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Bethesda: “Fallout 76 spaventa anche noi, ma dobbiamo provarci”

L’annuncio di un nuovo Fallout aveva entusiasmato i fan di tutto il mondo. Nonostante non ci fosse il numero 5 ma il 76 ad accompagnare il titolo, gli appassionati della serie Bethesda erano in fermento… fino a che non sono cominciate a trapelare voci sulla possibilità di un Fallout completamente online e basato sul multiplayer. Una delle saghe che i giocatori single player prendono a modello è proprio quella di Fallout, quindi, molti ora sono “spaventati” dall’idea di giocarne uno che ha il multiplayer come focus dell’esperienza.

Questo timore non è ingiustificato perché la stessa Bethesda non nasconde l’emozione e un po’ di paura nell’affrontare un nuovo modo di concepire Fallout. Todd Howard, regista e produttore esecutivo della serie, ha rilasciato un’intervista a The Guardian in cui rivela i motivi che hanno spinto Bethesda a pensare a un Fallout online multiplayer. Nella sessa intervista, però, rassicura i giocatori single player sul futuro della saga.

Fallout 76: un gioco di sopravvivenza

In primo luogo, Todd Howard ha voluto spiegare quando e come è partito il concept di Fallout 76.

Il concept di Fallout 76 è cominciato durante lo sviluppo di Fallout 4. C’era solo il design, poi abbiamo pensato: se facessimo il multiplayer, come sarebbe?. Era nel 2014. Era davvero solo una bozza. Abbiamo iniziato a pensarci davvero nel 2015, prima che finissimo Fallout 4.

Bethesda non ha mai fatto un gioco multiplayer online (esiste una versione online di The Elder Scrolls, ma è realizzata da uno sviluppatore diverso). Un gioco di sopravvivenza in cui altri giocatori reali sono una minaccia si adatta bene all’ambientazione post-apocalittica, ma è un nuovo territorio per lo sviluppatore. Eppure, Bethesda non vuole che si dica che sia solo un gioco di sopravvivenza.

Evitiamo la parola ‘sopravvivenza’, perché la mente delle persone passa immediatamente a DayZ e Rust e ad altri giochi, e questi confronti non sono molto accurati per quello che stiamo facendo. Se pensi alle modalità sopravvivenza che abbiamo realizzato in Fallout 4, ha quell’atmosfera… Fallout 76, anche se è un gioco online, quando lo gioco, per lo più lo gioco ancora da solo. Ci piacciono queste esperienze tanto quanto ai nostri fan.

A differenza di Rust o DayZ, questo non è un gioco in cui qualcuno può correre da te nei primi cinque minuti (o cinque ore), ucciderti con un’arma più potente, rubare tutte le tue cose e lasciarti al punto di partenza.

No, non è divertente. Beh, è ​​divertente per chiunque ti abbia ucciso, ma non per te. La morte è già abbastanza brutta in una partita, perché stai perdendo tempo, quindi non sentivamo di dover aggiungere ulteriori penalità. Volevamo essere sicuri che i giocatori non perdessero i loro progressi.

Fallout 76 non segna la fine del single player

Fallout 76 non segna la fine di Fallout come serie di giochi per giocatore singolo. Attinge da Fallout 3 e 4 ma Howard sottolinea che non li sta sostituendo.

Vogliamo essere chiari con i nostri fan e con altre persone che ce lo chiedono: ‘È questo che Fallout sarà per sempre?’. Non è chiaramente così. L’idea ce l’avevamo da un po’  di tempo e pensavamo che avremmo dovuto provarci… a volte abbiamo paura di farlo, tanto quanto i nostri fan hanno paura di giocarlo. Ma dobbiamo provare cose nuove. Il nostro compito è dare loro tutti gli strumenti necessari. Vogliamo progettare un mondo davvero interessante con cui possano scontrarsi.

Fallout 76 dunque è un esperimento che se andrà bene, probabilmente, farà da apripista a nuovi capitoli di questo tipo, ma se pensate che Bethesda abbandoni il single player siete fuori strada. D’altronde, l’azienda ha più volte esplicitato il suo amore per i giochi in singolo.

Vi ricordiamo che Fallout 76 uscirà il 14 novembre su PS4, Xbox One e PC.

This post was published on 18 Luglio 2018 10:26

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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