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La più grande biblioteca del Giappone se la prende con Nintendo per Switch 2: non le permette di fare il suo lavoro

Nel dibattito sulla preservazione dei videogiochi, Nintendo si ritrova a dover fronteggiare un potente avversario: la Japan’s National Diet Library.

La preservazione dei videogiochi, anche dopo decenni dall’uscita, è uno dei temi caldi di questo momento videoludico. Da una parte, i giocatori chiedono che, una volta acquistato un gioco, questo possa essere giocabile vita natural durante; d’altra parte, sono sempre di più le software house che iniziano a far avvertire come presente il concetto per cui, l’acquisto da parte dei videogiocatori, non consiste nell’avere la proprietà di un gioco, quanto più un diritto di concessione della licenza.

La più grande biblioteca del Giappone se la prende con Nintendo per Switch 2: non le permette di fare il suo lavoro (player.it)

A far esplodere il dibattito, sono stati alcuni passaggi fondamentali: la chiusura dei server di The Crew da parte di Ubisoft, la battaglia legale che ne è seguita in un tribunale della California, l’iniziativa europea “Stop Killing Games”. Il tutto mentre dei privati lavoravano proprio in ottica preservativa del medium, come per esempio fa ormai da anni CD Projekt Red con la sua piattaforma, GOG. E se l’Europa pare molto attiva sul tema, come si mette la situazione in Giappone?

Anche i giapponesi vogliono preservare, a certe condizioni

Quando si parla di videogioco giapponese, non si può che pensare a Nintendo. La Grande N nell’ultimo periodo, ha avuto un gran da fare: l’uscita di Switch 2 ha messo l’azienda al centro di tantissime discussioni, tra chi vantava la nuova console e chi faceva notare tutto ciò che non andava. Tra questi ultimi, parrebbe esserci anche un’importante istituzione giapponese: la Japan’s National Diet Library.

La polemica si impernia tutta sulle Game-Key Cards. Mentre le normali Game Cards vanno inserite fisicamente nella Switch 2 e contengono direttamente il gioco, le Game-Key Cards, nonostante necessitino dello stesso modus operandi, non contengono il gioco. Al loro interno infatti, è presente solo una sorta di codice, che da accesso a un download da effettuare con una necessaria connessione a internet.

Anche i giapponesi vogliono preservare, a certe condizioni (player.it)

E proprio su questo si impernia la polemica: la Japan’s National Diet Library, una delle più grandi librerie di contenuti al mondo, negli ultimi 25 anni ha raccolto circa 10mila videogiochi diversi in diversi formati. A quanto parrebbe però, proprio le Game-Key Cards, rappresenterebbero elementi non idonei a essere preservati.

A spiegarlo è un portavoce della NDL, che ha dichiarato come soltanto i “media fisici al cui interno vi è effettivamente il contenuto possono essere considerati idonei alla preservazione. “Dato che una key card, da sola, non si qualifica come contenuto, ricade al di fuori del nostro scopo di preservare e collezionare”.

Si tratta ovviamente di una decisione arbitraria, sebbene sia stata presa da un ente che ha fatto dei criteri di preservazione una carriera. Nulla toglie che, come accaduto in passato, non si giunga a un cambio di paradigma, che permetta l’inclusione anche delle key card, anche se pare molto complicato: il dibattito in fondo, si impernia proprio sulla necessità di una connessione internet, che si renderebbe necessaria per scaricare e giocare anche titoli semplicemente single player. Vedremo se Nintendo risponderà alle critiche.

This post was published on 26 Agosto 2025 18:30

Pietro Falzone

Redattore Appassionato di videogiochi sin dal sempre più lontano 2002, quando per festeggiare i 5 anni ricevette una copia di Crash Bandicoot per la prima PlayStation. Il richiamo dell'avventura digitale lo fece innamorare di un mondo fatto di pixel, più o meno definiti. E l'amore non si è mai fermato. Inizia così a tastare tutti gli aspetti del mondo videoludico. Tra le sue più grandi passioni, si piazzano in ordine gli MMORPG (con sempre meno per giocarli, purtroppo), gli sparatutto in prima persona e, doprattutto, giochi di ruolo single player. Così si spiegano le più di mille ore, spalmate sui vari titoli From Software, da Demon's Souls in poi. Dalla fine delle medie, scopre una nuova passione: la scrittura. E come se non bastasse, scopre che nel mondo c'è chi scrive riguardo ai videogiochi, come se fosse un lavoro vero. Cosa fare di due passioni del genere dunque? Inizia così la ricerca disperata del giusto vascello, che riuscisse a convogliare voglia di fare, idee e tempo. Dopo un periodo passato a peregrinare, tra siti e sitarelli, approda su Player.it dove trova una casa in cui convogliare idee e spunti, al fianco di un team solido e costruttivo.

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