Rise of the Argonauts: Recensione

Recensione di Fabiano “Deimos” Zaino

Rise of the Argonauts è disponibile per Pc, Ps3 e Xbox 360.
La versione testata è quella PC.

rise_of_the_argonautsRecentemente, sui nostri amati PC, abbiamo giocato a molti generi disparati ma quasi tutti proponevano storie fantastiche ambientate nel tempo presente o nel futuro: Rise of the Argonauts ad opera della collaborazione dei Codemasters come publisher e dei Liquid Entertainment come sviluppatori, ci portano di peso nell’antica Grecia e ci danno in affidamento i personaggi di Giasone, Ercole e Medea per condurli in una delle avventure più belle degli ultimi tempi.

LEGGENDARIO

Uno dei generi più invidiato alle console è il classico action pieno di colpi di scena e azione, alla
God of War per intenderci, titolo parecchio conosciuto e amato da critica e giocatori.
Nel mondo PC, trovare un action degno di nota è cosa quasi impossibile, ogni tanto escono dei prodotti più che buoni ma che per un motivo o per l’altro, non riescono a comportarsi degnamente come le controparti console. A questo proposito arriva il gioco qui presente e cerca di colmare questa netta linea di confine con un titolo che unisce sapientemente non solo l’azione frenetica dei combattimenti, quasi a diventare un vero e proprio hack’n’slash in terza persona ma migliora il tiro, aggiungendo anche una piccola componente RPG.

La storia narrata, vi vedrà coinvolti nel dramma di Giasone nel riportare in vita la sua amata sposa Alcene, trafitta al cuore da una freccia scagliata dai cosiddetti Linguanera il giorno delle sue spose.
Per riportare nel mondo dei vivi la bella “quasi” moglie, Giasone sarà chiamato a trovare il leggendario Vello d’Oro ma per sua fortuna, sarà aiutato da alcuni amici che però non potremo controllare direttamente ma che ci seguiranno fedelmente in giro per gli schemi di gioco.
Le vicende narrate non saranno propriamente uguali a quelle negli scritti antichi ma visto che ci troviamo per le mani un prodotto di fantasia è ovvio che i Liquid si siano presi qualche licenza poetica per migliorare l’esperienza del giocatore di turno.

Come dicevo poco sopra, Rise of the Argonauts è un gioco che mischia parecchi generi, dall’action puro dei combattimenti fino alla piccola possibilità di distribuire dei punti esperienza al personaggio di modo da migliorare le sue abilità nei combattimenti.
I luoghi che visiteremo nel corso del gioco saranno tutti ben caratterizzati e vanno dall’isola di base quale Jolco per approdare in quattro isole ben distinte quali Delphi (dimora dell’Oracolo di Apollo), Micene (protetta da Ares), l’isola di Saria (dove alberga Ermes) e quella di Citra (dove adorano Athena). Quando si parla di mini componente rpg, vuol dire che nell’esplorazione di queste isole, non si dovrà andare da un punto A ad un punto B in maniera del tutto lineare ma si potranno trovare delle missioni aggiuntive lungo l’esplorazione delle isole che ci condurranno a tornare più volte sui nostri passi per portare a termine una determinata situazione.
Ovviamente, questa piccola componente, è parte integrante di un gioco d’azione quindi non aspettatevi nulla di estremamente complicato. Le missioni secondarie saranno dunque relativamente facili e non vi toglieranno nulla per quanto riguarda la storia principale, anzi, sono talmente ben congeniate che vi verrà la voglia di esplorare ogni punto della mappa per trovarne sempre di nuove di modo da innalzare non solo le vostre capacità ma anche di tracciare una linea più netta nella trama. Questo viene reso abbastanza bene anche dalla possibilità della scelta multipla nei dialoghi, molto impegnativi e immersivi: se da una parte, quelli che si aspettavano un action puro storceranno il naso, i giocatori più ponderati, troveranno questa scelta assai matura e interessante ai fini del gioco.
Personalmente mi sono soffermato parecchio sui dialoghi perché molto interessanti e ben conditi con tutta l’ambientazione circostante. Detto questo, sappiate anche che all’interno delle isole, troverete dei busti di pietra del Dio Erme che raccontano molto della storia dei luoghi circostanti e questo servirà anche per far luce su alcune situazioni più o meno velate.
Riguardo le abilità dei personaggi, ognuno avrà le sue caratteristiche specifiche ma queste potranno essere migliorate solo per quanto riguarda il nostro Giasone: semplicemente, durante le nostre missioni, entreremo in possesso di punti abilità che potranno essere distribuiti in varie abilità con un sistema ad albero già visto in titoli come Diablo o nel recente Hand of God. Questi punti possono essere allineati tramite le tendine dei quattro Dei del gioco (Ares, Apollo, Ermes e Athena) che saranno poi i principi cardine del nostro comportamento in battaglia o nei dialoghi con i personaggi non giocanti – in parole povere, segneranno quello che è la saggezza, la giustizia, la scaltrezza o la violenza di Giasone, nulla di complicato ma estremamente semplice da tenere sott’occhio. Per farvi un esempio, all’inizio del gioco dovremo informare i genitori di una ragazza ferita a palazzo, nel dialogo sottostante potremo scegliere se dire la verità (la ragazza è stata ferita ma si sta riprendendo) o mentire nel dire che la ragazza sta bene senza che sia stata ferita. A seconda della nostra scelta, miglioreremo in saggezza o nella giustizia. Ma questo è solo un piccolo esempio perché man mano nel gioco ci saranno da fare scelte ben maggiori come quello di vita o di morte per alcuni personaggi.

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EPICO

Se leggendo fin qui, vi è sembrato che Rise of the Argonauts fosse un titolo tranquillo, è venuto il momento di parlare dei combattimenti: le fasi di gioco sono essenzialmente puntate sul classico scontro a scorrimento, ci si trova di fronte una serie di nemici, la si abbatte e si prosegue verso i prossimi da affrontare. Le armi che potremo utilizzare saranno solamente tre (la spada, la mazza e la lancia), quattro se si aggiunge l’uso dello scudo che oltre a proteggerci dagli attacchi nemici, può anche essere usato per spingere o sguarnire l’avversario. Queste armi possono essere mutate nel corso dell’avventura grazie ai punti di cui parlavamo poco prima che le renderanno più forti nell’attacco o nella parata, se si parla di scudi. Ovviamente, nel corso del gioco, troveremo diverse armi, scudi e armature che potranno essere selezionate tramite una simpatica stanza posta all’interno della nave (l’Argo) che useremo per spostarci da un isola all’altra – il tutto è simile al cambio di vestiti in un qualsiasi GTA, si scelgono le armi o l’armatura (tenendo presente le caratteristiche) e le si indossa prima di andare in battaglia.
Sempre riguardo alle armi, c’è da dire che ognuna delle tre è caratterizzata dalla sua natura: con la spada potremo sferrare colpi molto veloci e precisi, la mazza e potente ma lenta e la lancia ci permetterà di portare affondi molto più distanti delle altre due. Detto questo, sappiate che imparare a maneggiare bene le armi sarà fondamentale perchè durante gli scontri si potrà cambiare l’arma in un attimo e capire bene quella da usare sarà non solo utile per i punti esperienza ma anche veloce negli scontri più critici, soprattutto per quanto riguarda i Boss finali di alcune zone (alcuni particolarmente ostici e enormi).
Sempre riguardo a combattimenti e nemici, mi ha colpito la possibilità di scegliere le nostre spalle durante il gioco, mi spiego meglio: nel corso dell’avventura verremmo a contatto con numerosi eroi, Ercole è il primo che ci seguirà nella nostra impresa ma potremo contare anche sull’aiuto di Medea, Pan, Atlanta, Achille e via di questo passo. Nel raggiungere una nuova isola, potremo selezionare i personaggi da portarci dietro per aiutarci nel cammino e nei combattimenti. Ercole, ad esempio, è fortissimo e spazza via nemici come foglie, Atlanta può usare l’arco per le grandi distanze e quindi colpire dalla retrovia. A voi il lusso di scoprire gli altri personaggi e le loro abilità.

Nota dolente per chi giocherà con mouse e tastiera.
Personalmente ho trovato i comandi troppo poco definiti e l’ausilio di un pad sarebbe la scelta più indicata per il genere. Possiamo benissimo fregarcene e impratichirci (i comandi possono essere cambiati per fortuna) ma la sensazione poco immediata è palese. Tutto questo si traduce in alcuni scontri abbastanza frenetici, quasi complicati da affrontare con la tastiera e una navigazione non proprio brillante sia per quanto riguarda i vari menù del gioco che la scelta per i dialoghi.
Altro elemento che non mi ha del tutto convinto è la negazione di opzioni quali vita o poteri su schermo, se da una parte serve per rendere il gioco molto più cinematografico, dall’altra dovremo tendere bene le orecchie quando giungeremo sul punto di morire perché inizieremo a sentire i canti dell’oltre tomba e sarà il segnale per riposarci un attimo (allontanarci dallo scontro o difenderci con lo scudo). Mi rendo conto che molti titoli stanno facendo sfoggio di questa nuova moda nel non visualizzare nulla a schermo ma qui non se ne sentiva proprio l’esigenza e alcune volte ci ritroveremo sul punto di morire senza neanche accorgercene.

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IMMORTALE

Essendo Rise of the Argonauts un titolo per PC non poteva avere un comparto tecnico e grafico inferiore alle controparti console, preparatevi dunque a spingere al massimo la macchina perché qui viaggiamo su una bellezza visiva molto soddisfacente ma che ha anche le sue belle richieste.
Il motore scelto per muovere Giasone e soci è l’ormai conosciuto e abusato Unreal Engine.
Il design di tutti i personaggi principali ma anche di quelli secondari, sono stati molto curati e impreziosite di particolari, le immagini a corredo dovrebbero farvi capire quello di qui parlo.
Tutto quello che riguarda i tessuti, le vesti dei reali o quelle sporche dei servi, le armature delle guardie o dei nemici, tutto è curato e ben modellato (anche se alcune volte si vedono delle imperfezioni fisiche). Anche la luce e le ombre sono rese abbastanza bene, queste ultime vengono proiettate costantemente e seguono la prospettiva e la distanza delle fonti luminose.
Le movenze sono ben gestite, si vede parecchio la voglia di rendere epici i personaggi con cui verremo a contatto, caratterizzati da delle belle espressioni facciali e da un taglio molto particolarmente cinematografico per quanto riguarda la regia. Anche i filmati che legano le varie fasi del gioco sono stati realizzati con lo stesso motore grafico ma abbelliti ulteriormente di qualche filtro pellicola o luminosità in più, per rendere meglio l’idea da effetto cinema.
Gli scenari riescono a essere molto evocativi, sia per quanto riguarda la vegetazione che le costruzioni, anche se un dettaglio più elevato per alcuni villaggi avrebbe giovato al titolo. Tutto questo ben di Dio che vediamo però ci porta a una bruttura per quanto riguarda l’interazione con gli ambienti, purtroppo non si può rompere neanche un piccolo vaso di terracotta (cosa che avveniva anche nel Principe di Persia). Effetti di primo piano come il bump mupping giocano un ruolo fondamentale per numerose trame dei vestiti o delle armature, come il cuoio o il marmo di alcune statue. Altra nota di merito è la caratterizzazione dei visi, non si potevano certo creare centinaia di personaggi differenti ma anche quando andremo in giro a parlare con gli abitanti si nota notevole alternanza delle fisionomie, semplicemente accomunando un modello a diversi tipi di barba, capelli o decorazioni facciali per renderli tutti abbastanza differenti fra loro.

Nota dolente per quanto riguardo l’esplorazione.
Il gioco è bello da vedere nelle sue scenografie ma la sensazione del canalone è piuttosto netta. Niente esplorazione libera, non che un titolo del genere lo richieda ma non doveva neanche essere cosi netta in alcune situazioni. Per farvi un esempio, tutta la prima ora di gioca sarà una sorta di tutorial per capire comandi e opzioni varie, la sua ambientazione sarà il palazzo di Jolco e sarebbe stato bello poter esplorare per bene tutti gli ambienti e invece ci si ritrova a dover seguire un percorso predefinito per andare da un punto all’altro. Peccato davvero perché alcune zone le possiamo vedere ma non esplorare e quando crediamo di poterle esplorare ecco che il nostro cammino viene bloccato da un muro invisibile o da qualche genere di coincidenza come casse disposte in una certa maniera o soldati che fanno la guardia.

Passando al comparto sonoro, bisogna riconoscere il gran lavoro svolto per rendere il titolo godibile anche a chi non mastica l’inglese. La localizzazione in italiano dei testi e dei dialoghi è piuttosto elevata anche se alcune voci potevano essere interpretate meglio. Mi riferisco ad alcuni flashback che incontreremo nel titolo dove le voci di Giasone e Alceme da bambini, sono le stesse per la versione da adulti. L’interpretazione è comunque ottima, cosi come il sincrono del movimento delle labbra, solo poche volte non si ritrovano a tempo e quando succede lo si nota poco. Le musiche propongono pezzi epici e degni del titolo in questione con numerosi strumenti come trombe o violini ma anche cornamuse o altri effetti degni di produzioni cinematografiche più o meno recenti.

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DIO DEL GENERE?

Tirando le conclusioni, Rise of the Argonauts è un titolo più che degno di lode che però non raggiunge l’Olimpo del genere per una serie di difetti che potevano benissimo essere corretti.
Sotto il punto di vista della storia, della grafica e delle musiche, non ci si può certo lamentare ma quello che difficilmente lo colloca fra un genere e l’altro è la sua natura poco orientata verso i titoli di azioni o gli rpg puri, si ha per le mani un gioco che prende da una parte e dall’altra senza timore di essere.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, si deve possedere un computer degno di nota per far girare al meglio il titolo che richiede parecchio, forse anche troppo per quello che si vede a schermo, non nego la bellezza grafica e stilistica dei personaggi e degli scenari ma avere un pesante rallentamento all’interno di una stanza chiusa, mi sembra veramente eccessivo e potevano lavorarci meglio. Soprattutto riguardo il fatto che l’Unreal Engine ha già dato prova di essere un motore molto scalabile e ben gestibile in altri prodotti ma qui meritava maggiore ottimizzazione da parte dei programmatori.
Non mi sento comunque di bocciare il gioco solamente per la sua parte di richieste hardware perché ci si trova per le mani un titolo divertente, immediato e senza troppi fronzoli per la testa. In ultimo, tutta la vicenda narrata è davvero emozionante, soprattutto per gli utenti pc che non hanno quasi mai modo di vivere esperienze del genere, legate a titoli simili.

Votazione finale: 75/100

Se avete un computer di ultima generazione e giocate il titolo con l’ausilio di un buon pad, la votazione finale sale anche a 80.

Requisiti di sistema:

CPU – Core duo da 2 GHz o superiore

RAM – 2 GB o superiore

SCHEDA VIDEO – 512 MB o superiore

HD – 13 GB di spazio libero