfera d’interesse di Siae e Meta ma si è espansa, andando a interessare vari ordini. Proprio in questo clima, AGCM, l’autorità garante della concorrenza e del mercato, avrebbe avviato un’istruttoria nei confronti di Meta.

La motivazione dietro l’istruttoria, sarebbe presunto abuso di dipendenza economica da parte di Meta nei confronti di Siae, come riferisce la stessa AGCM. Secondo quanto riportato, Meta potrebbe aver interrotto le trattative per la licenza d’uso, in maniera non consona, abusando della dipendenza economica di Siae, rimuovendo dai social contenuti tutelati.

Pare inoltre, che Meta non abbia fornito a Siae le informazioni corrette per uno svolgimento limpido ed equo le negoziazioni.

Dalla sua, Meta si è difesa, affermando di essersi trovata una Siae poco collaborativa, che richiedeva per la chiusura dell’accordo, una cifra di ben 4 volte superiore alla precedente (il 310% in più). Siae ha continuato a difendersi, ribadendo di non aver mai nemmeno ricevuto i dati per effettuare un calcolo del compenso degli autori e del costo richiesto.

Arriva l’accordo transitorio

Siae
Si ritorna

Sebbene la situazione non si possa certamente ritenere risolta, pare che l’istruttoria dell’AGCM e le trattative tra Siae e Meta, abbiano portato a un accordo di natura transitoria. Grazie a questo accordo, le canzoni italiane e non, registrate alla Siae, potranno tornare ad essere fruibili sui vari social network come Facebook e Instagram.

Sarà quindi possibile, tornare a utilizzare brani registrati alla Siae per i proprio reel, le storie, i video, le foto e qualunque altra applicazione vi si possa trovare.

Questa soluzione, sebbene transitoria e non definitiva, sarebbe stata trovata grazie allo sforzo di Meta, che ha proposto la proroga del contratto di licenza scaduto a dicembre 2022, alle stesse condizioni. La Siae, per quanto si sia mostrata felice del risultato raggiunto, auspica che il dialogo continui, affinché si arrivi a una tutela definitiva degli artisti e autori, le cui opere d’ingegno sono tutelate dall’ente.

Di seguito il comunicato di Siae:

«A seguito di un accordo transitorio firmato tra le parti, sulle piattaforme social di Meta si tornerà ad ascoltare la musica tutelata da Siae. La Siae esprime soddisfazione per questo risultato, cercato e raggiunto, ma rimane comunque impegnata a tutelare gli interessi dei suoi iscritti continuando a lavorare instancabilmente per raggiungere un accordo definitivo e duraturo improntato all’equità e alla trasparenza, così come chiede anche la Direttiva europea sul Copyright. Si impegna inoltre a portare avanti le negoziazioni nel rispetto delle decisioni e delle misure cautelari dettate dall’Agcm»