Ci risiamo, è di nuovo quel momento dell’anno in cui leggendo certe news ci si ritrova come una espressione faccia un meraviglioso “Ma che cosa?”.
Sembra proprio che la battaglia tra PUBG e il suo rivale Fortnite abbia preso una piega strana, una di quelle di cui potevi sentire la puzza nell’aria senza però aver mai la certezza che sarebbe mai potuto accadere.
I due, oltre a sfidarsi sul campo di battaglia comune a tutti i videogiochi, hanno appena iniziato una sfida legale attraverso il tribunale coreano.
Vediamo più nel dettaglio cosa è successo.
A dare la notizia è il giornale nazionale The Korea Times.
La sussidiaria di Bluehole PUBG Corp ha citato in giudizio la sezione coreana di Epic Games presso la corte distrettuale centrale di Seoul per cercare di comprendere “se Fortnite abbia copiato elementi di PUBG”
L’idea, purtroppo, era nell’aria sin dallo scorso settembre quando dichiarazioni di Epic Games riguardo un eventuale plagio diventarono argomento di discussione. Come è possibile però citare in giudizio un’altra azienda per la realizzazione di un gameplay?
PUBG. Corp ha deciso di puntare, più che sulle somiglianze di gameplay, su qualcosa che ha di sicuro maggiore rilievo legale: l’utilizzo di tecnologie e sistemi registrati da PUBG Corp.
L’azienda ha sviluppato PUBG su Unreal Engine 4, motore creato in precedenza da Epic Games stessa. Avendo le due compagnie lavorato a stretto contatto durante le prime fasi del gioco, per PUBG Corp, c’è il rischio che alcune tecnologie sviluppate per la realizzazione di PUBG siano state poi utilizzate in modo illegale da Epic Games per lo sviluppo di Fortnite.
PUBG, nonostante stia lavorando per migliorarsi, si trova in una situazione particolare. Nonostante il vantaggio accumulato durante i primi mesi del titolo si trova a combattere con un’ avversario che è un vero e proprio juggernaut che macina successi inarrestabili dopo l’altro.
L’arrivo di Fortnite sul mercato orientale è forse il motivo principale per cui PUBG Corp e Bluehole siano corse ai ripari cercando una scappatoia legale. L’arrivo del titolo nell’estremo oriente, aiutato dal colosso cinese Tencent e da Neowiz Games, potrebbe destabilizzare ulteriormente il successo e la situazione economica del titolo di Brendan Greene e soci.
Inoltre la sola idea che qualcuno possa citare un’altra azienda per lo sviluppo di un gameplay è un’ idea che ha del problematico: creando un primo caso con questa lotta tra Fortnite e PUBG sarà possibile vedere fra qualche anno sfide a colpi di avvocati tra FIFA e PES (sempre che Konami non getti la spugna prima) o tra Dark Souls e tutto il sottogenere dei Soulslike.
Diverso è il discorso se tutta questa storia si concluderà realmente con un caso di spionaggio industriale se così vogliamo chiamarlo; a definire questo però ci penseranno i giudici.
Al momento PUBG ha problemi ben più importanti di cui preoccuparsi: riuscirà a stare dietro alle bordate di contenuti che Epic Games organizza per il suo Fortnite settimana per settimana? Riuscirà a rendere il titolo perfettamente giocabile e ottimizzato sulla pletora di macchine su cui è installato? Ovviamente lo scopriremo solo vivendo.
Nel frattempo, se vi piacciono i Battle Royale e volete sapere quali giochi potrebbero citare PUBG in tribunale per aver copiato loro il gameplay potete andare a leggere la coppia di articoli a tema storico che tratta proprio di tale genere videoludico. Li potete trovare qui e qui.
This post was published on 29 Maggio 2018 12:03
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