Il mare è in pericolo: registrato un aumento devastante delle temperature 

gli oceani stanno bollendo e parte l'allarme degli ambientalisti

Le temperature degli oceani stanno raggiungendo livelli record particolarmente preoccupanti, con conseguenze di vasta portata per la vita marina, l’intensità delle tempeste e il livello dei mari.

Gli oceani del mondo si stanno riscaldando sempre di più: le temperature medie aumentano ogni anno di più. La causa? Ovviamente il riscaldamento globale provocato dall’uomo.

Delle mani reggono un cartellone con su scritto "non c'è un pianeta b"

L’oceano non è mai stato così caldo

Negli ultimi 15 anni, il nostro pianeta ha accumulato quasi la stessa quantità di calore che solitamente accumulava nel corso di 45 anni, e la maggior parte di questa”energia extra” è finita negli oceani, portando a conseguenze sempre più tangibili e preoccupanti. Non solo la temperatura complessiva degli oceani ha raggiunto un nuovo record nell’aprile di quest’anno, ma in alcune regioni gli effetti emersi nel lungo periodo sono stati devastanti.

Gli scienziati prevedono che il riscaldamento degli oceani porterà nel prossimo futuro a risultati sempre più spiacevoli, come uragani e cicloni tropicali sempre più intensi. Inoltre, temono che la temperatura mondiale possa raggiungere un livello ancora più preoccupante entro la fine del prossimo anno, e che nel futuro prossimo si verificherà anche un forte evento atmosferico chiamato El Niño, che riscalderà ancora di più il nostro pianeta. Per darvi un quadro della situazione attuale, vi racconteremo alcune delle conseguenze registrate negli ultimi mesi e il futuro che ci attende in Europa.

Le aragoste scompaiono e i ghiacciai diventano virali

Partiamo dalle aragoste del New England. Il professore di Oceanografia Jeremy Collie supervisiona il Fish Trawl Survey della Graduate School of Oceanography dell’URI, uno dei più lunghi studi continui sull’abbondanza di pesci e invertebrati al mondo. Collie studia i fattori che influenzano la produttività delle popolazioni ittiche marine: raccolta, cambiamenti climatici, comportamenti di alimentazione, predazione e, ovviamente, il disturbo umano.

un'aragosta del New England

“La popolazione di aragoste del New England meridionale non è in una buona situazione”, ammette Collie, aggiungendo che l’ambiente in cui vivono sta diminuendo, con la probabile necessità di un nuovo piano per rendere la pesca nel New England meridionale più sostenibile. Se non ci saranno miglioramenti, pescatori come Ebben Howarth, abitante di Block Island di quarta generazione, potrebbero essere tra le ultime persone a poter guadagnarsi da vivere con la pesca di aragoste.

Per quanto riguarda i ghiacciai, visto l’enorme aumento del calore degli ultimi anni, sono destinati a sciogliersi sempre più velocemente. La parte superiore dell’oceano si sta riscaldando circa il 24% in più rispetto a qualche decennio fa, e neanche le poche migliaia di metri di profondità dell’oceano non sono immuni: hanno assorbito un terzo del calore in eccesso. Ma la parte più alta del mare, fino a circa 250 piedi, è quella che si sta riscaldando più velocemente, con una media di circa 0,11 gradi Celsius ogni decennio a partire dagli anni ’70.

Il pene-ghiacciaio scoperto dal canadese Ken Pretty

Ken Pretty, un fotografo della città canadese di Dildo, è recentemente diventato virale per aver immortalato un pezzo di ghiacciaio che si è sciolto fino ad assomigliare inequivocabilmente a un colossale pene eretto. Questo freddissimo fallo, che misura ben 9 metri e presenta anche un paio di gonadi gigantesche, è stato scovato da Pretty mentre volava con il suo drone al largo della costa di Terranova, in un’area conosciuta come Conception Bay.

Che cosa accadrà all’Europa?

Se vi state chiedendo quale sarà il futuro dell’Europa, sebbene gli impatti dei cambiamenti climatici siano avvertiti in tutto il continente, le conseguenze varieranno in base alle diverse regioni. Anche secondo le previsioni dell’European Enviroment Agency, le precipitazioni varieranno notevolmente in tutta Europa: al nord sono previste delle piogge abbondanti, mentre al sud avremo ondate di calore sempre più frequenti, che porteranno alla diminuzione delle precipitazioni e a un maggior rischio di siccità e incendi boschivi.

L'europa con le zone in cui le  temperature aumenteranno

Le precipitazioni nevose diminuiranno nell’Europa centrale e meridionale, mentre si prevedono cambiamenti misti per l’Europa settentrionale. Il livello del mare aumenterà in tutte le aree, ad eccezione del Mar Baltico settentrionale, inoltre si prevede un aumento della temperatura superficiale in tutti i mari europei, che a loro volta diventeranno sempre più acidi.

Come già anticipato, gli esperti ritengono che nei prossimi mesi si verificherà l’evento atmosferico chiamato El Niño, che riscalderà inevitabilmente anche l’oceano. El Niño è un fenomeno climatico periodico (in media ogni cinque anni) che provoca un forte riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico.

Arriva El Niño

Il fenomeno provoca inondazioni nelle aree direttamente interessate, ma anche siccità nelle zone più lontane e altre perturbazioni che variano a ogni sua manifestazione. I più colpiti saranno i paesi in via di sviluppo, che dipendono fortemente dall’agricoltura e dalla pesca, in particolare quelli che si affacciano sull’Oceano Pacifico.

Il pianeta colpito da El Nino

Un El Niño costiero si è recentemente sviluppato al largo delle coste del Perù e dell’Ecuador, ma gli esperti ritengono che seguirà un evento pienamente formato con implicazioni sensibili per le temperature globali: “Se si aggiunge un nuovo El Niño, probabilmente avremo un ulteriore riscaldamento globale di 0,2-0,25°C”, ha dichiarato il dottor Josef Ludescher, dell’Istituto di ricerca sul clima di Potsdam. “L’impatto sulla temperatura si attenua pochi mesi dopo il picco di qualsiasi El Niño, quindi è per questo che il 2024 sarà probabilmente il più caldo di sempre”.

Nonostante lo scenario apocalittico, secondo Karina Von Schuckmann, c’è ancora speranza. Le temperature potrebbero tornare a scendere dopo che El Niño si sarà attenuato: “Abbiamo ancora una finestra in cui possiamo agire e dovremmo sfruttarla per ridurre le conseguenze”.