X-Men Destiny – Recensione

Articolo di Federica Comparone

X Men Destiny ultimo dei lavori dello studio canadese dei Silicon Knights, quello su cui tutti hanno riposto le loro speranze. Eh si, perché se un tempo Eternal Darkness o Metal Gear Solid erano dei veri e propri gioielli, entrati nella storia dei videogiochi, con Too Human la delusione è stata tale da dover necessariamente riprovare a cavalcare le onde del successo con un gioco che potesse lasciare tutti a bocca aperta.

X-Men Destiny sembra essere un gioco davvero ambizioso, di cui non si può negare l’intriseca potenzialità; prendere il controllo di giovani mutanti, guidarli attraverso la scoperta dei loro superpoteri, combattere a fianco di alcuni dei migliori dell’universo Marvel e infine decidere se schierarli con i protettori dei mutanti o con i loro rinnegati rivali. Dopo la morte del capitano degli X-Men, tre giovani e ignari mutanti si dirigono verso San Francisco, ma quello che doveva essere un pacifico memorial in onore del defunto Xavier si trasforma in una manifestazione che, dopo l’attacco di un’entità sconosciuta, getta nel caos l’intera città.
E’ a questo punto che la scelta del giocatore può essere decisiva, l’azione ruolistica passa attraverso la selezione di uno dei tre personaggi, ognuno con il proprio background storico:

– Adrian Luca, figlio del leader dei “puristi”, avverso ai mutanti finchè non scopre di essere uno di loro
– Grant Alexander, stella nascente del football, si unisce agli X-Men mentre fugge da Sandersville
– Aimi Yoshida, fanciulla nipponica in contrasto con i genitori.

Una volta scelto il  nostro eroe o eroina, prima di iniziare l’avventura, ci troveremo a dover attribuire al nostro personaggio uno dei 3 poteri selezionabili, ognuno con le proprie particolarità:

– Density Control, per chi ama “andarci pesante”, ci permette di controllare la densità del nostro corpo
– Shadow Matter, per chi ama uno stile di combattimento più veloce, ci consente di materializzare energia oscura per pochi istanti
– Energy Protection, per chi non riesce a fare a meno dei maghi, potrà emettere raggi energetici dalle mani.

Selezionato il personaggio e il relativo superpotere non si può più tornare indietro; in base alla scelta fatta acquisiremo esperienza e potenzieremo il nostro potere.

Annunciato e quindi atteso come un  action- RPG, tutti ce lo aspettavamo così, invece ci siamo ritrovti per le mani un vero e proprio “bottom smashing” con qualche elemento, inserito forzatamente,  da gioco di ruolo. Andando avanti nel corso della storia avrete la possibilità di interagire i famosissimi personaggi della saga Marvel,  come l’Uomo Ghiaccio, Fenomeno, Gambit, Cannonball, Magneto, l’onnipresente Wolverine e tanti altri ancora. Ognuno di essi ci racconterà qualcosa di quello che sta succedendo intorno a noi attraverso un sistema di dialogo a scelte multiple; inoltre è presente un sistema di giudizio che durante la lotta al gruppo, in base alle nostre scelte e alla fazione che decideremo di aiutare, ci farà stare dalla parte dei buoni, aiutando Ciclope, o dei cattivi, incrementando il loro esercito.

Tutto questo che a parole sembra essere realmente affascinante, si riduce a banali scelte di dialogo che non andranno a modificare la trama in modo sostanziale. Tutte le missioni si riducono il più delle volte ad uccidere ondate di puristi, da solo o con l’aiuto di un NPC, a seconda della fazione scelta, risultando a lungo andare prevedibili e noiose.
Una cosa, invece, potenzialmente interessante è che sconfiggendo i vostri nemici potrete ottenere dei Geni X attraverso i quali potrete modificare i vari Core Power selezionati durante la creazione del vostro personaggio. X-men Destiny vi offre quindi la possibilità di creare delle personalizzazioni basate sui poteri più famosi dei vari Marvel, suddivisi in offensivi, difensivi e di supporto.

Inoltre l’apporto che i Geni- X forniscono ai combattimenti è fondamentale: in combinazione con gli attacchi fisici il giocatore può divertirsi con  combo ripetute o decidere di mixare  più poteri per rafforzare l’offesa. I combattimenti si svolgono, ovviamente, secondo le “regole” degli adventure game: raggi letali, calci e pugni.

A distrarci dal piattume del gioco ci pensano però la “challenge arena”, a mio avviso, unico elemento positivo del gioco. Si tratta di sfide extra all’interno dei livelli da completare in un dato tempo. Vincere le sfide ci garantirà una ricompensa in punti esperienza che ci faranno salire di livello, quindi potenziare il nostro personaggio e i nostri poteri. Nascosti ovunque, poi, troverete dei collezionabili che una volta raccolti sbloccheranno la biografia di tutti i supereroi inseriti nel gioco. Sebbene la storia sia senza dubbio interessante, considerato anche che ci ha “messo le mani” Mike Carey, famosissimo writer della Marvel, possiamo concludere che, il gioco non è stato un grande successo.