Una valanga giudiziaria ha travolto internet e tutto ha avuto inizio con una denuncia a carico dello youtuber noto come “Once Were Nerd”, per violazione della norma sul diritto d’autore. I fatti.
Come facevamo notare in tempi non sospetti, in questo articolo, videogiochi e norme statali (o sovrastatali), spesso sembrano viaggiare su binari paralleli che non riescono a incontrarsi. In parole povere, i vari legislatori statali, si rapportano all’analisi del videogioco come mezzo d’ingegno, servendosi di mezzi normativi emanati in tempi e periodi in cui il videogioco nemmeno esisteva come concetto. Motivo per cui, spesso ci si ritrova a muoversi in zone grige, in cui le risposte non sono mai scontate.
Chiunque, almeno una volta nella vita, si sarà chiesto se quelle console in stile “1000 giochi in 1”, che altro non erano che dei mini computer pensati esclusivamente per l’emulazione di vecchi titoli, fossero perfettamente legali. Ci sono vari indizi, che lasciano presagire che la loro diffusione non sia contraria alle norme dell’Ordinamento giuridico italiano, come il fatto che tali console vengano vendute da circuiti autorevoli e legali come Amazon o Aliexpress.
Eppure, l’impossibilità di delimitare perfettamente il perimetro d’azione normativo, attorno a questi dispositivi, ha portato adesso a una denuncia a carico di un noto youtuber italiano.
Negli scorsi giorni, un video dello youtuber Once Were Nerd ha iniziato a generare un caos che, ora dopo ora, si è fatto sempre più intenso e ha portato molti a temere per la loro incolumità giudiziaria. Cerchiamo dunque di capire cos’è successo e da cosa potrebbe essere nata tutta la vicenda.
Once Were Nerd, seguito e apprezzato per i suoi contenuti relativi al retrogaming, con un focus particolare su analisi e recensioni di hardware, è stato denunciato. Non è ancora chiaro da chi sia partita la denuncia, se dall’iniziativa di un PM (magari nell’ambito di un’indagine più ampia), da un privato o da un’azienda interessata nella vicenda. La denuncia sarebbe arrivata per violazione della norma sul diritto d’autore.
A essere al centro della discussione è l’articolo 171-ter della legge 22 aprile 1941, n. 633 (nello specifico, le lettere “a” e “b”) che punisce chi duplica, riproduce, trasmette o diffonde altrui opere “audiovisive assimilate o sequenze di immagini in movimento”, o chi semplicemente ne favorisce la diffusione su territorio nazionale. La contestazione a Once Were Nerd, nasce a seguito di suoi video, in cui venivano mostrati funzionamenti e caratteristiche di console del marchio Anbernic, tra le altre.
Secondo quanto si legge nella denuncia, consegnata da 6 agenti della Guardia di Finanza, Once Were Nerd “attraverso la sua attività di content creator, ha pubblicizzato attraverso i suoi canali social quali youtube, amazon, facebook, instagram, telegram, discord e twitch, le console da gioco a marchio ANBERNIC, nonché altre della medesima tipologia, che riproducono abusivamente giochi NINTENDO e SONY, in modo da agevolarne la commercializzazione”.
Lo youtuber ha precisato che, il suo intento non è mai stato quello di sponsorizzare le console e che non ha mai ricevuto compensi per i video, in cui si limitava a recensire un hardware, senza che vi fosse l’intento di trarre profitto dalla vendita dello stesso. In seguito alla denuncia e alla pubblicazione del video, anche lo youtuber noto come Dr. Game ha rimosso dal suo canale tutti i contenuti, in cui venivano mostrate le console Anbernic, anche se non è chiaro se ciò sia dovuto a una denuncia o sia soltanto una mossa preventiva.
In seguito alla denuncia, Once Were Nerd si è detto preoccupato per varie ragioni. La prima, relativa alla nascita di un processo penale a suo carico; la seconda, relativa alla chiusura o all’oscuramento del suo canale principale. Cerchiamo dunque di fare un po’ di chiarezza.
Prima di tutto: Once Were Nerd rischia la reclusione?
Al momento, è ancora presto per parlare di questa condizione. La vicenda è ancora in una fase di indagine e dunque, non vi è ancora stata una pronuncia di un giudice che dovrà scegliere se rigettare la denuncia o procedere con il rinvio a giudizio, cosa che darebbe inizio al vero e proprio processo penale. Solo un’eventuale sentenza di condanna, potrebbe portare a una pena pecuniaria da 2.582 a 15.493 euro o alla reclusione da 6 mesi a 3 anni, secondo editto.
Perché Once Were Nerd rischia di vedere oscurare il suo canale e perché gli è stato sequestrato lo smartphone per due mesi?
La risposta, la troviamo all’articolo 321 del Codice di Procedura Penale, in materia di “oggetto del sequestro preventivo”, che dispone che, anche prima dell’inizio dell’azione penale, il G.i.p (Giudice per le indagini preliminari), può disporre il sequestro su richiesta del Pubblico Ministero, nel caso in cui vi sia “pericolo che la libera disponibilità di una cosa pertinente al reato possa aggravare o protrarre le conseguenze di esso ovvero agevolare la commissione di altri reati”. Poter disporre liberamente di smartphone o dei suoi canali, significherebbe avere la possibilità di cancellare o manomettere i video oggetto di contestazione.
Perché un agente di GdF è voluto salire in auto con Once Were Nerd, sebbene il tragitto da effettuare fosse molto breve?
In questa fase d’indagine, il ruolo della Guardia di Finanza è quello di “Polizia Giudiziaria” (vedi Art. 109 Cost. e Art 55 C.p.p.), cioè un organo che deve aiutare nell’esecuzione delle indagini e che dipende dal PM. Lasciare un indagato da solo in auto, libero di poter accedere al proprio smartphone e manomettere o eliminare i video contestati, è qualcosa che la PG deve prevenire.
Dunque, molte delle cose descritte nel video come eccessive, sono per lo più atti dovuti per accertare ogni elemento che potrebbe rivelarsi rilevante, per la decisione del primo giudice. Ciò che resta da capire però, abbandonando un attimo l’ambito giurisprudenziale, è da dove nasca questa denuncia e come mai abbia colpito soltanto Once Were Nerd (da quel che sappiamo al momento), nonostante il marchio Anbernic circoli ormai da tempo, sia stato trattato in lungo e in largo e venga venduto tramite canali perfettamente legali.
Anche capire CHI ha denunciato, potrebbe essere cruciale per chiarire tutta la vicenda: se dietro a tutta la vicenda, ci fosse una delle società indicate, i cui giochi venivano riprodotti (Nintendo e Sony), potrebbe venir segnato un passaggio importante, nei rapporti tra utenti e consumatori.
This post was published on 17 Luglio 2025 21:00
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