L’acqua che beviamo è praticamente… Aliena: la scoperta sconvolge la comprensione dell’universo

l'acqua proviene da un'altra galassia

L’acqua che beviamo è ben più antica del nostro Pianeta ed arriva da molto lontano: una ricerca lo ha appena dimostrato

Il nostro Pianeta è chiamato Pianeta Azzurro per la sua superficie, composta al 70% di specchi d’acqua. L’elemento ha caratterizzato lo sviluppo della vita sulla Terra e, ancora oggi, è l’unico elemento che garantisce la sopravvivenza, malgrado gli sforzi del genere umano per deturparla e sprecarla.

Eppure, l’acqua che bevete potrebbe essere più antica del Sole e persino di origine aliena.

L’acqua è arrivata da molto lontano

Gli astronomi hanno annunciato la prima prova che collega l’acqua del nostro sistema solare a quella presente nel vasto spazio tra le stelle, noto come “mezzo interstellare”. Per farlo, gli scienziati hanno potuto osservare da vicino una giovane stella in formazione (una protostella) a circa 1.305 anni luce di distanza, insieme al disco di materiale gassoso che si sta formando intorno ad essa.

Hanno scoperto che questo sistema solare nascente non è semplicemente pieno d’acqua; in particolare, quest’acqua lontana ha gli stessi indicatori chimici distinti dell’acqua del nostro sistema solare. È vecchia di miliardi di anni.

Questo significa che l’acqua del nostro Sistema Solare si è formata molto prima che si formassero il Sole, i pianeti e le comete Ha dichiarato in un comunicato Merel van ‘t Hoff, astronomo dell’Università del Michigan, coautore della nuova ricerca pubblicata su Nature.

Protostella

Sapevamo già che c’è molto ghiaccio d’acqua nel mezzo interstellare. I nostri risultati mostrano che quest’acqua è stata direttamente incorporata nel Sistema Solare durante la sua formazione. Questo è entusiasmante perché suggerisce che anche altri sistemi planetari dovrebbero aver ricevuto grandi quantità di acqua Ha aggiunto van ‘t Hoff

L’acqua trovata intorno a questa lontana protostella, chiamata V883 Orionis, contiene rapporti di idrogeno e di una forma di idrogeno chiamata deuterio molto simili a quelli dell’acqua del nostro sistema solare. Si tratta di una forte impronta chimica che mostra una stretta relazione tra queste acque diverse.

“È un dato entusiasmante, perché suggerisce che anche altri sistemi planetari dovrebbero aver ricevuto grandi quantità di acqua”.

Come è arrivata la scoperta

La ricerca di prove che l’acqua del nostro sistema solare provenga dallo spazio interstellare è stata elusiva. Ma la protostella V883 Orionis ha finalmente fornito un’opportunità interessante.

Gli astronomi utilizzano radiotelescopi – con antenne giganti – per osservare i dischi di materia che si formano intorno alle protostelle. In particolare, stanno cercando una zona soprannominata “linea della neve”, dove il ghiaccio d’acqua si trasforma in gas. In questo modo si ottengono le informazioni migliori e più dettagliate sull’H2O.

Se questa linea di neve è troppo vicina alla stella, diventa impossibile scrutare il centro polveroso del sistema solare in formazione. Ma in V883 Orionis, la linea di neve è più lontana, consentendo ai ricercatori di avere una visione approfondita dell’acqua del sistema solare in via di formazione.

Per osservare l’acqua intorno a V883 Orionis, gli astronomi hanno utilizzato i potenti telescopi dell’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array, o ALMA, situato a oltre 16.000 piedi di altezza in Cile. Questi telescopi rilevano le lunghezze d’onda della luce (lunghezze d’onda che non possiamo vedere) provenienti da nubi giganti nello spazio interstellare profondo.

Gli astronomi possono utilizzare [questa luce] per studiare le condizioni chimiche e fisiche delle nubi molecolari, le dense regioni di gas e polvere dove nascono nuove stelle. Spesso queste regioni dell’Universo sono buie e oscurate dalla luce visibile, ma brillano in modo brillante nella parte millimetrica e submillimetrica dello spettro Spiega il sito web di ALMA dell’European Southern Observatory.


Fonte: Deuterium-enriched water ties planet-forming disks to comets and protostars – Nature