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Company of Heroes 2 – Recensione

Sebbene il tema della Seconda Guerra Mondiale sia a dir poco trito e ritrito da parte dell’industria dei videogiochi, con il primo Company of Heroes lo sviluppatore Relic Entertainment è riuscito agilmente a conquistare pubblico e critica, grazie alla capacità di proporre l’ambientazione in maniera intelligente e coinvolgente insieme a qualche novità dal punto di vista del gameplay rispetto i canonici strategici in tempo reale. Forte di questo successo, nei prossimi giorni è previsto il lancio di Company of Heroes 2, che abbiamo avuto modo di provare in anteprima grazie a una copia digitale messa a disposizione dal distributore Halifax. L’impressione generale è che lo studio non abbia voluto rischiare più di tanto, offrendo il meglio del predecessore insieme a qualche novità ben sposata alle novità della campagna storica presa in considerazione per questo episodio.


I -40 gradi che fermarono Hitler
Company of Heroes 2 permette di vivere la Seconda Guerra Mondiale questa volta dal fronte orientale, prendendo dunque i panni dell’Armata Russa di Stalin impegnata, a fatica, a respingere gli assalti dell’asse tedesco-italiano pronto a espandersi in tutta Europa. Dall’Operazione Barbarossa alla presa di Berlino, Company of Heroes 2 attraversa perfettamente questo periodo storico, considerato come il più sanguinolento, cruento e violento dell’intero Secondo Conflitto Mondiale, dietro soltanto alla tragica atomica sganciata dagli Stati Uniti sulle terre giapponesi, con il culmine che venne raggiunto quando l’esercito tedesco, a pochi chilometri da Mosca, venne fermato dal rigido inverno con temperature che toccavano i -40 gradi e dal sacrificio di milioni di soldati russi. 
La storia viene narrata tramite interessanti filmati che mettono il giocatore nei panni di un soldato russo disertore che, interrogato nel 1952 in una prigione dell’Alaska, spiega per quale motivo abbia deciso di abbandonare la causa della madrepatria, principalmente per una tattica volta al sacrificio totale di uomini pur di arrivare il risultato. In questo senso, Relic Entertainment si mostra uno sviluppatore di talento e riesce a costruire una trama magari non particolarmente articolata, ma certamente in grado di tenere incollato il giocatore al monitor fino alla fine. Anche perché l’assist fornito dal fascino esercitato dalla campagna dell’Unione Sovietica è già un’ottima base da cui sviluppare una campagna che tocca, con precisa accuratezza storica, i punti salienti del fronte orientale della Seconda Guerra Mondiale.
Realismo al servizio del giocatore
Lo sviluppatore è stato in grado di sfruttare peraltro questo assist storico per inserire alcune novità interessanti dal punto di vista del gameplay rispetto il predecessore. La più importante riguarda senza dubbio l’inserimento dell’influenza delle condizioni atmosferiche. Soprattutto alle porte di Mosca, dove lo scontro tra Asse e Unione Sovietica divenne crudo e quasi insostenibile a causa dei 40 gradi sotto lo zero che contraddistinsero quell’inverno, il giocatore rimarrà sorpreso di come la neve non sia soltanto un ottimo ornamento visivo tecnico, ma avrà effetti diretti sul gameplay. L’obiettivo raggiunto dello sviluppatore era quello di restituire in pieno la sensazione di combattere in quella situazione a dir poco complicata, per questo in caso di avverse condizioni meteo non solo la visibilità viene notevolmente ridotta, ma soprattutto è necessario far sì che le truppe trovino dei fuochi accessi tra i vari accampamenti per evitare di morire assiderati. Questo aspetto dona realismo ma anche tanto coinvolgimento e tensione in battaglia, perché il giocatore capisce di non avere in mano soltanto delle truppe da mandare in massa al macero come potrebbe accadere in un classico strategico in tempo reale, ma soldati da gestire nella maniera migliore possibile, in special modo quando le condizioni meteo continuano a peggiorare.
La struttura di gioco non presenta poi altre novità, migliorando in parte alcuni aspetti del predecessore ma mantenendosi fedele alla filosofia. La possibilità di sfruttare gli oggetti sullo scenario come copertura è un valore aggiunto soprattutto dal punto di vista tattico, specialmente quando si tratta di difendere delle zone specifiche, visto che è possibile anche prendere possesso di edifici abbandonati da sfruttare come postazione difensiva. Qui interviene però l’utilizzo intelligente dell’evoluto motore fisico, che è stato applicato dallo sviluppatore in maniera astuta agli edifici, così da poter sfruttare armi esplosive o grossi mezzi da combattimento per ridurre in macerie le abitazioni con i soldati che ne avevano preso possesso. Lo stesso discorso vale per fuoco e fumo, cui utilizzo intelligente può letteralmente cambiare il corso della battaglia. Tornano anche i punti esperienza, con cui sbloccare nuovi mezzi, abilità e comandanti da utilizzare in battaglia. Le risorse continuano a dipendere invece dai punti controllati sulla mappa: Relic Entertainment vuole che a trionfare sia il giocatore più bravo sia a conquistare zone sulla scena di battaglia, sia a gestire le risorse a disposizione. Per questo non è presente un sistema di raccolte classico, ma le risorse utili vengono accumulate soltanto conquistando determinati punti di controllo sulla mappa. 
Per non ridurre la campagna a una semplice raccolta di schermaglie con l’unico obiettivo di annichilire l’avversario, intervallata soltanto da qualche filmato atto a raccontare la storia, lo sviluppatore è riuscito a donare varietà e appunto accuratezza storica ad ogni missione. Nella campagna, la gestione delle risorse entra in secondo piano perché, come fosse uno sparatutto in prima persona, bisognerà rispettare obiettivi specifici per ottenere la vittoria: la conquista/difesa di punti sulla mappa, la ritirata strategica anche con effetti moralmente devastanti (una missione richiederà ad esempio di ridurre in cenere un villaggio senza pensare agli abitanti solo per rallentare l’avanzata tedesca) e così via. Non ci si annoia mai e ci si trova sempre coinvolte in situazioni che danno la sensazione di vivere quel conflitto in prima linea, con le responsabilità di un generale, seppur solo virtuale. 
Il resto delle modalità comprende il classico corollario tipico di uno strategico in tempo reale. È possibile affrontare una campagna multiplayer online che coinvolga un totale di otto giocatori, divisi in due squadre a seconda della fazione scelta (Unione Sovietica o Armata Tedesca) oppure giocare da soli contro o in compagnia della CPU per allenarsi prima di scendere in campo nel vasto mondo del gaming in rete. Da segnalare che l’ottima intelligenza artificiale nemica, anche ai livelli di difficoltà più bassi, si rivelerà un test niente male prima di affrontare altri giocatori in rete. Cosa che peraltro rende il titolo poco accessibile e sicuramente indirizzato a un pubblico esperto. Interessante in questo senso è la modalità “Teatro di Guerra” che permette di rivivere alcune delle battaglie storiche del conflitto scegliendo liberamente l’una o l’altra fazione.
Pesante come un macigno
Dal punto di vista tecnico il gioco non delude, anche se bisogna affrontare una ottimizzazione affatto eccellente. Con una configurazione in grado di supportare Crysis 3 al massimo delle impostazioni e in Full HD, siamo stati costretti a scendere dei compromessi, segno di una ottimizzazione tutt’altro che ottima (e lo si nota anche dai lunghi caricamenti) e si spera venga migliorata in futuro con il rilascio di alcune patch. Peccato perché l’impatto visivo promesso è importante, supportato peraltro da un versante tecnico di primo piano soprattutto per quanto riguarda elementi come effetti atmosferici, fuoco, fumo e appunto fisica applicata allo scenario. Nulla di negativo invece per il comparto sonoro, con una buona colonna sonora e un ottimo doppiaggio in inglese. La copia a nostra disposizione non presentava la lingua italiana, per questo non possiamo sinceramente valutare il lavoro di traduzione previsto per il nostro paese.
Commento finale
Company of Heroes 2 non delude le attese, migliora alcune delle pecche del predecessore e si conferma ad altissimi livelli per il genere di appartenenza. Gli appassionati non devono lasciarselo scappare per alcun motivo, mentre tutti gli altri interessanti anche soltanto al setting storico dovrebbero prenderlo in considerazione almeno per una prova. Il gameplay si mostra solido e prestante, mentre le modalità di gioco, a partire dalla coinvolgente campagna fino a passare per tipologie ludiche più classiche, consentono di rendere Company of Heroes 2 il gioco strategico dell’estate 2013. A patto che siate veri esperti: l’accessibilità non è una caratteristica che fa parte di questa produzione.
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