Aliens vs Predator: Recensione

Recensione di Fabiano “Deimos” Zaino

Il gioco è disponibile per PC, XBOX360° e PS3, la versione testata è quella per PC

Ci sono due alieni in un bar che ordinano da mangiare: uno prende cervello umano e intestina, l’altro spina dorsale e budella. Il gestore del locale gli porta da mangiare ma loro, dopo la grande abbuffata, sono ancora affamati e decimano tutti i marine che stavano allegramente bevendo. Il gestore a quel punto toglie fuori un grosso cannone e secca il piccolo alieno xenomorfo con un colpo ben mirato alla testa: il sangue acido di quest’ultimo schizza in faccia all’altro alieno che per ripicca, prima di morire, riesce a farsi saltare per aria, portando all’altro mondo anche il povero barista.


 
ANCORA URLA NELLO SPAZIO
Per chi si fosse perso le puntate precedenti e la nostra succulenta anteprima sul multiplayer di questo nuovo “capitolo” di Alien vs Predator, ricordo che il gioco è a tutti gli effetti il remake ufficiale di quel AvsP sviluppato dagli stessi Rebellion nel lontano 2000. In dieci anni, le cose cambiano e anche di parecchio, soprattutto per una industria in continuo mutamento come quella dei videogiochi. Dopo anni di attesa, dunque, gli stessi Rebellion, si sono convinti a creare un terzo gioco con il marchio ufficiale ma, saranno riusciti a correggere gli errori dei precedenti capitoli?

La formula ufficiale del titolo non poteva assolutamente essere cambiata e cosi avremo la possibilità di scegliere fin dall’inizio in quali panni andare a buttarci nel gioco: quelli del semplice Marine, quelli del tecnologico Predator o quelli del letale Alien. Ovviamente, essendo queste tre razze ben differenti le uno dalle altre, lo saranno anche gli approcci di gestione e le campagne a seguito. Tre giochi in uno, potrebbe venire in mente alle persone meno esperte ed effettivamente sulle prime potrebbe sembrare proprio cosi, tre campagne che potranno andare comunque a braccetto insieme. Purtroppo però, una delle cose meno riuscite di questo nuovo titolo è data dall’eccessiva linearità e tempistica delle varie campagne – problema che i Rebellion si sono portati appresso dagli altri capitoli della serie. Ma andiamo con ordine.

MARINE
La campagna dedicata agli umani è sicuramente quella più convenzionale del gioco: non potremo fare affidamento su armi ultra tecnologiche o sulla possibilità di mimetizzarci come il Predator e non potremo neanche scalare le pareti come l’Alien. In verità però, la storia dedicata al Marine è anche quella più immersiva perché ci vedrà prede quasi costanti di due delle creature più temibili dell’universo. Ed è proprio questa costante suspance a rendere la storia del Marine più versatile delle altre anche se a livello di sceneggiatura non ci dovremo aspettare davvero nulla di nuovo sotto il sole. Se proveniamo dai precedenti capitoli ma soprattutto dalla serie cinematografica, non penso che vedere un Alien che esce dal petto di un povero colono, sia un vero e proprio colpo di scena cosi come non sgraneremo gli occhi nel sapere che la “compagnia”, voleva studiare gli Alien per renderli delle armi al proprio servizio. Passando al gameplay, tutta la campagna del Marine è puntata sostanzialmente su ambienti dal sapore claustrofobico e sulle scream scene che sono quelle in cui il giocatore dovrebbe saltare sulla sedia e mettersi ad urlare: peccato però che siano cosi scontate o pilotate che ve le sgamerete praticamente sempre. La linearità è poi il fiore all’occhiello di questo gioco che proprio non ci concede strade alternative o scelte differenti nel compiere le missioni. Se vi si dice di andare da una parte a riattaccare un pulsante, questo è quello che dovrete fare, punto. L’arsenale a disposizione per salvarci da situazioni complicate è poco ma abbastanza potente: come compagna fedele avremo una fida pistola, per poi andare a trovare il fucile a impulsi, il letale lanciagranate e il lanciafiamme che potrà essere usato anche per cospargere di benzina le pareti di modo da creare delle trappole per gli xenomorfi. Non può certo mancare neanche il fucile a pompa (per gli incontri ravvicinati), cosi come non poteva assentarsi un fucile di precisione, capace di vedere i nemici in modalità termografica (anche attraverso i muri). In ultimo, l’elmo tattico e lo scanner, dovranno essere tenuti costantemente sotto controllo per verificare che niente o nessuno vi si avvicini troppo.     

ALIENS
Lo Xenomorfo è davvero esaltante, non solo per la sua agilità o per la possibilità di camminare ovunque ma anche e soprattutto per la possibilità di eseguire due mosse speciali abbastanza letali: una con la doppia bocca (ne vedete una foto a corredo) e una con la coda capace di trapassare in un non nulla un busto umano. La storia alla base di questa magnifica creatura ci vedrà in catene per essere studiati dagli scienziati della Wayland-Yutami (quelli di Bishop, avete presente?) ma, come sempre succede, non si può tenere in catene uno spirito libero e presto si accorgeranno della vostra ferocia e fame. Il gameplayer è puntato molto sulla velocità ma allo stesso tempo, dovrete fermarvi un secondo a pensare alle mosse da eseguire visto che due o tre Marine ben armati, possono portarvi alla morte certa. Impersonare un Alien ci porta ad essere meno indisciplinati è più legati ad azioni di puro stealth, dove far sparire uno alla volta i malcapitati di turno, sarà una delle cose più impagabili che questa creatura riesce a dare. Di contro devo però dire che, se uno dei “poteri” speciali dell’Alien è quello di vedere attraverso le pareti, questo diventa una sorta di aiuto troppo marcato per il giocatore che si renderà sempre conto al 100% di che genere di pericoli gli stia intorno.       

PREDATOR
Per ultimo ho voluto lasciare il Predator, non perché sia meno bello degli altri due ma perché sostanzialmente questa creatura è, nel gameplay, una sorta di fusione con le altre due: avremo la possibilità di usare la tecnologia delle armi ma anche la ferocia della forza fisica. Le lame da polso sono letali se unite alla possibilità di avvicinarsi in maniera furtiva ai Marine grazia all’ausilio della mimetizzazione. Altra caratterizzazione notevole del Predator (o facilità del gioco), è la possibilità di piazzare trappole (mine o bombe) per uccidere dalla distanza, cosi come l’uso del cannone sulle spalle, in alcuni frangenti, mi è sembrato davvero troppo potente. Detto questo non voglio assolutamente sminuire la figura del Predator ma solamente far notare all’utente di come una simile creatura sia molto più forte del restante Marine e ben superiore anche dell’Alien che è comunque letale. Il dubbio principale della scelta del Predator ricade dunque sul gameplay poco equilibrato a differenza delle altre due campagne che in una maniera o nell’altra si equilibrano meglio.

URLA GRAFICHE DA 9 A 10?
All’uscita della demo multiplayer avvenuta la settimana scorsa, i giocatori di mezzo mondo si sono lamentati di come i Rebellion non abbiano voluto fornire il supporto per le librerie grafiche directx 10 ma solamente della 9. Ovviamente, il gioco completo supporta in pieno il directx 10 e sarebbe stato davvero da pazzi non fare di conseguenza, soprattutto per quanto riguarda la potenza di alcune schede grafiche presenti ora sul mercato. Il gioco assume dunque tutt’altra forma della situazione visiva vista nella demo multiplayer che era un tantino povera di dettagli, sia per la modellazione che per le texture di gioco. Aliens vs Predator è capace di rendere molto bene sia le situazioni al chiuso e dal sapore claustrofobico che gli spazi aperti. Purtroppo, questi ultimi nel gioco sono pochi ma si lasciano comunque ammirare più che bene. Per quanto riguarda la modellazione generale devo dire che il lavoro svolto è abbastanza buono anche se non sempre eccellente. Gli schemi dedicati alla campagna del Marine e a quelli dell’Alien sono ben gestiti, meno invece per quanto riguarda il Predator che non riescono a convincere appieno. Legnose e non troppo fluide le animazioni, soprattutto per Alien e Predator, meno per i Marine, stranamente. Belli gli effetti particellari e eccellente la gestione della luce che farà la voce grossa soprattutto nella campagna del Marine. In ultimo segnalo un frame rate davvero buono con tutti i dettagli al massimo ma delude il fatto che non ci sia la possibilità di attivare l’anti-aliasing per alcune imbarazzanti scalettature su schemi e personaggi.          

Concludo la recensione menzionando le ottime musiche e il parlato del gioco che aggiunge non poco sapore alla produzione. Sentire le musichette militari tamburellanti del Marine con il suo scanner, i rumori sinistri e viscidi dell’Alien e quelli più tecnologici del Predator, rende il gioco molto coinvolgente anche se alla fine il lavoro svolto dai Rebellion non è impeccabile nel contesto generale. Fra le stonature segnalo ad esempio l’impossibilità di chinarsi, la totale mancanza di interazione con l’ambiente circostante, i corpi dei nemici che scompaiono magicamente e una intelligenza nemica non proprio all’altezza di altre produzioni, sono problemi che purtroppo potevano essere limati con qualche mese in più di programmazione.

alien