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Recensione | Splash!

SplashEvidenza

È sabato sera e per tutto il giorno sei stato in giro, magari al Salone del libro di Torino. Hai le gambe che sembrano due zampogne, la schiena a pezzi e gli occhi rossi per il poco sonno.

Ti concedi una bella cena dagli amici che cucinano bene, ma mai quanto te. Quindi ti offri di supervisionare il lavoro di cottura della carne, nonostante ogni fibra del tuo corpo emetta grida di disperato dolore, rammentandoti che forse sarebbe il caso di fare più attività fisica alla tua età, magari pilates.

A cena mangi anche le posate con la scusa: “Ho camminato tutto il giorno”, ingerendo la quantità di dodici cene e mezzo. Non sei un bevitore, ma ti concedi comunque l’amaro, il limoncello e perché no… un goccino di marsala, quello vero preso in Sicilia.

Se lì a un passo dal coma, felice di non dover guidare tu per tornare a casa, quando i bimbi ti si accostano con un sorriso malefico dipinto sul viso dicendo: “Facciamo una partita tutti e otto a Torinopoli?”.

A quel punto la terra trema sotto i piedi. La cena, tutta, rischia di riproporsi. Il tuo corpo, già devastato, geme alla sola idea di dover passare due ore come minimo tra soldi di carta, dadi e pedine. Senti avvicinarsi la fine, quando ti ricordi che proprio quella mattina la DV Giochi ti ha dato da provare un bel giochino.

Rilanci con fare accattivante: “È  troppo lungo Torinopoli, ormai è tardi, ma ho qui un gioco simpaticissimo e veloce che mi hanno dato oggi, che ne dite? lo proviamo?”

Il mio team di esperti sule prime è un po’ titubante. Parlo di Simone e Virginia, rispettivamente di 11 e 9 anni. Propongo loro Splash!, ma il più anziano degli esperti decide di astenersi – lui voleva giocare a Torinopoli, cavolo!

Giochiamo io, Virginia e Stefania (la bionda segretaria, nonché autista e tuttofare del team di esperti). Ma andiamo con ordine.

Materiali

Ci sono tutti. La simpatica creazione di Wilfried e Marie Fort, illustrata da Natalia Zelenina, conta 30 pezzetti di legno (sei colori e cinque forme differenti), una manciata di goccioline di plastica trasparente e il regolamento custoditi in un grazioso contenitore di latta.

SplahContenuto
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Come si gioca

Bisogna avere almeno 6 anni e da 2 a 6 giocatori per giocare. I pezzetti di legno vengono sparsi al centro del tavolo. A turno, ogni giocatore ne prende uno fino a esaurimento della scorta.

Dopodiché, il primo giocatore passa uno dei suoi pezzetti al giocatore alla sua sinistra che lo sistema al centro del tavolo. Sarà la base della torre che deve essere costruita.

Si prosegue così, passando un pezzo al prossimo giocatore rispettando questa regola: il pezzetto di legno che si passa deve essere della stessa forma o dello stesso colore di quello in cima alla torre.

Un mix di strategia, destrezza e perfidia… muahahah!

Se cercando di sistemare il pezzo che ci hanno passato facciamo crollare la torre “Spash!”, il fetente che ci ha passato il pezzo galeotto si becca una goccia trasparente.

Vince chi riesce a ottenerne per primo 3.

Come è andata

SplashTorre
La torre

La prima partita fila via che è un piacere, nonostante me e le mie mani che tremano a causa dell’eccessivo numero di caffè ingurgitati al giorno.

Vince Stefania che insite a passarmi il cilindro da piazzare su un legnetto, ma sottile… sottile… che sperò le finisca in un… (Pace e amore).

Decidiamo di fare subito un’altra partita ed ecco che arriva il colpo di scena. L’esperto Simone, ancora leggermente offeso per Torinopoli, e che fino a quel momento aveva assistito con aria sfuggente, si unisce finalmente a noi.

Ed è subito una guerra di mani tremanti.

Facciamo diverse partite, a volte la torre raggiunge altezze siderali, altre volte crolla per un’inezia, ma qui sta il bello, il tempo passa e non ce ne accorgiamo.

Non ho bisogno di chiedere al team di esperti se il gioco è piaciuto. È talmente evidente.

Conclusioni

Splash! è davvero carino. Veloce, intuitivo, emozionante. Tra l’altro richiede un minimo di strategia a lungo termine – che non guasta mai – e un pizzico di cattiveria. Anzi, perfidia. Perché non puoi che essere una brutta persona quando mi passi un cubo gigante, ben sapendo che il sostegno sulla torre è meno grande di una mentina.

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