The Last of Us: Part II di problemi ne ha collezionati un bel po’, dai rinvii alla questione crunch time che ha colpito l’azienda Naughty Dog fino ad arrivare alla riprovevole vicenda dei leak che hanno spoilerato parti fondamentali della trama, tra cui il finale.
Non si contano poi le polemiche, sterili ci permettiamo di dire con forza, sull’eccessiva violenza del titolo e sulle tematiche in generale che il titolo affronterà. Proprio quest’ultime sarebbero la causa di un ban che The Last of Us: Part II avrebbe ricevuto da alcuni paesi del Medio Oriente.
Il gioco dovrebbe essere lanciato a livello globale il 19 giugno, ma attualmente non compare tra i giochi disponibili sui PlayStation Store dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti.
Chi accede agli store dei due paesi mediorientali può ancora acquistare temi e avatar dinamici del gioco, mentre l’account Twitter di PlayStation Arabia promuove ancora la trasmissione dello State of Play di domani durante il quale verrà mostrato un corposo gameplay del gioco.
Un utente Reddit ha pubblicato un post in cui mostra la risposta che l’assistenza di PlayStation gli ha recapitato a seguito di una sua e-mail in cui chiedeva spiegazioni dell’assenza del titolo su quegli store. La replica di Sony è stata che qualsiasi gioco che non appare in un negozio regionale è stato “bandito dalle autorità competenti del paese e non possiamo fare nulla al riguardo”.
Nessuno ha reso note le motivazioni del ban, ma sembra abbastanza chiaro che riguardino le tematiche affrontate dall’avventura sviluppata da Naughty Dog, infatti la classificazione parla di nudità e scene di sesso. Inoltre, gli argomenti LGBT potrebbero non essere graditi ai governi di quei paesi.
Se il divieto dovesse essere confermato non dovrebbe andare a inficiare più di tanto sulle vendite totali del gioco e, dunque, sulle casse dell’azienda. Detto questo, va rimarcato come le storie di censura siano sempre molto tristi e lascino un po’ amareggiati.
Facciamo comunque notare che, tramite metodi più o meno legali, i giocatori di queste aree geografiche potrebbero venire comunque in possesso di una copia di The Last of Us: Part II.
This post was published on 26 Maggio 2020 17:42
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