Un gruppo di scienziati inglesi hanno creato la mappa dell’intero cervello di un moscerino della frutta: una rappresentazione 3D che mostra chiaramente tutte le 548.000 sinapsi presenti nell’organo del minuscolo insetto.
La mappa mostra tutti i neuroni e le sinapsi del sistema nervoso centrale del moscerino, rivelando il complessissimo e strabiliante funzionamento che si annida anche dietro queste piccolissime testoline.
La mappa completa, chiamata connettoma, ha richiesto 12 anni di meticoloso lavoro per essere conclusa, e mostra la posizione di tutti i 3.016 neuroni nel cervello di un moscerino della frutta in stato larvale: il Drosophila melanogaster.
Tra queste cellule cerebrali ci sono 548.000 punti di connessione, o sinapsi, attraverso il quale le cellule possono inviare messaggi chimici che, a loro volta, innescano segnali elettrici che viaggiano attraverso il cablaggio delle cellule. La ricerca, pubblicata il 9 marzo su Science, fornisce per la prima volta un diagramma del cablaggio cerebrale, noto come connettoma, di un animale complesso.
La nuova mappa di cablaggio è infatti il più complesso connettoma completo mai realizzato fino ad oggi. Prima del moscerino sono stati mappati i cervelli di altri organismi, come il nematode Caenorhabditis elegans, lo scricciolo marino larvale Ciona intestinalis e il verme marino Platynereis dumerilii.
A differenza del connettoma dei ricercatori di Cambridge, gli organismi appena elencati presentano solo poche centinaia di neuroni ciascuno e – come ha dichiarato il co-autore dello studio Joshua Vogelstein – non hanno gli emisferi cerebrali distinti visti negli insetti e nei mammiferi. Ebbene sì, persino allo stadio larvale i moscerini della frutta hanno comportamenti molto più complessi di tutti questi organismi.
Più di 80 persone hanno contribuito alla costruzione del nuovo connettoma, ha spiegato a Live Science in un’e-mail il primo autore dello studio, Michael Winding, ricercatore associato presso il Dipartimento di Zoologia dell’Università di Cambridge. Per farlo, gli scienziati hanno tagliato a fette sottilissime il cervello del moscerino in 5.000 sezioni e hanno scattato immagini microscopiche di ciascuna fetta.
Hanno poi messo insieme queste immagini per assemblare il modello 3D del cervello, e successivamente il team ha analizzato le immagini, identificato le singole cellule al loro interno e tracciato manualmente tutti i conduttori. La mappa realizzata dai ricercatori di Cambridge è una risorsa preziosa per comprendere come il cervello elabora il flusso di informazioni sensoriali e le traduce in azioni: “Ora abbiamo un cervello di riferimento”, afferma Marta Zlatic, neuroscienziata dell’Università di Cambridge e coautrice del lavoro. “Possiamo esaminare cosa succede alla connettività in modelli di Alzheimer e Parkinson e di qualsiasi malattia degenerativa”.
La larva del moscerino della frutta, ovviamente, non è una mosca, ma è già una creatura sofisticata, con comportamenti adattivi, strutture analoghe al cervello dei moscerini adulti, memoria a breve e lungo termine e altre funzioni cerebrali previste. Parliamo di esseri viventi in grado di seguire l’odore del cibo rimanendo lontani dalla luce: già solamente queste azioni richiedono inevitabilmente strutture cerebrali in grado di convertire varie e numerose informazioni sensoriali in movimento.
Pur non essendo coinvolti direttamente nel progetto, Nuno Maçarico da Costa e Casey Schneider-Mizell, membri del gruppo Neural Coding dell’Allen Institute for Brain Science di Seattle, hanno dichiarato con forte entusiasmo: “Questo studio è il primo in grado di mappare l’intero cervello centrale di un insetto e quindi di caratterizzare tutti i percorsi sinaptici di tutti i neuroni”.
Analizzando il cervello del moscerino, i ricercatori hanno notato che alcune reti cerebrali dell’insetto presentano delle “scorciatoie”, che aumentano la capacità computazionale del cervello e compensano il numero limitato di neuroni, inoltre il 41% dei neuroni cerebrali forma degli “anelli ricorrenti”. Queste scorciatoie e questi anelli assomigliano alle reti neurali artificiali di ultima generazione, utilizzate nella ricerca sull’intelligenza artificiale: “È interessante che il campo delle scienze informatiche stia convergendo verso ciò che l’evoluzione ha scoperto”, afferma Cardona.
Arrivati a questo punto, concludiamo con le parole del co-autore Joshua Vogelstein: “gli esseri umani prendono decisioni, imparano, navigano nell’ambiente, mangiano, ma lo stesso vale per i moscerini, e ci sono buone ragioni per pensare che i meccanismi che hanno i moscerini, per implementare questo tipo di funzioni cognitive, siano presenti anche negli esseri umani”.
Fonte: Techcrunch, Nature
This post was published on 11 Marzo 2023 9:00
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