Yoshi’s Woolly World – Recensione

Recensione di Gianluca “DottorKillex”Arena

Dopo aver condiviso con voi le impressioni relative alle prime ore di gioco e ai mondi introduttivi di Yoshi’s Woolly World, abbiamo utilizzato le settimane successive per spolpare il gioco in ogni suo aspetto (Amiibo esclusi, per quelli ci sarà da aspettare il lancio ufficiale del gioco), e, con sommo gaudio di tutti i possessori dell’ammiraglia di casa Nintendo, possiamo dire che ognuna di quelle più che positive impressioni è stata confermata, cosicché ci troviamo di fronte ad una delle migliori esclusive WiiU.
Scopriamo insieme perché.

Kamek il guastafeste

Quando l’incipit narrativo racconta di un cattivone che giunge in groppa ad una scopa e che, come misfatto peggiore, sfilaccia uno splendido e coloratissimo mondo di lana, allora si è sicuramente dinanzi ad un titolo Nintendo, che, ancora una volta, utilizza un simpatico pretesto per incentivare i giocatori ad esplorare i mondi pieni di sorprese di Yoshi’s Woolly World.
Ancora una volta, la grande N ha messo al centro del suo progetto (sviluppato dal team second party Good-Feel) due parole chiave: accessibilità e divertimento.
Attorno a questi due cardini, si dipana un platform game piuttosto tradizionale, che raramente propone spunti davvero innovativi ma che, nel contempo, raramente si espone a critiche di qualsivoglia natura, esclusa forse una difficoltà media non esattamente stimolante.
Gli appassionati del dinosauro verde aspettano un titolo degno di nota dal 1997, anno in cui
il sognante Yoshi’s Story (N64) si affacciò sul mercato, ampliando e rivisitando tanti dei topoi ludici dei platform Nintendo e regalando al pubblico grandi emozioni: di lì in poi, la serie dedicata alla spalla di Mario perse smalto, sia su console fissa sia su portatili, accontentandosi di produrre discreti giochi a piattaforme senza mai puntare a rinverdire i fasti del passato, primo tra tutti il mai dimenticato Yoshi’s Island su Super Nintendo.
Oggi, Nintendo pubblica un titolo che, lasciando da parte sperimentalismi (e anche un pizzico di coraggio, a dirla tutta), si ammanta di tenerezza e propone soluzioni ludiche brillanti, che funzionano benissimo soprattutto per i neofiti ma che non mancheranno di coinvolgere anche quanti erano già videogiocatori all’uscita del suddetto Yoshi’s Island.
Il risultato è esilarante, e, di livello in livello, tra gomitoli di lana e nemici più buffi che minacciosi, il tasso di gradimento si alza inesorabilmente.

 

Lana in estate

Accessibilità e divertimento, si diceva: come già anticipato in sede di anteprima, Yoshi’s Woolly World amplifica ulteriormente un concetto alla base di quasi tutte le produzioni Nintendo negli ultimi quindici anni, ovvero una scalabilità dei prodotti tale da renderli appetibili a pubblici vastissimi, con ovvi ritorni in termini di vendite.
Qui, i registri sono passati da due a tre: se normalmente arrivare alla fine del livello non rappresentava una sfida particolarmente impegnativa, con i collezionabili a servire da gancio per i giocatori più esperti, adesso viene introdotta una modalità Relax, con tanto di ali, nella quale è praticamente impossibile morire e grazie a cui il titolo può essere giocato (e con che gusto!) anche da un bambino che si appresta a frequentare la prima elementare.
Prima di ogni livello, è possibile investire le perline raccolte lungo il percorso per acquistare Spille, ovvero modificatori della difficoltà, atti a rendere la vita più semplice al giocatore meno esperto, che trarrà così grande divertimento dal sopraffino level design senza essere in alcun modo ostacolato né dai baratri né dai nemici.
Ai giocatori di lungo corso, comunque, non vengono lasciate le briciole: nascosti in ogni quadro ci sono cinque gomitoli, utili a ricucire Yoshi di ulteriori colori, in genere posizionati in punti nascosti alla vista o particolarmente complicati da raggiungere, così come girasoli e timbri, spesso molto più visibili ma in numero così consistente da generare una matta voglia di esplorare, che allunga il counter delle ore di gioco e riconcilia con il medium videoludico, troppo spesso associato solamente a sparatorie, morti, sangue e situazioni tremendamente tragiche.
Spesso, durante i giorni dedicati ai test, al culmine di una giornata di lavoro particolarmente pesante, condita anche dal caldo asfissiante, ho trovato giovamento in una sessione da un’oretta in compagnia di Yoshi’s Woolly World, sinceramente divertito da trovate di level design non inedite ma sicuramente riuscite.
E qui subentra la seconda faccia della medaglia, il divertimento.
Good-Feel non si arrischia in soluzioni di gioco del tutto nuove (e forse avrebbe potuto, visti i risultati), ma propone un concentrato di quelle che fecero grande questa sottoserie a piattaforme (come la felice intuizione di escludere i baby Mario e dotare invece l’eroe di una barra dell’energia), innervando il tutto con fasi in cui, grazie alla possibilità di fare e disfare letteralmente parti dei livelli, il giocatore è anch’egli, in piccolo, un autore del design del titolo.
Le trasformazioni disponibili per il piccolo dinosauro, poi, ravvivano e variano l’esperienza di gioco, offrendo letture inedite di sezioni degli stage e divertendo tanto per le idee messe in campo quanto per le buffe proporzioni e il set di espressioni e movenze del protagonista e dei nemici a schermo. La mia preferita? Quella in ombrello!
In questa direzione va anche la coop in locale, che, con due dinosauri su schermo, raddoppia letteralmente il divertimento, senza che, per questo, la brillantezza del level design perda smalto, come se qualunque stage, sulla carta, fosse stato finemente pensato tanto per una fruizione in singolo quanto per partite in multigiocatore, in cui ci si può sparare a vicenda addosso a nemici particolarmente coriacei o in aria, così da raggiungere piattaforme altrimenti inarrivabili.

Soffice al tocco

A livello di direzione artistica e di realizzazione delle superfici lanose, Yoshi’s Woolly World setta nuovi standard in ambito console, con batuffoli di lana che sporgono dovunque,  sfondi che rilasciano pelucchi, nemici che scompaiono in un puff e il dinosauro protagonista che, alle consuete uova, sostituisce gomitoli di lana di varie dimensioni.
Ancora più che nel pur bellissimo Kirby e la stoffa dell’eroe, la sensazione è quasi fisica, tattile, complici l’alta definizione di WiiU e una serie di scelte azzeccate riguardo tonalità, animazioni ed effettistica.
L’ultima fatica Feel-Good regala ai possessori dell’ammiraglia Nintendo un’altra buona ragione per infischiarsene delle specifiche tecniche delle macchine rivali e godersi invece un mondo coloratissimo ed invitante.
Le tonalità a cavallo tra il jazz e il pop che caratterizzano la colonna sonora accompagnano perfettamente l’azione a schermo, e sanno ritagliarsi i loro quindici minuti di gloria grazie al player integrato tra gli Extra, in cui, una volta raccolte, sarà possibile suonare tutte le melodie del gioco, a mò di jukebox.
L’assenza di ulteriori opzioni per il multiplayer, magari online, non pesa su una produzione estremamente tradizionalista, in cui sfide in rete non avrebbero aggiunto nulla agli spassosi pomeriggi che potrete passare in caso disponeste di un amico/a disponibile a farvi compagnia.

Commento finale

Difficile lamentarsi di un titolo come Yoshi’s Woolly World, nonostante un livello di sfida ridotto al minimo e una generale mancanza di coraggio nel proporre soluzioni davvero nuove: il level design regala stage piacevolissimi da giocare, il sistema di controllo non mostra incertezze di sorta, la coop in locale farà felici molte coppie (che siano amici, amanti o padre e figlio) e l’impatto grafico è di quelli da strabuzzare gli occhi.
Nintendo e Good-Feel hanno confezionato una delle esclusive più spassose e universali dell’attuale catalogo di WiiU: da evitare solo per quanti odino i platform.